Luciano Spalletti, tecnico della Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro il Genoa. Queste le parole dell’allenatore giallorosso:
Bollettino medico: Pagina sempre più scarsa quella del dottor Del Vescovo perché abbiamo solo Florenzi che prosegue con il recupero, Vermaelen che ha questo risentimento al soleo ed è rischioso per cui resterà fuori, Francesco che gli è venuta questa infiammazione al tendine d’Achille destro ieri, quindi oggi farà differenziato a parte per la valutazione di partecipare alla trasferta oppure no.
Il Genoa ha cambiato tanto, sono andati via Pavoletti e Rincon e sono arrivati Pinilla, Beghetto e Morosini. Inoltre hanno vinto con la Juventus, il Milan e la Fiorentina. Cosa la preoccupa di più?
Funziona così, quando andiamo a giocare una partita si guardano le partite che ha giocato questa squadra. Si guardano quelle con le squadre più forti per vedere le reazioni che hanno avuto. Se vai a vedere Genoa-Juventus, Genoa-Milan, Genoa-Fiorentina, hanno fatto vedere di essere veramente forti. Hanno dato seguito alla mentalità sul modo di stare in campo del Genoa da Gasperini a Juric, perché anche loro sono bravi a modellarsi di conseguenza all’avversario che hanno. E’ un modo di giocare che stimola la sensibilità dei tifosi del Genoa. Fanno una sorta di marcatura a uomo, una battaglia individuale dentro le partite, di contrasto individuale che riesce a stimolare il pubblico, per cui quella è la maggiore insidia, oltre che giocano un bel calcio. Questo impatto fisico, di partita dal punto di vista di lotta che viene messo in risalto.
Molti propongono in Boxing day in Italia. Lei cosa ne pensa?
Non credo sia una questione di calendario giocare le partite a Natale, ma più una questione di come sono gli stadi. Insufficienza di conforto per partecipare alle partite. In Italia bisogna creare gli stadi, perché abbiamo un movimento importante, perché le famiglie vogliono andare allo stadio, incontro tante famiglie che si vede che vogliono partecipare allo spettacolo dello stadio. Abbiamo l’occasione di essere gestiti dagli americani e la spettacolarità dello sport che si vede in America, qui siamo indietro, quindi ci insegnano e ci danno qualcosa da questo punto di vista. Dobbiamo rispettare il sacrificio delle famiglie che vogliono venire allo stadio, perché gli dobbiamo far trovare uno stadio dove si possa partecipare e godere dello spettacolo del calcio. Finora c’è stata un po’ di battaglia con quelli che dicono “la vedono a casa ed è uguale” anche perché alle televisioni sta bene così. Ma se un giapponese accende la Tv e ci sta una partita inglese e una italiana e non sa di calcio, stai tranquillo che guarda quella inglese. La passione degli sportivi e del pubblico che vive lo stadio, la partecipazione di uno stadio inglese, il messaggio che manda una partita di calcio inglese o tedesco arriva fino sul divano del giapponese che la guarda a casa. Anche per loro è importante avere gli stadi perché il calcio italiano sarà scelto per essere guardato via cavo in funzione degli sportivi che ci saranno negli stadi. Si ritorna a sottolineare il rispetto per le persone che mettono da parte i soldi per pagare un biglietto che costa caro per vedere una partita di calcio. Dobbiamo fare gli stadi assolutamente. Se fa lo stadio la Roma sono contenti anche gli altri, perché poi saranno stimolati a farli. Anche quelli della Lazio lo saranno, però prima facciamo quello della Roma.
Manolas come sta?
Non sta bene da un punto di vista di completezza della preparazione, non ha il 100% delle possibilità. Se non è un problema fisico, dipende da me e lui viene. A Genova mette a disposizione la percentuale, poi sarà una valutazione mia se il suo 50% lo voglio usare lo stesso o lo voglio usare un pezzo di partita. Per il momento sembra che non ci siano problemi fisici ma di condizione. Lui è dentro la squadra, capirò nella strada della partita se usarlo prima o dopo.
Ha detto che chi partirà dovrà essere sostituito. Ha paura di perdere qualcuno dei big?
