Tiago Pinto

AS ROMA NEWS CONFERENZA TIAGO PINTO – Tiago Pinto, direttore sportivo della Roma, ha parlato in conferenza stampa per commentare il mercato dei giallorossi come è consuetudine in estate. Queste le sue dichiarazioni:

Iniziare una stagione con un allenatore a fine contratto è rischioso. Cosa ne pensa? Quali sono i progetti della società su Josè Mourinho?
“Faccio un’introduzione: mantengo la parola, ho sempre detto che non parlo tanto, ma sono disponibile a chiarire le situazioni del mercato alla fine della finestra del mercato. So perfettamente che ci sono altre domande e temi da affrontare. I rinnovi sono temi importanti, trattati internamente e non li trattiamo pubblicamente. In questo momento siamo consapevoli del momento che stiamo vivendo, siamo carichi e motivati per riprendere dopo la sosta il nostro obiettivo e le nostre forze per portare a casa i risultati. Siamo concentrati sulla Roma e su cosa poter fare meglio. I temi li affrontiamo internamente nei tempi e modi giusti”.

Verrà un momento in cui la Roma ricomincerà a reinvestire sul serbatoio giovani? 
“Quando comincia una sessione di mercato, io penso che noi abbiamo bisogno di mettere insieme tre piani diversi. Uno il piano tecnico, quello più semplice da capire e dove insieme all’allenatore e alla società vogliamo sempre migliorare rispetto alla stagione scorsa. Sotto quel punto di vista, io penso che, facendo il paragone con i giocatori arrivati e che sono andati via, la squadra è migliorata con più soluzioni e qualità. Dopo abbiamo il piano economico. Noi siamo nel Settlement Agreemenet che in due anni ci obbliga a spendere il 70% di quello che sono i ricavi del tempo. Per questo, io sono andato tutto Giugno a portare dei risultati economici per mantenere gli accordi con questo piano. Po c’è il piano strategico, dove s’inserisce la tua domanda. La Roma, per uscire da questa situazione con il Fair Play Finanziario, è importante prendere anche giocatori giovani che in futuro possano avere risultati sportivi ed economici. Se avevo pagato 20 milioni per Ndicka e Aouar, magari questa domanda non sarebbe stata fatta, essendo entrambi under 25 con centinaia di partite in competizioni importanti. Noi, con i paletti che abbiamo, stiamo cercando di riequilibrare tutti e tre questi piani. Non è facile, non è semplice garantire una squadra che sia migliore dell’anno scorso, garantire i paletti del Financial Fair Play e allo stesso tempo avere giocatori con prospettive future. Con l’arrivo di Mourinho il settore giovanile è sempre stato un parte importante della strategia perché lui dal primo giorno ci ha sempre puntato, portando molti ragazzi in prima squadra. Oggi abbiamo giocatori come Zalewski e Bove che fanno parte della prima squadra. Abbiamo altri che stanno lavorando tutti i giorni con la squadra. È vero che abbiamo aumentato il monte ingaggi, ma secondo me siamo riusciti a mettere tutti e tre questi piani insiemi. Ndicka e Aouar sono esempi concreti”.

Marcos Leonardo? 
“È un obiettivo. Voi conoscete bene il mondo del calcio e questi giocatori hanno valori importanti. Quando noi abbiamo l’opportunità di acquistarli lo facciamo”.

La squadra ha l’obbligo di consegnare per la Champions? Le parole di Mourinho secondo cui alcuni giocatori, in date circostanze, non sarebbe qui, le sono da stimolo o la sminuiscono? 
“Non c’è nessuno scontro tra me e Mourinho, parliamo la stessa lingua e tutto quello che pensiamo ce lo diciamo in faccia. Siamo entrambi motivati per portare avanti i progetti della Roma e fare il meglio per la squadra. Il tema della Champions, dal primo giorno che sono a Roma, ho capito che è la grande ambizione della società e la mia personale. Se ci qualifichiamo o no, è diverso, se siamo obbligato o no non lo dico. Quando, però, acquisto dei giocatori come Lukaku, Abraham, Aouar dobbiamo convincerli con questi obiettivi. Con tutto il rispetto per la Roma e per i suoi tifosi e per la città, noi non siamo il Manchester City. Potevo anche voler prendere Rice, ma noi dobbiamo sapere la realtà. Sul tema infortuni, oltre Dybala che la stagione scorsa è stato molto importante per noi. Da quando è arrivato Mourinho con il suo staff, noi siamo riusciti a mettere tanti giocatori che avevano dei problemi ad avere un buon recupero. Tutto quello che andrà male con Renato Sanches avrà un solo responsabile: Tiago Pinto. Io sono ossessionato da lui. Al Benfica lo volevo prendere e non sono riuscito, a Roma  ci sono riuscito. Ha avuto dei problemi in passato, se li avrà in futuro sarà colpa mia. Ma con questo staff e con questo allenatore, noi siamo capaci di farlo rendere al meglio. Per questo abbiamo fatto un contratto che se gioca un certo numero di partite noi dobbiamo acquistarlo. Se le cose vanno bene siamo tutti contenti, se vanno male il responsabile sono io perché sono consapevole dei rischi. Non volevo perdere l’opportunità di portarlo qui”.

