Federico Ricci, ruolo attaccante, classe ’94, nato a Roma. Con la maglia giallorossa ha fatto tutto il percorso del settore giovanile, è diventato calciatore e con quella maglia ha esordito in serie A. Era il 1 dicembre 2013, minuto 88, si gioca Atalanta-Roma quando Garcia lo fa entrare in campo. “Non mi aspettavo proprio di giocare”. In quell’anno ha collezionato 4 presenze in campionato, poi a fine stagione il trasferimento a Crotone. Quest’anno ha effettuato la preparazione estiva a Pinzolo, le prime due gare in panchina e poi il trasferimento in prestito al Sassuolo. Sassuolo che domenica sarà di scena all’Olimpico con Ricci dall’altra parte.
Si parla di Sassuolo come un’isola felice, come si trova? Cosa c’è che permette ai ragazzi di giocare e vivere in tranquillità?
“È una piazza più calma di Roma, meno pressioni, una tifoseria diversa e quindi c’è tempo per migliorare e maturare con tranquillità. A Roma magari ci sono più attenzioni, c’è più fretta e cresce così la possibilità di sbagliare, è più difficile migliorare con calma. Questa è una piazza ideale: c’è la società, e l’allenatore che ti danno fiducia e una piazza diversa che ha richieste opposte a quelle di Roma”.
Qui ha trovato Eusebio Di Francesco, che tra l’altro Roma la ha vissuta da giocatore. Sembra essere uno con grande interesse mediatico, un allenatore giovane con una sua identita di gioco ben chiara. Che tecnico è?
“Il mister è un perfezionista, è attento a tutti i dettagli; cura molto il suo gioco e gli schemi. Se riusciamo a metterli in pratica come vuole lui possiamo davvero fare male a tutti. È un allenatore che lancia i giovani, che sa dare fiducia anche ai ragazzi in linea con la società. È un allenatore con cui puoi migliorare molto”.
La sua idea di calcio è molto propositiva.
“Sì un 4-3- 3 comunque sia offensivo, anche le pressioni sono sempre legate ad andare a prendere gli avversari e non ad aspettarli, e poi quando hai palla cerchi sempre di verticalizzare, di attaccare la porta il prima possibile”.
Per voi è stata una stagione un po’ particolare: avete conquistato l’accesso ai gironi di Europa league, ma poi un po’ per gli infortuni e un po’ la sfortuna, vi ha portato a vivere un periodo difficile anche in campionato.
“La prima parte della stagione è stata molto dura, avevamo una partita ogni tre giorni, eravamo in pochi a causa di tanti infortuni alcuni pesanti e avevamo poche energie per una competizione importante come l’Europa league. Nel gruppo c’erano tanti giovani, molti alla prima esperienza sia in Europa che in campionato, è stata una bella esperienza bella che abbiamo onorato fino alla fine. Se avessimo avuto tutta la squadra al completo avremmo potuto fare ancora meglio”.
Ha svolto la preparazione pre-campionato con la Roma e ha quindi avuto modo di stare a contatto con la rosa e soprattutto con Spalletti. Cosa si porta dentro di questa esperienza estiva?
“È stato molto importante per me perché ho potuto confrontarmi con giocatori di livello mondiale e anche se in poco tempo ho imparato molto da Spalletti. Il mister è simile a Di Francesco, sotto l’aspetto del gioco vuole molto la palla a terra, che si verticalizzi, che si attacchi in profondità. Sicuramente stare con giocatori di quel calibro si migliora sicuramente”.
Lei è cresciuto nel vivaio giallorosso che ha prodotto molti giocatori che sono arrivati al professionismo ad alto livello, qual è il segreto?
“Il segreto è dentro di noi, dentro ai ragazzi che con l’atteggiamento che ti porta ad avere chi vive il settore giovanile della Roma. Dove con regole e educazione ti indica il giusto comportamento, non ti permette di andare fuori dalle righe. Tutto questo lo porti dentro con te, e poi se hai la testa giusta e la voglia di sacrificio puoi fare bene. Ogni anno che ho passato alla Roma mi è servito per migliorarmi, per imparare cose nuove”.
Ha debuttato in SERIE A in Atalanta-Roma. che ricordo ha di quei minuti? Il suo ingresso concise con il pareggio giallorosso.
“Non me lo aspettavo, perdevamo 1-0, non pensavo di entrare. Quando il mister Garcia mi ha chiamato ero scosso in principio, ma poi ho cercato di recuperare lucidità e ce l’ho messa tutta in campo. Poi è stato bellissimo pareggiare la partita con Strootman. Me lo ricorderò per sempre, ho esordito nella massima serie, con la maglia della Roma… è il sogno di tutti i ragazzini”.
Ha condiviso il percorso delle giovanili con suo fratello gemello Matteo, che rapporto avete calcisticamente? Vi consigliate?
“Sì ci sentiamo ogni giorno. Ci confrontiamo, ci sfoghiamo quando le cose non vanno e ci sproniamo a dare sempre meglio. È una figura importantissima per me e aver giocato insieme nel settore giovanile è stato un grande supporto. Per me ai tempi era normale, ma oggi mi accorgo che non capita a tutti. È stato bello”.
Cosa si aspetta dalla gara di domenica?
“La Roma vorrà fare sicuramente risultato. Vorranno avere il pallino del gioco. Sono una squadra fortissima. Noi verremo a Roma come chiede il mister, senza paura, cercheremo di fare il nostro gioco e sarà una bella partita, aperta tra due squadra che vogliono giocare”.
Per tutti voi ex giallorossi si aggiunge l’emozione di giocare all’Olimpico?
“Sì è la gara che sentiamo di più anche se la partita dopo c’è la Lazio… È bello, emozionante e ci teniamo a fare bene”.
Chi della squadra, con cui ha fatto la preparazione estiva, l’ha stupitA di più per il percorso fatto in questa stagione?
“Questa estate oltre a Totti e De Rossi mi hanno impressionato sia Salah sia Nainggolan: due giocatori pazzeschi. Salah ha una dinamicità, una facilità di corsa. Esprime i suoi gesti atletici con estrema naturalezza. Nainggolan una vera forza della natura, tutti gli rimbalzavano addosso, un giocatore davvero forte. È stato molto bello vederli in allenamento e confrontarsi ogni giorno con questi giocatori. Giocatori di un gruppo fortissimo…”.
(AS Roma Match Program)
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