Luciano Spalletti, allenatore della Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro l’Udinese. Queste le sue dichiarazioni:
Bollettino medico: “Perotti ha un risentimento al soleo sinistro, non ci sarà. Florenzi è un calciatore che noi aspettiamo a braccia aperte, sarebbe il nostro grande rinforzo. Poi tutti a disposizione”.
Dove deve migliorare la squadra nel girone di ritorno?
Avevamo sempre detto di aver fatto cose buonissime in funzione dello spettacolo, in funzione dei gol. I numeri dicono questo. Abbiamo sempre detto che a volte ricadiamo nell’abbassare il rendimento, non capiamo i momenti in cui bisogna mettere un po’ di legna, un po’ di forza e intensità, contrasto, palle recuperate sul gioco sporco. Con quello fatto nell’ultimo periodo noi andiamo a dare forte considerazione anche a quegli atteggiamenti li. La squadra ha assorbito questo fatto di capire che ci sono dei momenti in cui c’è bisogno di creare sostanza e che bisogna andare a quello successivo in cui faremo rivedere la nostra qualità offensiva. Sono segnali importanti. A Genova abbiamo vinto meritatamente. Ci hanno creato difficoltà come ha fatto con tutte le squadre su quel campo li. Noi però ci siamo costruiti, oltre il gol fatto che è venuto in maniera un po’ rocambolesca, delle azioni e delle trame offensive che ci potevano dare lo stesso risultato. Di conseguenza nell’analisi generale penso sia corretto così. Siamo sulla strada giusta.
Due trasferte complicate per iniziare il 2017. Genoa e Udinese presentano insidie differenti?
Noi le abbiamo preparate uguali. Sono due trasferte insidiose per cui noi dobbiamo mettere quelle qualità di cui abbiamo parlato adesso. In alcuni momenti ci sono mancate, la differenze è che a Genoa c’è quell’ambiente li che ti crea delle difficoltà di espressione della personalità e convinzione calcistica. Ti limitano con la loro disponibilità all’affetto verso la loro squadra. A Udine sarà più facile giocare, ma hanno ugualmente giocatori di forza, corsa profonda, un allenatore espertissimo e bravo e a Udine è anche facile poter evidenziare una libera personalità per i calciatori, cosa che è più difficile in ambienti come la Roma, l’Inter, il Milan, il Napoli, dove per forza devi accostare questo tuo essere calciatore o fare delle analisi obiettive in base a quello che è il tuo rendimento su quello che vuole la piazza, che sono risultati e vittorie. Qui è sicuramente diverso.
Pinzi l’ha definita un pazzo scatenato ma geniale. Si rivede?
Mi ha dato una mano da questo punto di vista (ride ndr). Per questo ogni volta ci guardavamo e ci capivamo al volo, sapevamo subito quello che dovevamo fare. Pinzi è stato un professionista eccezionale per me. Rivedo molto di quella squadra li nella mia Roma attuale. Pinzi era un calciatore… per fargli due complimenti, come secondo me voleva fare lui visto che avevamo un rapporto bellissimo come con molti di quei giocatori li. L’ho messo a giocare da tutte le parti e da tutte le parti dove l’ho fatto provare mi ha sempre dato il risultato che volevo. In quella squadra li c’erano uomini veri, come ci sono in questa visto che si somigliano. C’erano giocatori come Muzzi, come Giannichedda, Fiore, Sottil, Sensini, De Sanctis, una squadra bellissima. Ogni volta che si andava in campo andavano al di là delle proprie possibilità e di ragionamenti obiettivi di persone normali per il risultato dell’Udinese, come in questa squadra qui. Vedo molti calciatori che per il risultato della Roma, ci stanno a metterci qualcosa in più del normale.
C’è un punto in comune che la lega a Delneri? E la differenza più grande?
Vi viene difficile parlare di me. Come dice il detto “poco se mi considero, quello che dicono tutti”. Il discorso di Delneri viene facile, è un allenatore forte che l’ha sempre messa sulla battaglia, sulla velocità, sull’acquistare campo, sui ribaltamenti continui, pochi tatticismi, difesa alta sempre a rischio di prendere imbarcate per le scelte che faceva, ma grandissima coerenza dall’inizio alla fine perché anche ora ti toglie il fiato, ti stuzzica dall’inizio e poi ti salta addosso perché vuol fare la partita. Abbiamo visto anche con il Verona, la mia prima partita l’anno scorso, le difficoltà che ci ha creato. Siamo riusciti a pareggiare ma se avessero vinto… sono quelle partite dove potevamo vincere anche noi, però erano sicuramente liberi d’interpretare il calcio che voleva senza timore e rimorso. Il merito più grande è la coerenza calcistica di uno dei grandi allenatori del nostro calcio dal quale abbiamo preso tutti molto.
Feghouli sperava di averlo oggi? Musonda?
E’ un tema caldo quello del mercato ed è giusto che sia così perché questo è il momento. Da parte mia diventa facile, torno ad essere coerente. Torno a ripetere che poteva anche non esserci questo mercato, perché io ho scelto questa squadra qui, che è una squadra forte. Bisogna lasciarla esprimere in qualche elemento. Questa settimana ho portato con noi Frattesi e Tumminello, ma ci sono altri giocatori tipo Marchizza, ma ce ne sono molti nella squadra di De Rossi che è un allenatore forte e ci da giocatori pronti da poter inserire in prima squadra. E’ chiaro però, come si diceva, la libera costruzione della personalità dei giocatori va fatta, non iniziando dalla fine del percorso. Qui si fanno le cose iniziando dalla fine. Si fa giocare Emerson e gli si dice che deve essere Candela, ma non può essere Candela. Ci diventerà Candela, perché ve lo faccio vedere fa qualche tempo, però c’è bisogno del periodo in cui può analizzare le sue prestazioni in funzione del risultato che dobbiamo avere a livello di squadra. Questo fa un po’ di differenza. Io non chiedo niente alla società, ho sposato la causa quando mi hanno chiamato e hanno avuto bisogno del mio contributo. Sono venuto a piedi pari buttandomici con tutto l’amore e l’affetto che ho per questo sport e per questi colori e si lavora sugli elementi che si hanno. Mi concentro su quello che ho a disposizione, sperando di far crescere un po’ Gerson perché ha potenzialità, ma c’è sempre poi quello che è il mettere un giocatore a fare una partita in un contesto in cui non è abituato, avendo degli obiettivi che sono il massimo di tutto, con quello che è in realtà all’inizio. Se riusciamo a gestire questa differenza sottile che c’é, va tutto a posto e diventa tutto più facile. Ci sta un periodo che sarà veramente dura, ma avendo una squadra tosta non dovremmo avere più problemi del dovuto, ma avremo dei problemi. Nel periodo dei 40 giorni nei cui giocheremo 11 partite. Sarà veramente duro perché ti guarda in faccia dal punto di vista del recupero. Qualche calciatore non potrà recuperare e sarà costretto a fare prestazione al di sotto del suo massimo perché non recuperi. Giochiamo domenica, lunedì facciamo recupero, martedì è liberi, mercoledì vieni all’allenamento e invece devi rigiocare. Ma anche qui ho fiducia nella gestione personale dei nostri calciatori. Abbiamo a che fare con una squadra seria, dei calciatori forti che ragionano nelle maniera giusta. Perderemo altre partite ma sarà dura per chiunque ci troveremo davanti.
Sempre sul mercato: la Juventus e il Napoli hanno già acquistato per il presente e per il futuro. Hanno cambiato i rapporti di forza con voi o è rimasto tutto uguale?