In questa stagione resterà la stessa linea attuata lo scorso anno con gli arbitri? 
“Questa è la domanda che tutti i miei amici in Portogallo ridono quando rispondo, perché il mio storico con gli arbitri non è positivo. Io non voglio entrare in guerra, non voglio fare delle polemiche, siamo solo alla terza giornata di campionato. Dobbiamo ascoltare i consigli degli arbitri, ma anche loro devono ascoltare noi. Io ho un po’ smesso di seguirli, perché non ci capisco nulla. Pensavo di vedere tante partite e capirne di calcio, ma io non riesco a capire la differenza tra il contatto di Zaniolo con il Napoli e quello di Rui Patricio con il Milan. Non è una critica a nessuno. Oggi sembra che il potere decisione all’interno del campo è minore per gli arbitri. Più che le polemiche e le interviste, penso che le persone responsabili devono ascoltare ciò che dicono gli allenatori e i giocatori. Quando tu non capisci l’uniformità dei criteri, come adesso il caso del tempo extra, è una cosa che succede non solo in Italia. È un tema molto complicato. Noi ci aspettiamo giustizia dagli arbitri, come tutti. In alcune situazioni abbiamo atteggiamenti che alla gente non piace. Ma adesso sto facendo capire la strada che il calcio sta prendendo”

Cosa è successo con Beltran? alla fine per l’attaccante è arrivato Lukaku. 
“Ho 38 anni, sono divorziato, non ho figli e sono abituato a prendere i no. Non è un grande problema. Non ho seguito attentamente tutti i nomi che ci sono stati accostati. Sia Scamacca che Marcos Leonardo sono giocatori che abbiamo trattato. Scamacca è un giocatore con la quale stavamo parlando, ma non siamo riusciti per le ragioni che sono pubblicamente conosciute. Marcos Leonardo è ancora un obiettivo. È un giocatore che noi seguiamo da 15-16 mesi. Era una situazione che per noi, non dico che era fatta e tranquilla, ma era sulla buona strada. Abbiamo avuto la sfortuna che un club storico come il Santos lotta per non andare in Serie B, il direttore tecnico è stato licenziato, hanno venduti due ragazzi di 17 anni per 30 milioni e la situazione si è fatta difficile. Vendere il giocatore più importante della squadra nel mezzo della stagione è diventata una situazione politica e ho rispettato la decisione del Santos. Mi è dispiaciuto ma continua ad essere un obiettivo. È un giovane che conoscono bene di 20 anni con 150 partite e 50 gol per un club come il Santos. Io penso che questo mercato è stato difficile per tutti i club che cercavano un attaccante. I grandi club con grande potere economici hanno avuto difficoltà o hanno speso alla fine 100 milioni per prendere un attaccante. Io penso che tutti i tifosi della Roma siano felici di avere al 28 agosto Lukaku, piuttosto che Tonino. Sul tema della Fiorentina, non so di cosa parli. Beltran è un giocatore che noi conoscevamo, ma non so cosa sia successo con la Fiorentina”.

