Luciano Spalletti, tecnico della Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro la Fiorentina. Queste le sue dichiarazioni:
Bollettino medico: “Oggi qualche situazione c’è, però Jesus rientra in gruppo, Perotti lavoro individuale: si valutano le risposte, ma per domani non ci sarà. Florenzi prosegue il percorso riabilitativo. Vermaelen ha questo problema alla mano che viene fuori da questo trauma contusivo durante l’allenamento ed è fermo. Bisognerà vedere come intervenire per poterlo far allenare nei prossimi giorni, perché essendo alla mano qualche rischio c’è. Quindi vanno valutate bene le cose, penso che il dottore faccia uso anche di specialisti per vedere qual è il limite al quale si può arrivare. Per il resto tutti a disposizione”.
Dopo la partita di andata con la Fiorentina lei disse che era stato un match deciso da episodi, ma parlò anche di una mancanza di cattiveria da parte della squadra. A distanza di un girone, vede una Roma diversa in questo momento?
In quella partita lì secondo me ci sono stati degli episodi di gioco da parte nostra che potevamo usare meglio ed in maniera diversa, ed è quello a cui dobbiamo fare più attenzione. Dobbiamo dare più importanza a ciò che dipende da noi. Secondo me la squadra per certi versi è maturata, è una squadra che si è consolidata, è cresciuta, e ha nelle possibilità ancora dei miglioramenti. Noi dobbiamo essere bravi a metterci qualcosa di più sotto l’aspetto della velocità del gioco offensivo in questo momento qui, ma come quadratura e consistenza dobbiamo mantenere quello che abbiamo fatto, al di là dei tre gol di Genova, nelle ultime partite. Secondo me la mia squadra non sta attraversando un brutto momento, non ci sono state delle prestazioni eccezionali nelle ultime partite, però noi stiamo abbastanza bene.
Lo scorso anno ha più volte elogiato il lavoro di Sousa. A un anno di distanza come valuta il percorso della squadra viola?
Come quello di tutte le squadre. Nel nostro campionato capita di passare un momento di difficoltà, è successo anche a loro come è successo a tanti e come capiterà a tutti nell’arco di un campionato, però ora stanno molto bene. Sono stati bravi a riorganizzarsi, hanno ritrovato qualche calciatore fondamentale e la presenza e la condizione di qualche calciatore forte. Ora sono una squadra forte. Hanno fatto risultati nelle ultime partite, hanno fatto prestazione. Quindi sarà una gara veramente difficile ed equilibrata.
Si sta parlando tantissimo dello stadio, non è solo un’occasione occupazionale, è un’occasione per tutto il calcio italiano. Perché è un’opportunità?
Prima di tutto sono intervenuto perché lo penso e penso che sia giusto così. Sicuramente per quello che si è visto e di cui mi sono reso conto andando in giro per il mondo, ci sono sempre risvolti positivi sull’economia delle città che si possono abbinare a questi progetti. Anche perché sentivo parlare la mia società e i miei direttori dei soldi che hanno già investito in questo progetto qui, e mi sembra tutto un po’ strano. Io non voglio assolutamente parlare di politica, e spero che la politica in questo caso qui non c’entri niente perché si tratta di possibilità d’investimento per il nostro paese. Io quando vado a Londra e vedo tutto questo movimento intorno al calcio e intorno alla Premier, anche se riguarda la stessa città ci sono 10 stadi e ci sono investitori arabi, americani, russi. La bellezza del paese o della città è stata determinata anche da questi investitori che sono venuti a creare questi presupposti e a metterci dei soldi. Capisco che bisogna tirare fuori dei soldi e che bisogna andare a spendere in un momento difficile in cui i soldi non si hanno, ma se ce lo fanno e se se lo pagano è chiaro che ci vogliono delle regole che vanno rispettate. Non mandiamo il messaggio che invece di essere un’opportunità che certe persone vengano a spendere nel nostro paese, sia diventata una minaccia da cui dobbiamo difenderci, perché poi dall’esterno sembra anche questo, che speriamo non vengano a crearci questi problemi. Ma quali problemi sono? È giusto che vadano approfondite le cose e che se ne parli in maniera corretta per quelle che sono le regole, però poi bisogna trovare una soluzione perché è giusto così, e questo riguarda il nostro calcio. Io anche quando vado nei paesi dove hanno meno potenzialità, trovo degli stadi più adeguati dei nostri in Italia. Questo è un movimento importante perché mi è sembrato di non essere il solo a pensarla così, mi è sembrato che ci sia anche qualcun altro che la pensa come noi. Quindi tutte queste persone vanno ascoltate, bisogna trovare attraverso un confronto professionale quelle che sono le soluzioni per mettere d’accordo tutti.
