Diego Perotti ed Eusebio Di Francesco hanno parlato in conferenza stampa alla vigilia del test amichevole al Sánchez-Pizjuán contro il Siviglia per il trofeo in onore di Antonio Puerta.
Mister, mancano 10 giorni all’inizio del campionato. A che punto è la preparazione atletica e tattica della squadra?
Dal punto di vista atletico e tattico stiamo crescendo tantissimo. Una partita come quella di domani è importante per la condizione, ma lo sarà anche quella successiva. Affronteremo il Siviglia come fosse una partita di campionato, sapendo che in questi giorni abbiamo lavorato tanto. Questi sono gli unici momenti per capire le condizioni della nostra squadra, anche se sono molto soddisfatto della predisposizione al lavoro dei miei ragazzi.
Per Perotti: che sensazioni ti dà tornare qua? In cosa è diverso il Perotti che ha lasciato Siviglia e quello che sei oggi?
Per me tornare qui dopo 7 anni è una grandissima emozione. Ritrovo molti amici e torno in una delle città più belle del mondo, l’ho sempre detto. La partita di domani è molto bella e vale molto, emotivamente parlando, per il Siviglia e per il ricordo di Antonio. Ero partito che ero un bambino, ed ora sono un padre. Sono passati molti anni, sono più maturo ed ho più esperienza, ma è sempre bello tornare in questa città che per me è una seconda casa. Qui sono diventato uomo e sono cresciuto da solo. Sarà una grandissima emozione, è da tanto tempo che non calco il terreno del Pizjuan.
Mister, su cosa ritiene di dover lavorare di più? E su cosa è soddisfatto?
Sicuramente sotto l’aspetto tattico e sulla ricerca dei movimenti di squadra dobbiamo lavorare tanto. E’ cresciuta tanto la squadra, ma le situazioni vanno ripetute. Le partite servono a questo: a vedere le cose buone e meno buone. Comunque, abbiamo ancora tanta strada da fare. Sono contento della maggiore spigliatezza della fase offensiva, quando salirà la condizione dei giocatori potremo fare molto meglio.
Per Perotti: cosa pensi della preparazione di Di Francesco? Ti ritieni pronto per la stagione? Quali sono i tuoi obiettivi?
Dal primo giorno che la squadra ha iniziato il ritiro di Pinzolo, la squadra ha lavorato nel modo giusto, cercando di fare quello che chiedeva il mister. Sono arrivati altri giocatori, ma la squadra sta lavorando nella giusta direzione per arrivare in fondo ad una stagione difficile e lunga. Per fortuna, non abbiamo avuto troppi infortuni pesanti, a parte quello di Stephan (El Shaarawy, ndr). L’obiettivo è sempre quello di dover vincere un titolo. Abbiamo la squadra per farlo e personalmente alzare un trofeo resta uno dei miei obiettivi, anche per i tifosi, che pretendono molto nei nostri confronti.
Mister, cosa pensa del Siviglia?
Conosco l’allenatore del Siviglia, l’ho affrontato in una amichevole con il Celta Vigo. Ha uno stile diverso da quello di Sampaoli. Hanno giocatori di grandissima qualità, alcuni, come Muriel, li conosco molto bene.
Per Perotti: tu non hai avuto modo di giocare con Antonio Puerta. Adesso, nella Roma adesso ci sono molti ex del Siviglia…
Purtroppo non ho avuto modo di conoscerlo bene, non mi sono allenato con lui e non ho avuto il piacere di giocare con lui. Me ne hanno parlato molto bene e domani sarà bello omaggiarlo. Per me tornare per disputare questo torneo è una bella emozione. Federico (Fazio, ndr) è un fratello per me. Ed è bello anche aver ritrovato Monchi, con cui ho lavorato 7 anni. So che tipo di professionista è e conosco i suoi risultati col Siviglia. Spero che farà lo stesso alla Roma.
Mister, come giudica il ritorno di De Sanctis alla Roma e gli insulti a lui rivolti? Il centrocampo deve migliorare?
Non conosco chi ha scritto quegli insulti e non penso di dover parlare io di questa situazione. Per quanto riguarda la squadra, non è solo il centrocampo a dover migliorare, ma anche gli altri reparti. Ci sono meccanismi che sono meno efficaci perché la squadra non è ancora in condizione, quando lo sarà, miglioreremo. Per me, e lo sottolineo, non esistono le singole linee, ma concepisco la squadra come un blocco unico. La Roma è una squadra.
Per Perotti: come ti stai trovando nel nuovo ruolo che ti ha dato il mister? Senza Salah avete perso imprevedibilità, serve un giocatore come Mahrez?
Mi piace molto questo nuovo sistema di gioco. Faccio movimento che in passato ho avuto difficoltà a fare: accentrarmi, non dover aspettare la palla. Questo mi permetterà di essere più pericoloso, di fare più assist e cercare di più la porta, dove devo migliorare. Salah ci garantiva molti gol e molti assist. Sono sicuri che Monchi stia lavorando per trovare il sostituto giusto, che sia Mahrez o un altro. E’ comunque un giocatore molto difficile da sostituire.
Per il mister: gli ex Siviglia le hanno parlato di Puerta? Com’è lavorare con Monchi?
Me ne ha parlato soprattutto Monchi e conoscevo la storia tragica dopo averla vista in tv. E’ un onore per noi essere qui e partecipare al tornare. Lavorare con Monchi è una grande soddisfazione, ha grandissima esperienza. Il segreto per lavorare bene è avere confidenza.
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