Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro l’Atalanta.
“Parlo io di Nainggolan prima che me lo chiediate, così poi parliamo della partita che è più importante. Con la linea impostata dalla società, condivisa e accettata da me e dallo stesso Radja, il giocatore domani non sarà convocato. Questo si lega a un modo di fare che deve essere continuativo per chi rappresenta la Roma e commette questi errori. Sono inaccettabili e non saranno più accettati. Chiunque sbaglierà pagherà in questo modo. I pensieri generali poi non mi interessano, dico solo che Radja non sarà convocato”.
Sull’Atalanta tanto entusiasmo a differenza della Roma.
Hanno fatto una grande impresa a Napoli, ma avevano avuto una battuta d’arresto prima col Cagliari. E’ la squadra peggiore che possiamo incontrare in questo momento in cui facciamo fatica. Abbiamo un solo modo, compattarci con determinazione e cercare di fare tre punti contro una squadra che ha dato filo da torcere a tutte le big. Ha grande fisicità ed entusiasmo, ma perché non dovremmo averlo noi, avendo la possibilità di essere a 6 punti dalla vetta con la partita da recuperare e allo stesso tempo cercando di portare avanti il nostro cammino, mentre le altre possono anche inciampare? Dobbiamo vincere questa partita contro una squadra forte, avremo il sostegno della nostra gente. La Roma ha vissuto momenti peggiori.
Cosa può mettere in difficoltà la Roma?
Anche l’Atalanta può essere messa in difficoltà dalla Roma con l’aggressività e la voglia di andare dall’altra parte. La capacità sta nel portare più possibile la palla nel territorio avversario. Loro sono bravi ad aggredirti nella tua metà campo ma è quello che abbiamo voluto fare anche noi, anche col Sassuolo che ci ha messo in difficoltà. Dobbiamo giocare nello stesso modo e con la stessa mentalità cercando di essere più aggressivi possibile.
Sul problema dell’attacco.
Ce lo portiamo sempre dietro, a dare risposta ogni giorno sembra di attaccarmi a qualcosa che non c’è. Ho i dati di questo campionato che sono importantissimi (Di Francesco sventola dei fogli che riportano alcune statistiche, ndr), ve li lascio qui. Una squadra che non corre non ha il miglior possesso palla, se non sta bene non tira in porta come il Napoli o non è la miglior difesa del campionato e ha un presidio territoriale così grande. Il dato più preoccupante ora è che siamo settimi per gol fatti. Dobbiamo solo cercare di buttarla dentro ora, abbiamo creato davvero tanto ma non siamo stati per niente bravi nel finalizzare. Se il Napoli ha fatto quasi il doppio dei gol dobbiamo migliorare. Il campo darà la risposta giusta mi auguro da domani.
Monchi ha parlato di mentalità vincente. De Rossi sarà convocato?
Non sarà convocato, ha provato a rientrare con la squadra ma si è riacutizzato un problema che aveva avuto in settimana e non sarà convocato. Sulla mentalità condivido, ma non si costruisce solo nei momenti positivi, si acquisisce anche nei momenti negativi. E’ il periodo peggiore nei risultati da quando sono qui. Dire che emotivamente si è mollato qualcosina può anche essere, magari anche inconsciamente. Dobbiamo essere tutti bravi a riportare questa squadra ad avere l’attenzione e applicazione che aveva prima. Manchiamo in alcuni particolari dove prima non sbagliavamo. Il filo tra vincere e perdere è sottile, col Sassuolo abbiamo subito gol quando potevamo raddoppiare. Ora dobbiamo essere incudine, silenzio e lavorare per portare a casa domani i tre punti.
La Roma non ha subito gol da fuori area, ma ultimamente ha subito molto da calci piazzati o cross.
I gol li hanno fatti tutti negli ultimi metri, quindi chi li prende è meno reattivo. Tanti gol sono segnati dentro l’area, in tutta la Serie A, per statistica. Ci sono stati dei posizionamenti sbagliati ma ce ne sono stati tanti altri fatti bene, l’idea dei gol che abbiamo preso era di fare una bella presa di posizione ma il mezzo metro ha fatto la differenza, come sul gol di Missiroli. Sui calci piazzati abbiamo lavorato sul fatto che non fa differenza se siamo a uomo o a zona, ma l’attenzione che ci mettiamo nelle marcature. I gol più brutti li abbiamo presi col Torino e la Juve e mi auguro che non accada più. Poi se uno è più bravo e stacca più alto gli facciamo i complimenti, ma ultimamente è stata più colpa nostra. Certe piccolezze fanno la differenza.