Tu me le rigiri queste domande e me le presenti sempre. Devo fare chiarezza su quello che deve essere il mio lavoro, ovvero far sapere ai miei giocatori che mi fido di loro e non ho bisogno di sostituire nessuno. Si è parlato anche di una possibile cessione di Manolas… se vedessi la mia società fare le cose per mettersi i soldi sotto al materasso, lì interverrei e faccio casino. Ma se la mia società cerca le soluzioni per trovare la strada e la via di uscita per sopperire a queste difficoltà che avremo, difficoltà oggettive, io sto con loro sempre. Si lavora duramente cercando queste soluzioni. Voi mi avete chiesto se mi piaceva Rincon, ho detto di sì. Se ne era parlato con la società, poi non si riesce a prenderlo perché ci sono società più forti, oppure è il calciatore stesso che fa delle scelte e vanno accettate. Ci sono questi due possibili calciatori di cui parlate, io li ho iniziati a guardare per vedere quali sono le soluzioni che ci possono dare una mano e dico di sì. Ci vuole tempo, c’è il lavoro di Massara e del suo staff. So che stanno lavorando e basta, ma io mi baso su quelli che ho a disposizioni. Sono loro la nostra soluzione, non è il mercato. Il mercato non mi interessa in questo momento e loro lo devono sapere. Poi c’è l’aspetto dei tifosi, delle attese e delle pretese. Mi fa piacere parlare in maniera corretta e trasparente, perché io non mi aspetto Musonda che venga qui e ci faccia vincere le partite. Io do forza a Nainggolan, Strootman, De Rossi… quelli che dovranno fare il doppio dei km e ci danno una soluzione per una palla gol. I rapporti di forza con Juve e Napoli sono gli stessi. Loro hanno a disposizione qualche calciatore più di noi. Se non siamo bravissimi e fantastici, possiamo subire delle difficoltà da un punto di vista di minutaglie. Se confronti i calciatori a disposizione della Roma e della Juve a centrocampo… sono dati di fatto, non chiedo nulla. E’ bene che i miei calciatori sappiano che dovranno fare gli straordinari. Dovranno diventare di più attraverso il loro lavoro, saremo di più.
Szczesny: se dovesse restare alla Roma, c’è la possibilità che chieda uno sforzo per trattenerlo o è rassegnato?
La cosa più importante che ha detto è quella di fare i complimenti ma di dire con chiarezza quelle che sono le possibilità di Alisson. Mentre fino a poco tempo fa doveva nascere confusione per forza tra i due, ora è tutto sotto gli occhi di tutti. Abbiamo due grandi portieri. Se però lui farà scelte diverse abbiamo un altro grande portiere che lo sostituirà. Abbiamo ancora bisogno di entrambi. Bisogna cominciare a ragionare nel modo che quelle che saranno le potenzialità del prossimo anno, i calciatori devono ragionare così. In base ai risultati di quest’anno riusciremo a ritagliarci uno spazio più importante nel prossimo campionato. Si ragiona ora, il prossimo si vede. Dal punto di vista dei portieri siamo a posto, parano da tutte e due le parti in allenamento.
Ha parlato di mercato qualitativo e mercato numerico. Ha parlato delle tante partite in poco tempo: ha bisogno del secondo tipo di mercato?
C’è il livello che ti fa star dentro la Roma e quello che ti fa stare dentro un’altra squadra. Il livello della Roma è quello di provare a vincere sempre, in altre squadre ti puoi concedere un risultato differente. Se mettiamo dentro calciatori che si possono concedere risultati differenti, ci facciamo del male. Se andiamo a prendere un calciatore che ti può dare un contributo, il discorso diventa diverso. Ma in questo dobbiamo essere bravi. Il fatto numerico lo riesco a coprire con il lavoro che sviluppa Alberto De Rossi. Quei calciatori fanno venire allenamenti di livello, una cosa importante. La Roma Primavera qualche volta ci ha sostituito nel mandare un messaggio in giro per l’Italia.
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