Sulla cessione di Matic? Si è parlato molto anche di Frattesi. 
“Vi piace parlare dei miei insuccessi. Su Nemanja non voglio dire grandi cose. È una situazione che mi dispiace e che non mi aspettavo. Le ultime due settimane di Matic a Roma, non me le aspettavo. Sono un po’ diverso da voi su queste cose. Voi prendete il lato negativo, io quello positivo. Abbiamo preso Paredes, campione del mondo. Dobbiamo andare avanti. Come ha detto anche il mister, se Matic un giorno vorrà spiegare lo farà. Non merita tante parole. Su Frattesi ho sempre detto che era uno di quei giocatori che mi piaceva di più. Siamo tutti liberi di fare le scelte che vogliamo. Non ho rimpianti, voglio bene a Frattesi e Scammacca. Sono portoghese ma mi sento un po’ italiano e saranno importanti per la Nazionale. Sono due grandi giocatori. Noi in quella trattativa per Frattesi abbiamo anche preso dei soldi. Nel piano del Financial FairPlay abbiamo due cose diverse. Uno è il Settlement Agreement da 4 anni, dove in due anni dobbiamo spendere il 70% dei ricavi. Li siamo allineati con la proprietà e la Ceo. Quando io sono andato di fretta a fare quei 34-35 milioni entro giugno era per questo piano. Dopo, tutti questi soldi entrano in questo piano. Ma dopo, c’è un altro strumento che è il transfert balance che fa il monitoraggio dei giocatori che sono nella lista Uefa da un anno all’altro e fa il bilanciamento tra i giocatori che entrano e quelli che vanno via. Noi abbiamo fatto 15 milioni di euro di rivendite, Calafiori, Frattesi, Antonucci, Under. Sono circa 15 milioni di euro. Questi soldi non entrano nel transfert balance. Noi abbiamo 17-18 milioni con Tahirovic-Missori e Volpato, ma questi ragazzi non erano in lista A, ma in lista B e non contano sul transfert balance. Sono più di 30 milioni di euro che abbiamo fatto che non contano. Ho litigato una settimana con Luis Campos per Paredes perché io volevo una cifra e lui un’altra. Alla fine siamo riusciti a fare 2 milioni e mezzo di trasferimento e 2 milioni di bonus che sono difficili da raggiungere. Paredes deve giocare 80 partite da titolare per arrivarci. Nel transfert balance loro mi contano il 100%. Il costo di Paredes sono 4 milioni e mezzo. Io non vengo qua a dire che questo è un male, sono totalmente d’accordo ma con questo strumento il nostro lavoro è molto difficile perché dopo siamo costretti ad escludere due giocatori nuovi non possono entrare nella lista per essere in pari con il transfert balance. È difficile avere una squadre più forte, riequilibrando i monti ingaggi che in questo anno non siamo riusciti perché quando porti questi giocatori devi pagare, avere un piano strategico e seguire questi piani”.

Qualcuno ha scherzato sul suo cambiamento fisico da quando arrivato ad ora. Questioni esterni e portiere.
“Pure io ho capito questo, sono diventato diverso ma sono dimagrito e ho successo. Sono stanco, non lo nascondo. È difficile essere tre mesi sotto questa pressione ed ansia senza dormire e mangiare, non mi condiziona molto la pressione esterna ma voglio fare le cose fatte bene. Infatti dopo la conferenza vado in Portogallo. Penso sia normale il giudizio delle persone su queste tre partite, per fortuna e speriamo avremo 54 partite da fare. Abbiamo Spinazzola, Zalewski, e gli altri che hanno qualità, possono fare meglio come tutti noi, ma sono troppo affrettati i giudizi per tre partite. Avremo margine di crescita, siamo motivati per far meglio e lo faremo, sono sicuro. Sul portiere ancora di più. Quando sono arrivato qui la situazione portieri era un problema. Rui è stato il migliore della Conference, poi nei top della Serie A per clean sheet, ora che non è stato al livello ci facciamo domande. Se giochiamo male, lo facciamo tutti. Ho fiducia in tutti i giocatori al 100%. Se qualche agente di un portiere ti ha detto che li ho chiamati, è bugia”.

Non è pericolo per i giocatori avere allenatore e Gm in scadenza?
“Ho risposto prima, su questi temi dei rinnovi parliamo nelle sedi giuste e non qui. Sono sicuro che in questo momento siamo tutti concentrati su un obiettivo: fare del nostro meglio durante la sosta, poi migliorare quello che dobbiamo quando ci ritroveremo tutti, insieme ed uniti come una famiglia. Ho detto quello sulla situazione dell’allenatore, figuriamoci se mi preoccupo della mia. È l’ultimo dei problemi”.

La trattativa più difficile?
“Sono veramente fortunato, l’ho detto nell’ultima conferenza stampa. Durante la prima estate non potevo uscire di casa dopo la partenza di Dzeko ed è arrivato Abraham, poi Dybala e quest’anno Lukaku. Sono trattative diverse, persone diverse, la cosa principale è far sentire ai giocatori che sono importanti. Non è tema di soldi e contratto, ma far capire che Roma è un club importante dove possono sentirsi importanti. Sono scaramantico, in tutte le sessioni mi piace portare uno così e vediamo nelle prossime. Sono molto fortunato”.