Lotta scudetto chiusa? Il Napoli?
Noi dobbiamo rimanere attaccati a tutto ciò che è possibile. La Juve sta correndo forte, però è lì, è copiando loro che bisogna trovare stimoli per fare meglio. Dobbiamo continuare a credere che sia possibile ancora tutto. Il Napoli lo sapevamo, sono tutte e due squadre che ci impongono di provare a vincere sempre. Sono costruite bene, sono anni che si lavoro dietro a questi progetti che vengono poi esercitati i ruoli nella maniera corretta. Il Napoli ha fatto vedere che calcio vuole fare, va a chiedere giocatori per quel calcio lì, il presidente e la città sono ambiziosi. La Juve è avanti sotto tutti gli aspetti, è l’unica con lo stadio. Anche a Napoli sento parlare di stadio ed è corretto così. Sono due squadre forti. Essere in loro compagnia vuol dire essere una squadra forte.
Sullo stadio si è particolarmente esposto, così come sulle barriere. In questo momento sente la necessità di dover assumere anche un ruolo esterno al campo, quasi da dirigente, oppure è una scelta che nasce dalla sua esperienza?
No, io non sento nessuna necessità. Sento la necessità di fare bene il mio ruolo. La squadra ha evidenziato di fare un buon calcio, ha fatto vedere di essere una squadra che usava tutte le qualità che aveva, è riuscita anche a vincere delle partite. In altri momenti devo fare meglio il mio lavoro. Abbiamo dirigenti e una società forte. Lo stadio? Vogliono dare un futuro importante a questa città. Possono benissimo ricoprire quel ruolo da soli. Se si parla di barriere, e per questo faccio uso di un dialogo con il Ministro Lotti. Queste cose non si fanno per amicizia ma per professionalità. L’amicizia rende più agevole il confronto, ma ci vogliono dei perché validi. Non si va a fare le cose perché uno è amico dell’altro. Dobbiamo sicuramente essere più responsabili come comportamento, mi sembra di esserci stato attento. Allo stadio devono venire le famiglie e i bambini. È capitato di invitare gente in questa realtà e dicono: questo è il sogno che vorrebbero vivere migliaia di bambini a casa. C’è bisogno, come si vede dalle altre parti, di divertirsi allo stadio, perché è la volontà di queste persone. Quelli che vengono e usano lo stadio per far casino, devono stare a casa. Non devono assolutamente far parte del mondo calcio. Dobbiamo prenderci delle responsabilità, però qualsiasi tipo di barriera non è mai sintomo di libertà, non è finalizzata allo stare insieme e al confronto civile, al dover qualche volta accettare quello che dice quello vicino. Se no si rischia di fare tanti piccoli recinti. Bisogna comportarsi bene: se ognuno deve stare al suo posto, deve farlo. Regole, adeguamento alle regole, civilità, libertà e giusti comportamenti.
Gerson e Grenier?
Mandare Gerson in Primavera è stata una mia scelta, ma non vedo niente di strano. Se non avessimo giocato di martedì, non sarebbe andato. Non c’è nessuna punizione, altrimenti non avrebbe fatto il capitano. Hanno bisogno tutti e due di giocare. Abbiamo deciso di mandarlo a giocare perché c’era la possibilità di farlo. Vediamo a che punto è nella realtà. Quando giochi spesso non fai allenamenti per tutti, non lo vedi nel contesto di squadra. È più difficile analizzare lo stato di forma. Il fatto che sia stato mandato lì perché l’abbiamo punito è una cazzata.
Badelj e Borja Valero cosa avrebbero potuto aggiungere alla Roma?
