Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del derby contro la Lazio.
Come vivranno il derby i tre giocatori tornati dalla Nazionale?
Due sono anche romani e romanisti, lo sentiranno ancora di più. Mi auguro abbiano voglia di rifarsi e mettano in campo quella rabbia e l’orgoglio che spesso li hanno contraddistinti.
Come stanno fisicamente i nazionali e Nainggolan e Schick?
C’è sempre qualche problemino ma in generale le condizioni sono buone. Nell’insieme sono contento. Per Nainggolan decideremo se sarà disponibile tra oggi e domani, Schick non sarà convocato. Sta facendo un programma graduale, finché non riferirà di stare bene con me non si allenerà. Non voglio ricadute.
Appello per i tifosi?
Lo sport deve unire e non dividere, poi che ci sia campanilismo e che mi auguro vinca la Roma è sicuro. Mi ha colpito l’affetto attorno al decimo avversario della morte di Gabriele Sandri dove c’è stata solidarietà da parte di tutte le tifoserie d’Italia. Questo è lo sport e mi auguro che domani sia una grande festa dello sport, di civiltà e che vinca la Roma.
Primo derby in panchina, cosa cambia per lei a livello emotivo?
Non è mai una partita come le altre. Da allenatore sarà ancora più dura da vivere, il calciatore ha la fortuna di mettere in campo tutto. Da allenatore spesso dipendi più dagli altri, quindi sarà più difficile per me. Sono contento di potermela giocare, sono due squadre che stanno vivendo un ottimo momento.
A cosa bisognerà fare attenzione della Lazio?
Per aver fatto i punti che ha fatto significa che ha creato difficoltà a tutti. Hanno grande capacità di andare in verticale con Immobile che ha una qualità impressionante di attaccare la profondità, lo ha fatto anche con l’Italia dove è stato uno dei più pericolosi nel primo tempo. Dobbiamo tenerne conto, è l’arma in più della Lazio per i gol e gli assist. Sono numeri davvero importanti.
Su Kolarov.
E’ tranquillo, l’altra volta mi sono fatto male al ginocchio e lui mi ha fatto una battuta ‘guardi che io ho giocato con la Lazio, non lei!’ Come a dire, la pressione dovrei sentirla io e non lei. Sarà una partita particolare per lui, ma ha grande forza e personalità e sono convinto che la affronterà nel modo giusto.
Quanto inciderà il derby?
Inciderà, ma voglio togliere il derby dalla classifica. E’ una partita unica, diversa dalle altre, che potrebbe darci il là ma giocheremo per i tre punti al di là di tutto. La Lazio è bravissima nelle ripartenze e dobbiamo stare attenti ma neanche dobbiamo snaturarci.
Su Schick.
Non ha dolore, è in crescita. Ha una fibrosi muscolare, si rischia di farsi male da altre parti. Dobbiamo portarlo al top per rientrare con me e avere subito un percorso di campo, nel giro di 4 giorni metterlo in campo in una partita anche se magari non da titolare. Non tutti reagiscono allo stesso modo, fisicamente ed emotivamente. Io ho chiesto ai dottori di darmelo solo quando lui riferirà di essere al top. Lui si sta allenando, ha fatto anche qualcosa con il gruppo ma non con il pallone. Sta migliorando, sta bene ma lo voglio in condizioni ottimali.
Quali sono le prime riforme che farebbe sul calcio italiano?
La prima è quella sulle seconde squadre. Se vogliamo far crescere i giovani, senza l’alibi degli stranieri, dobbiamo lavorarci di più. Per avvicinarli di più fisicamente e caratterialmente a una prima squadra bisogna fare così. Giocando nelle seconde squadre potrebbero fare già il salto di qualità. Il bello della vita e del calcio è che la partita successiva ti dà sempre il modo di rifarti. Dalle grandi sconfitte nascono le grandi vittorie. Per gli italiani mi auguro possa essere una motivazione. Ho parlato con De Rossi, ma sono cose nostre. C’è un grande dispiacere per la mancata qualificazione, ma io cerco di motivarli per quello che è la Roma. Hanno grande voglia di rifarsi.
Giocare contro una squadra che è sopra e ha vinto le ultime 10 vi fa preparare diversamente la partita, cioè magari pensare soprattutto a non perdere?