Il momento di Strootman.
Più se ne parla, peggio è. Ha un carisma e una forza nelle difficoltà tale che mi auguro possa essere resiliente. Ha dimostrato di essere un professionista, guardate i suoi dati fisici in partita. Ci aspettiamo gol e assist in più, ma con dedizione e lavoro ci riuscirà, non da solo ma con i suoi compagni.
Quanto conta la presenza di Totti?
E’ fondamentale, anche se voi sapete più di me le parole di Monchi. Lui rappresenta la società e ha grandissima conoscenza dei calciatori e ci può aiutare nelle dinamiche con questi calciatori. Per noi è un grande vantaggio averlo, ma non lo dico tanto per dire. Sta facendo un percorso, ci sta dando qualcosa ma anche noi stiamo dando qualcosa a lui.
Su Nainggolan: perché aspettare fino ad oggi per prendere una decisione?
Io do le decisioni in conferenza, non chiamo nessuno per dire cosa ho scelto. Ci vuole ponderatezza, è una situazione anomala. La scelta c’è stata, poi se volete puntualizzare se è stata fatta prima o dopo… L’importante è aver preso una strada, magari io ho scelto il primo gennaio ma non lo sapete e non ve lo dico. Le scelte si fanno insieme, lavoro con un gruppo che sta cercando di dare una mentalità vincente. Nel modo di porsi, nei comportamenti, nell’affrontare certe situazioni.
Ti sono capitate situazioni simili a quella di Nainggolan? Le hai gestite diversamente rispetto ad ora?
Non mi sono mai capitate. Il social che piace tanto perché ti fa avere notizie e ti avvicina ai giocatori deve essere anche di esempio. Radja sa quello che ha fatto, posso capire se uno ti ruba le immagini mentre fai qualcosa ma se te le fai da solo è qualcosa di peggio. Sappiamo tutti, tutti si stanno prendendo le responsabilità. Il calcio attuale è diverso, il modo di pensare è differente, da calciatore e da allenatore di pensa diversamente. Su Nainggolan però il concetto è sempre lo stesso.
Su Schick. Domani giocherà?
Non giocherà sicuramente in coppia con Dzeko. Gli abbiamo tutti dato troppo peso. Mi è stato chiesto di lui per quello che è stato pagato magari, anche quando non giocava, quotidianamente. Bisogna farlo maturare mentalmente per capire dove è arrivato, questo è il passaggio che bisogna fare. E’ un patrimonio del calcio, ha grandissimi mezzi e lo dico dopo che col Sassuolo ha giocato male. Al di là del ruolo, nel sistema poi ci può stare che non vengano esaltate le caratteristiche, ma se non riesce a fare cose semplici vuol dire che ci sono delle difficoltà. Con il lavoro e la sua umiltà ci dimostrerà il giocatore che è stato alla Samp, dove pure ha giocato a fasi alterne o da subentrato. Va analizzato anche questo, ma noi su di lui ci puntiamo.
Cosa si aspetta da quelli che hanno giocato meno come Pellegrini, Under e Gonalons?
Domani Gonalons sarà della partita, come altri ha giocato quello che doveva giocare. C’è un periodo di adattamento, in alcuni casi ho anche forzato le cose, ma qualcosa bisogna osare. A volte è andata bene, altre male. C’è una via di mezzo. Il calciatore che può essere bravo giovedì la domenica gli possono tremare le gambe. Per vederlo i giocatori vanno messi in campo. Credo che questi siano stati utilizzati il giusto per adesso.
Florenzi ha detto che è stato un anno buono, anche se la Roma è uscita spesso dalle coppe. Bisogna iniziare da qui per cambiare la mentalità?
Infatti non siamo usciti, siamo andati agli ottavi dopo non so quanti anni. Il problema non è uscire o non uscire, ma non accontentarci. La sensazione è che ci accontentiamo, ora invece stiamo massacrando tutti. Non dobbiamo buttare all’aria quanto di buono è stato fatto. Bisogna migliorare, ma il punto è dare il massimo e non tralasciare nulla e questo parte anche dai comportamenti fuori dal campo. La partita non la prepari oggi, ma durante la settimana, a casa, in quello che è il tuo vissuto. E’ determinante se vogliamo diventare una squadra vera. Si può vincere e perdere, ma bisogna capire che non dobbiamo trascurare nulla, ‘tanto la domenica va bene’ o ‘tanto domenica si corre’. Ci sono passato anche io.
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