Sembra di essere a Porta Portese. Un giorno sembra che ci siano soldi da spendere, altri giorni che bisogna vendere un big. Facciamo chiarezza nel rispetto degli sportivi della Roma che vengono coinvolti sentimentalmente con quello che esce, perché la passione viene stimolata se si va a dare dei messaggi sbagliati. Per quel che mi riguarda il mercato poteva anche non esserci perché questa è la squadra che ho scelto, forte, che può avere ambizioni e mi stava bene per quello che era, mi sta bene per quello che è. Se poi bisogna mettere mano a qualche situazione, come Salah che è dovuto partire, Iturbe è voluto andare a giocare, bisogna saper sopperire. Massara sta valutando quello che c’è sul mercato. Noi non siamo nelle condizioni di dire “prendo questo o quello”. Dobbiamo stare attenti e fare delle valutazioni dove ci si può inserire e questa è la verità. La squadra è forte e per migliorarla bisogna investire somme che ora non possiamo investire. Stiamo attenti, i nomi che fate sono corretti perché li dicono anche a me. Giusto quello che è stato detto oggi, ovvero Feghouli, ma ci vorrà del tempo. Gli altri erano ipotesi che si sono raffreddate e quella più possibile è questa qui ma è per rimpiazzare un giocatore. Rinforzare la squadra vuol dire andare a prendere un giocatore che vuoi, ma puoi essere bravo a farlo anche così perché sta nell’abilità e nella fortuna di una squadra fortissima come la nostra manda a giocare Iturbe e il Torino si è rafforzato, ma la realtà è questa ovvero che i giocatori sanno che io e la società ci fidiamo di loro e devono giocare sulle proprie forze e sui propri numeri. In alcuni reparti non siamo tantissimi è vero, fin ad ora sono stati bravi a sopperire a tutte le partite che ci sono state, ma ci sarà un periodo dove si giocherà ogni 2 o 3 giorni e quello ti richiamerà da un punto di vista numerico di essere apposto. Dal punto di vista di forza di squadra è quasi impossibili mettere qualcosa perché siamo già forti.
Con Rincon e Pavoletti Juve e Napoli sono più forti?
Secondo me sono dei rinforzi, sono andati a cercarli. Sono mirati, scelti. Rincon piaceva anche a noi quindi si sono rafforzati oltre ad essere già fortissime al pari della Roma. Siamo forti e loro pure ed hanno portato a casa un giocatore in più. Il valore si vedrà nella frenesia di partite di quei periodi li, perché gli 11 li hanno già forti e le formazioni le hanno già forti. Nel giocare tante partite è chiaro che diventa un qualcosa in più avere un altro titolare a disposizione o il dubbio di scegliere.
Soddisfatto per quanto era stato detto a Miami da Pallotta un anno fa?
Non ho mai richiesto mai niente. Non mi piaceva l’andazzo dentro la Roma. Non mi piaceva dove stava andando la Roma, quelli che erano i modi di fare dentro le partite di calciatori forti così. Mi dispiaceva, è stata più una questione di attenzione verso quello che è stato il mio passato nella Roma. Ricostruire il valore dei giocatori che vedevo in TV forti e che non davano quello che dovevano dare, le soddisfazioni al pubblico della Roma dal punto di vista di rendimento di partite. Non era bello vedere la Roma in quel momento lì. Sono tornato perché mi sembrava una squadra forte, mi piaceva lavorarci e sono contento di essere ritornato. Non ho da chiedere niente. In questo campionato la squadra ha consolidato la sua forza, lo sta facendo vedere. Si sta rispettando il modo di lavorare, la professionalità, il rispetto verso chi è innamorato di questi colori. Io non voglio niente, voglio andare avanti con questo gruppo qui. Io non ho chiesto nessuno e non ho chiesto di cedere nessuno. Non voglio che mi vengano fatte promesse di nessun genere. Trovo chiaro il messaggio di Gandini nei miei confronti, ovvero che la società si aspetta di vincere perché c’è tutto per vincere. Per poter continuare a meritare questa società bisogna vincere, abbiamo sempre detto così e dobbiamo prenderne atto. La squadra deve sapere che il forte deve dare il massimo per raggiungere il massimo obiettivo. Non ci si scandalizza di niente. È in sintonia con quello che ho sempre detto: se non vinco devo far posto ad un altro. Qui c’è tutto per vincere. I giocatori sono forti, lo dicono anche loro e io sono d’accordo. Non dobbiamo scendere al di sotto del nostro massimo. Voi ci dite che la Roma deve vincere perché è forte, io dico che sono tornato perché la squadra è forte, la società dice che qui c’è tutto per vincere, il pubblico e i giocatori lo dicono… ora bisogna farlo vedere, non c’è alternativa.
Lei andrebbe mai alla Juventus?
Che domandina facile… Mi coglie di sorpresa. Io faccio questo lavoro, sono un professionista. Ci poteva mettere anche Fiorentina, Inter e Milan. Se continuerò ad allenare, io vado da tutte le parti. Se lei diventa presidente verrò anche nella sua squadra, nonostante non sia il mio presidente preferito.
L’acquisto da fare sul calciomercato?