Non direi mai una cosa del genere ai miei giocatori. Affronterebbero la partita in maniera meno aggressiva, è come se mi avessi chiesto di pareggiare col Napoli. Stiamo crescendo insieme in un certo percorso e non lo cambierò neanche in questa partita. Poi vedremo se andrà bene, ma non dirò mai di partire per pareggiare una partita. Bisogna dare una mentalità in tutte le situazioni.
Nainggolan può essere al 100% o potrebbe giocare anche all’80% in un derby?
Nainggolan è uno di quei giocatori importanti anche all’80% e ne tengo conto. Ma credo di schierarlo pensando che possa essere almeno al 90% e mi auguro che entro domani mi dia risposte giuste. Vorrei farlo giocare.
Cosa sarebbe disposto a fare di speciale pur di vincere il derby?
Io niente, già mi hanno chiesto qualche scommessa. Io non sono in condizioni di fare niente, magari qualche quiz o giochino tra di noi. Farò di tutto per poterlo vincere, tirando fuori tutto quello che abbiamo. E’ doveroso nei confronti del nostro pubblico, aver riportato tanti romanisti allo stadio è un grande segnale e non li vogliamo deludere. Di promesse particolari non ne voglio fare e non ci ho neanche mai pensato.
Un parere su Simone Inzaghi.
Lui è più giovane di me, i nostri percorsi sono molto differenti. Complimenti a lui per come ha gestito gruppo e ambiente e per come è entrato nella testa dei giocatori. A livello di motivazione ci sono dei punti in comune, ha fatto tanto in un ambiente non facile. Io ho un po’ più di esperienza rispetto a lui.
Chi vorrebbe vedere come ct dell’Italia?
Non ho preferenze, sono più importanti gli obiettivi. Bisogna creare più infrastrutture, poi ci sono tanti allenatori bravi. Troppo facile dire Ancelotti, sarebbe una garanzia, ma non devo pubblicizzare nessuno. Se devo dire che mi piace Ancelotti lo dico che mi piace.
Fosse stato in Tavecchio si sarebbe dimesso?
Parlare della Nazionale è come sparare sulla Croce Rossa, sono concentrato sul derby. Ognuno è padrone del proprio destino, magari io mi sarei anche potuto dimettere ma sono più curioso di sentire i programmi. Ho da pensare ad altro, mi interessa relativamente ora.
Sceglierà gli altri giocatori in base alla presenza di Nainggolan?
No, la sua presenza o meno non influenzerà la scelta degli altri. Ora però ci devo pensare, non ci avevo dato peso (ride, ndr). Non inciderà assolutamente sulla mia scelta.
La pensa come Ulivieri quindi.
Non sto dicendo questo. Vanno ascoltati i programmi e vedere se si portano avanti. Mi auguro che non diventi tutto più politico e che si faccia quello che si dice. Gli allenatori anche chiederanno determinate situazioni. E’ prematuro parlarne, ma è troppo facile ora. Io ne avevo già parlato in passato dicendo che eravamo indietro di anni rispetto agli altri. Tutto torna. Quando servirà di dire i nomi ve lo potrò dire.
Chi è più forte tra Roma e Lazio? Sono due rivelazioni?
Sono tutte e due lì con merito. La Lazio negli ultimi anni ha sbagliato pochissimo, hanno fatto un ottimo lavoro in questi anni. Prendo Milinkovic-Savic, Immobile che è un giocatore importante. Hanno sempre fatto gli acquisti giusti o rigenerato giocatori come Luis Alberto che nessuno pensava potesse essere così decisivo. Sono squadre che se la giocano alla pari, non c’è una favorita a livello tecnico.
Conti ha detto che lei ha riportato la romanità. Spalletti parlava di stile Roma, a che punto è?
Lo stile Roma va costruito prima dall’alto, da una società che vuole fare le cose come si deve anche nella scelta di prendere un allenatore che, coma ha detto Conti, ha riportato la romanità e questo mi inorgoglisce. Io mi sento perfettamente integrato e mi sento veramente della Roma. Per poter avere senso di appartenenza bisogna sentirle certe cose e io cerco di trasmetterlo alla squadra e all’ambiente circostante, essere più positivi possibile e portare entusiasmo e amore attorno a questa squadra.
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