Spettro Arabia Saudita, si è parlato anche di Dybala. Avete mai avuto paura di perderlo?
“Pensavo che la domanda fosse se anche io andassi in Arabia. Ero molto contento di aver portato Dybala, qui mi avete chiesto della clausola e in tutta la stagione se n’è parlato. Abbiamo un grande rapporto con Paulo e il suo entourage, è un essere umano e professionista fantastico, abbiamo una comunicazione onesta, godiamoci il giocatore. Non ero preoccupato e almeno due stagioni possiamo goderci Dybala, poi nel momento giusto in futuro si parlerà di quello. Vi invito a fare una riflessione: quando si è detto e scritto che sarebbe andato via? Dovete riflettere sul chi e per cui si alimenta questa cosa. Non ho mai venduto aspettative fake, per cui ho un grande rapporto con lui, penso che sia contento qui e faremo tutto per continuare qui”.

Quando ha capito che l’operazione Lukaku sarebbe stata possibile?
“Non mi conviene dirlo. Ho tanti difetti ma non sono bugiardo. Non posso dire tre mesi fa, non potevo prenderlo a giugno e luglio. Ho un buon rapporto con le persone che lo seguono, conoscevo la sua situazione. Il mio lavoro è anche questo. Ci sono situazioni al 1° luglio impossibile, devi monitorare e non parlare con nessuno, poi sfruttare l’opportunità al momento giusto. L’intervento dell’allenatore è stato importante, come con tutti, ma in questo caso più importante per il lavoro che hanno. Poi avete visto il coinvolgimento dei proprietari, hanno semplificato il lavoro e hanno sbloccato le cose. Non mi va di dire il momento esatto, ma tutti questi giocatori come Lukaku e Dybala e altri che avevo in testa e non sono riuscito devi aspettare il momento e devi essere veloce. Abbiamo impiegato 4-5 giorni, se parli troppo perdi l’opportunità”.

Il mercato georgiano?
“Kvara è molto forte. Oggi lo scouting è più democratico, si sono tanti giocatori di Paesi non conosciuti circa 10 ani fa e oggi sono importanti anche perché tutti i club cercano di fare il meglio possibile con le minori risorse. La cosa più interessante nel calcio è che il calcio è più democratico”.

Non le chiedo il voto, ma quanto è soddisfatto? C’è un rimpianto?
“La stagione scorsa avete dato un voto molto buono… si vede alla fine. Voglio essere sempre coerente con quello che dico, ho sempre detto che il mercato è il 20-30% del successo sportivo, il lavoro quotidiano è più importante. Da quando i Friedkin hanno preso il club chiaramente hanno fatto investimenti importanti, farlo evolvere dal centro sportivo allo stadio, e la squadra deve essere riflesso di questa strategia e ambizione più delle interviste e delle parole. Dobbiamo mettere i fatti. Nel mio lavoro cerco di fare il meglio e garantire migliori condizioni della scorsa stagione, se mi chiedete se sono contento? Ho sofferto tanto e lavorato tanto, non siamo mai contenti. Ho imparato male dal mio vecchio presidente che quando chiudo una trattativa potevo far meglio. Non sono mai felice. Penso che abbiamo fatto un buon lavoro per rendere giustizia all’ambizione della proprietà”.

Scorrettezza per Zapata?
“Ho anche i miei difetti, sono testardo. Durante una trattativa ho qualità e difetti e ho una cosa magari non molto orientata in Italia: ho un orientamento tedesco, se dico una cosa è quella e basta. Non parlerò mai di scorrettezza, Atalanta e Gasperini possono prendere una scelta. Non posso nascondere di aver parlato con Zapata, non siamo riusciti a prenderlo e abbiamo trovato altre soluzioni. Ripeto: abbiamo parlato con lui, è stata una trattativa e alla fine non è andata in porto e non dirò mai che non lo abbiamo preso per scorrettezza”.

Roma-Milan?
“Ripeto: quando perdiamo lo facciamo tutti, quando vinciamo altrettanto. Non siamo contenti della situazione, ma non c’è motivo di panico. Sono state tre partite, difficili poiché il mercato è aperto, c’è confusioni e ci sono problemi. Ma siamo consapevoli del valore che abbiamo, che possiamo fare meglio. Sono motivato e carico per tranquillizzare tutti, avremo le condizioni per migliorare dopo la sosta. Facendo paragone con mercato e risultati, manca equilibrio e so che qui è difficile a Roma. Il giorno in cui abbiamo Azmoun ho 100 messaggi su Instagram e mi dicono ‘vattene, sei scarso’, scarso lo sono. Prendo Lukaku e mi fanno i complimenti. I giocatori hanno qualità, l’allenatore anche, siamo consapevoli del momento ma siamo carichi e motivati per trasformare il problema in una situazione positiva. Tranquilli”.



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