C’è un acquisto che vorrei fare nel calciomercato: il nostro pubblico. Togliessero le barriere e facessero tornare il nostro pubblico allo stadio. Questo è l’acquisto migliore che vorrei fare. I calciatori bravi si sostituiscono, anche gli allenatori, mentre la stessa cosa non si può fare con la passione del pubblico romanista. Noi abbiamo bisogno di loro, sarebbero il migliore acquisto che io comprerei volentieri in questo calciomercato. Sicuramente le partite della Roma le venderebbero ovunque, in tutte le tv, con la Curva Sud piena. E ci dovrebbero dare anche qualcosa, anzi, quelli di Sky dovrebbero dare il biglietto gratis a quelli della Sud.A Genova ci sarà un ambiente caldo. Lei diceva che si aspetta una squadra fisica.
Sta pensando a una Roma con più fisicità?
La formazione più o meno è quella, ci sono un dubbio, un paio di dubbi ma quella è. E’ una formazione di sostanza, una squadra che ha fatto vedere anche nell’ultima partita di aver raggiunto un livello di qualità importante, è ripartita bene dopo quella sconfitta. Abbiamo evidenziato una certezza di squadra forte. Questa deve diventare la nostra base, bisogna riuscire a costruirci sopra, cosa che non è facile su questi numeri. Bisogna essere bravi a saper scegliere perché le partite importanti a volte passano e non ci rendiamo conto che quella determina i commenti di un campionato intero o ce ne rendiamo troppo conto e non riusciamo a gestirle e dare il massimo, a migliorare la performance dentro la scelta della partita. Le partite importanti sono tutte, quelle importantissime sono poche e diventa difficile tutto quello che abbiamo in quelle partite li.
Un commento su Rizzoli? Nell’ultima partita non andò bene.
A volte sembra che nelle conferenze dobbiamo dare un messaggio agli arbitri. Abbiamo uno strumento, ovvero le riunioni che facciamo con la FIGC e con l’AIA, dove loro cercano di spiegare quello che è successo nel precedente pezzo del campionato. In quella riunione io ho trovato tutte le spiegazioni e le risposte che cercavo, io sono a posto. Abbiamo molti internazionali anche domani, c’è assoluta attenzione nei nostri confronti. Sono contento che ci siano questi arbitri che hanno grandissima qualità.
Bruno Peres?
E’ un grande calciatore, ha questa qualità di tecnica e velocità, oltre che la resistenza. Come ruolo preciso lo mettiamo più a suo agio se lo facciamo giocare da quinto, quando ha libertà di attaccare senza essere condizionato dalla fase difensiva. In quello probabilmente non è forte come Ruediger, però poi ha altre qualità. A me non sembra stia facendo male, a me sembra che stia facendo bene. Chiaramente quando commetti una leggerezza o un’interpretazione sbagliata che ti determina un gol a sfavore, ci poni gli occhi e attenzione ed è quello che fa il voto della partita, un gol sposta molto. Se poi si pensano alle altre componenti di quello che bisogna andare a considerare nell’analisi, si vede che lui è sufficiente in tutte le altre cose. Lì ha sbagliato, ma nel secondo tempo ha fatto bene, ha coperto benissimo la fascia a riportato su tanti palloni. Fa parte di quella squadra forte di cui parlavo prima, è un giocatore forte.
Un commento sulle parole di Tavecchio che ha detto che Roma e Napoli non hanno cultura e struttura per vincere come la Juventus?
Bisogna avere una cultura, è diversi anni che non si vince niente e non ha sbagliato tantissimo. E’ difficile vedere se la nostra cultura o il nostro modo di lavorare è corretto o manca qualcosa, non avendo vinto non siamo in quella considerazione li. Però noi stiamo lavorando bene e come dicevo prima abbiamo una società che investe nelle strutture, abbiamo una società attenta sul mercato e bisogna essere bravi a dare… è chiaro che si dice poi sempre e solo “vincere” e basta e non “crescere” si va subito a fare le cose anche usa e getta senza creare una sostanza dove tu lavori anche nel futuro. Ultimamente si parla sempre della Cina, che cosa vuoi fare? Confrontarti con loro sulla spesa? Prima il giocatore per ambire a un contratto del genere c’era da andare nella squadra forte e importante. Ora può succedere che viene una squadra cinese, ti prende e ti porta via e ti crea una scorciatoia per il successo. Per sopperire a questo fatto che qualsiasi giocatore possa venire a mancare a qualsiasi squadra, a un confronto finanziario c’è da fare crescere qualche giovane, lavorare sulla prospettiva dei calciatori. Così vanno avanti loro, ora stavo leggendo che mettono regole e sono sempre importanti in qualsiasi settore, lo trovo giuste. In certe situazioni è più facile crescere oppure no. In questo caso qui è un po più difficile. Siamo tutti d’accordo, noi bisogna vincere. Punto.
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