Dal mio punto di vista di allenatore, è giusto andare sulle cose importanti che danno vantaggio a noi. Io sono contento dei calciatori che ho, non ho rimorsi sulle richieste fatte alla società. Loro sono due calciatori forti, ma io ne ho due altrettanto forti in quel ruolo. Nel mercato abbiamo fatto anche altri nomi. Borja Valero è un giocatore che vogliono tutti, dove lo metti sta, anche nel Barcellona o nel Bayern. Siamo dovuti andare su altre scelte che sono ugualmente importanti per quello che riguarda la nostra realtà. Loro sono forti, non hanno solo questi calciatori. Hanno giovani di prospettiva, hanno un gioco, hanno una società forte. Altrettanto noi. Sarà un confronto bello, di alto livello. Noi siamo contenti dei giocatori che abbiamo. Se un mio calciatore viene e legge che avrei voluto Borja, è un limitare la possibilità o le qualità di un mio calciatore che invece sono di pari livello.
Qualcuno nello spogliatoio le ha chiesto di firmare il contratto?
No, non penso gli interessi molti. Quello che è detto è stato chiaro: i contratti bisogna meritarli con i risultati. Ci sono scadenze e priorità per i ruoli che si hanno, ognuno va a farle valere, ma si arriva fino in fondo così. Questa cosa rimane così.
Giocatori possono essere distratti dallo stadio e dalle barriere? Se la Raggi ti invitasse a parlare dallo stadio ci andresti?
No, i giocatori venendo a far parte della Roma, essendo Roma, essendo una città che ha degli eco facili per come è confermata, devono essere pronti ad assorbire anche qualcosa di diverso. Per l’importanze del club, per la passione dei tifosi, per tutto ciò che riguarda il mobimento Roma. Per noi è una partita fondamentale e loro lo sanno. Se c’è la possibilità di dare un contributo di dare un futuro, bisogna fare anche questo. Bisogna impegnarsi per la crescita e lo sviluppo. Però diventa fondamentale questa partita qui, i giocatori lo sanno. Io non ho i titoli per andare a parlare con nessuno. Io dico una cosa che sento e diventa giusta se partecipano questo numero di persone. A parlare con la Raggi ci deve andare il presidente e il dg, quelli competenti per questo confronto. Io, come ho detto prima, devo fare meglio il mio lavoro, perché lo posso fare ancora meglio.
Come sta la squadra fisicamente?
Non sono preoccupato. Quelli del Cesena andavano fortissimi. Quando ho visto scattare Rodriguez e tenere botta a Manolas e Ruediger… vanno forti anche loro. Quando li ho visti col Sassuolo è stato uguale. In Inghilterra succede spesso che grandi club vanno fuori dalle coppe contro squadre piccole. Siamo stati bravi a reggere il primo tempo, nel secondo ci siamo meritati la vittoria. Probabilmente si meritavano i supplementari, ma la Roma nel secondo tempo è migliorata, è cresciuta, ha fatto vedere di saper cambiare alcune cose per mettere a posto a partita in corso quello che non andava bene all’inizio. È per questo che è giusto che abbiamo avuto accesso alla semifinale.
Un campo usurato causa rugby potrebbe modificare il gioco?
Sappiamo della completa disponibilità del Coni per riuscire a sistemare, e lo hanno anche fatto. Hanno sostituito le zolle di una porta per renderlo migliore in quei posto dove era stato pasticciato di più. Anche questa sarebbe una tutela da fare. Bisogna tutelare lo spettacolo se c’è tutta questa passione. Bisogna tutelare lo spettacolo che gli si offre. Abbiamo la massima disponibilità nel riuscire a sistemare. Questa addizione di eventi non aiuta. Ci si è messo un po’ anche il tempo, piove e non sarà un buon campo. Sotto l’aspetto della goduria del confronto, sono convinto che sarà godibile lo stesso perché sono due squadre forti. Troveranno strade diverse per farsi apprezzare.
Lei dice che i contratti sono legati i risultati. Quali sono i risultati?
Quella che è la via di mezzo la valuteremo come sempre si è detto se ci saranno gli elementi. Se si arriva secondi, se si creano presupposti di crescita. Oppure vincere, vincere vuol dire vincere, vuol dire arrivare primi in qualche competizione. Si arriva in fondo e si valuta tutto. Se io sono contento di lei, se lei è contenta di me, e si tirano le somme.
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