Il nuovo difensore della Roma Hector Moreno è stato presentato questo pomeriggio a Boston, meta della tournée dei giallorossi.
Prende la parola il direttore sportivo Monchi: “Siamo qui per presentare Hector. Il primo acquisto che ho messo a segno come direttore sportivo della Roma, per questo sono particolarmente emozionato. E’ un giocatore che ho seguito già da quando ero al Siviglia e che speravo di aver un giorno con me. Sono molto contento del suo arrivo”.
Come ti stai integrando con Manolas e i tuoi compagni di squadra? Preferisci giocare centrale o esterno?
Sto bene, sono felice di essere in una grande squadra e di poter condividere uno spogliatoio con compagni così importanti. Sto cercando di ambientarmi il prima possibile per raggiungere l’intesa concompagni e staff tecnico. Mi trovo bene con tutti, non solo con Manolas ma anche con Jesus, Fazio e Leo. Sto cercando di capire la filosofia del mister, sono contento di giocare come terzino e come centrale. Ho ricoperto più spesso il ruolo da centrale ma se il mister vuole posso anche giocare terzino.
Perchè il capitano della nazionale messicana arriva così tardi ad arrivare a giocare in una squadra importante come la Roma? Ha registrato scetticismo nei suoi confronti?
Non saprei, personalmente sono una persona religiosa che ritiene che le cose accadano al momento giusto. Non è un alibi, ma nelle ultime due finestre di mercato nel 2014 e due anni fa ho avuto degli infortuni: una frattura a seguito della quale sono stato operato chirurgicamente. Adesso sono felice di essere qui, è una tappa molto importante della carriera. Penso di aver raggiunto il massimo della maturità sia come calciatore che come persona. I tifosi? Non ho avuto modo di registrare questo scetticismo anche perché a Roma ho trascorso poco tempo. Cerco sempre di vedere il lato positivo delle cose, di concentrarmi sulle persone che parlano bene di me, sulla squadra e se c’è qualcuno che è scettico cercherò di convincerlo sul campo e dimostrare che Monchi non si è sbagliato.
Quale compagno l’ha impressionata di più nello spogliatoio come qualità dentro e fuori dal campo?
Già lo conoscevo perché l’ho seguito nelle file De Rossi che della Nazionale italiana: Daniele De Rossi. E’ un giocatore esperto che ha ormai un percorso molto importante, ciò nonostante lavora sempre sodo, aiuta i compagni e cerca sempre di migliorarsi. E’ un esempio da seguire.
Con chi si trova meglio, con un difensore veloce come Manolas o uno più statico come Fazio?
Quando toccherà a me giocare, sarà mio compito adeguarmi alle caratteristiche del mio compagno di reparto. Si tratta di raggiungere la migliore intesa possibile come reparto e come coppia, sapendo che Manolas ha qualità nella velocità e Fazio nel gioco aereo.
Lei viene da un calcio in Olanda che è molto fisico, come sta vivendo gli allenamenti di Di Fancesco che invece sono spesso molto tattici?
A me personalmente piace molto. Nel calcio olandese non si dà tanta importanza all’aspetto tattico, non si insiste come si sta facendo in Italia. Agli ordini del mister le sedute di allenamento consistono in ripetizioni continue di movimenti per acquisire degli automatismi che a me come difensore piacciono molto. Maggiori automatismi si hanno, più conoscenza reciproca si ha, più facile sarà metterla in pratica in campo.
Rendimento del Messico e del ct?
Per quanto riguarda il ct che è colombiano e connazionale del giornalista che ha fatto la domanda, rispetto molto il suo lavoro è una persona che ha a cuore le fortune della nostra nazionale, al contrario di alcuni messicani che non fanno altro che criticare. Sul rendimento nell’ultima Copa America, è stato ottenuto il miglior piazzamento dal 2006 fuori casa, il quarto posto. Sulla Confederations Cup, si era perso l’obiettivo principale di vedere in azioni i giovani, dargli un po’ di minutaggio in vista del vero obiettivo: i mondiali del prossimo anno.
In questi dieci giorni di allenamento quale ritieni che possano essere le caratteristiche che possono aiutare la squadra?
un allenatore a cui piace un calcio offensivo, organizzato, che parte dalla costruzione della manovra da dietro: sono un po’ le mi caratteristiche volere la palla tra i piedi e avere la personalità di giocarla, giocarla tra le linee e attaccare la profondità. In particolare insistere su concetti collettivi piuttosto che individuali, anche in difesa. Sono molto soddisfatto del precampionato.
È il quarto messicano in Italia e il primo nella Roma. È la sua sfida più importante nel calcio europeo?
Senz’altro, è la sfida più importante per me ma per la quale mi preparo dall’inizio della mia carriera, per poter rendere al massimo livello e all’altezza delle aspettative. Sono molto contento e consapevole delle responsabilità che questo comporta. Mi sento rappresentate dei calciatori messicani, non essendocene stati tanti mie connazionali in Italia. Non avendo il calcio messicano molto mercato in Italia sono sicuro che la gente e direttori sportivi inizieranno a guarda con occhi diversi al calcio messicano e magari riterranno opportuno investire sul nostro calcio.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA