Luciano Spalletti, tecnico della Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida del quarto di finale di Coppa Italia contro il Cesena.

Bollettino medico: “Florenzi si allena da oggi con la Primavera. Poi tutti a disposizione”.

Domani la partita contro il Cesena. I romagnoli non stanno vivendo un bel momento. Quali sono gli elementi da non sottovalutare di questa squadra che è arrivata a giocarsi i quarti di finale di Coppa Italia eliminando Empoli e Sassuolo?
Hai già detto tutto, sei uno attenta. La sintesi da fare ai calciatori è quella lì. Hanno eliminato l’Empoli ai supplementari, resistendo anche ai tempi extra a Empoli, e addirittura col Sassuolo hanno vinto. Camplone già da calciatore era uno di quelli tosti, perché era un difensore. Sa fare bene la fase difensiva, ha portato ai playoff squadre di serie B come Perugia e Bari. Passando questi due turni, lui fa vedere di essere uno che dà sostanza alla squadra. Si affida alle ripartenze di giocatori forti come Rodriguez e Ciano. È una squadra che fa un po’ blocco tra difesa e centrocampo, ha questa velocità e questa imprevedibilità negli uomini offensivi. Camplone la sa sfruttare al massimo la potenzialità della squadra, proprio perché ha buttato fuori queste due squadre qui. Si può anche aggiungere che se alla squadra dai il segnale che fai delle cose nuove perché pensi che questa partita qui sia più facile, commetti l’errore che hanno già commesso gli altri. Hanno già buttato fuori due squadre forti, o almeno per loro fortissime. Figurati ora quale apertura dà questa partita a loro, di popolarità e di visibilità. Troveremo 11 calciatori che triplicheranno quelle che sono le loro forze nel giocare contro di noi, ed è giusto così. Se non la sapremo preparare bene, faremo come gli altri. Non c’è differenza di quello che deve essere l’approccio e non c’è differenza di quello che sarà lo scorrimento se non c’è il massimo della disponibilità e dell’attenzione.

Come si avvicina la Roma alla gara di domani sera?
C’è un po’ da verificare le cose ora, un po’ quello che abbiamo detto dopo la partita ieri. Quando si parla di ossessione non è un modo di parlare e un modo di pensare. Quando si parla di ossessione si parla di un modo di fare sempre. Più l’obiettivo si allontana, più ti ci attacchi. È quello che vuoi con tutte le tue forze e con tutto il tuo cuore. Noi dobbiamo assolutamente rifare squadra dopo quello che ci è successo, e rivincere la partita successiva. E la partita successiva è quella di domani sera. Mi aspetto che ci sia la reazione giusta. Secondo me voi avete scritto tutto giusto, soprattutto di me avete scritto giustissimo. Però poi si crea, nel modo di scrivere, quelli che vincono e quelli che perdono. Dentro la squadra nessuno prende le distanze da quello che è accaduto, nessuno lo ha fatto. Voi ogni tanto le fate prendere con quello che scrivete. Create quelli che nella sconfitta hanno vinto. Non è così. Dentro lo spogliatoio non funziona così. Con me non funziona così mai. Domani sera si fa vedere che quello lì è stato un episodio, punto e basta.

Qual è il ruolo in cui Grenier può eccellere in questa Roma? Mezzala, regista o trequartista? Come sta? Può giocare qualche minuto domani?
Lui è un calciatore che ha fatto tutti i ruoli di centrocampo. È un calciatore tecnico, non ha questa grandissima velocità, non è quello che si butta in bandierina, quello che sfora oltre le punte come passo. Però accompagna, ha un gran tiro. È quello che fa girare la palla in velocità, quello che ha destrezza nello stretto per qualità e per intuizione. Li può fare un po’ tutti i ruoli di centrocampo, soprattutto nel recinto centrale. Lì ha fatto bene anche Pjanic, è uno che ha un po’ quelle caratteristiche lì, ovvero muovere la palla e dare qualità al gioco. Ha un buon tiro da fuori, può fare gol da fuori quando accompagna l’azione. Per metterlo più a suo agio, è più o un centrocampista, o uno dei due trequartisti, o un trequartista. Dipende un po’ quello che può essere la caratteristica della squadra avversaria. Quelli sono i ruoli dove lui si trova a suo agio, soprattutto all’inizio. I ruoli dove si troverebbe a suo agio se lo faccio giocare, perché naturalmente ci deve far vedere che può giocare.

Come ha vissuto questi giorni Vermaelen? Domani potrà mettere nelle gambe minuti e fiducia?
Come li ha vissuti? Li ha vissuti come tutta la squadra perché lui non è il colpevole di questa sconfitta. Già dicendo così lei conferma quello a cui alludevo prima. Per noi un’azione dove prendiamo gol comincia dal portiere avversario, non inizia dove uno colpisce male la palla o dove Muriel ti salta. Muriel non salta solo lui, salta anche lei se se la trova davanti. Salta tutti perché i numeri dicono questo. È come gli è stata fatta passare la palla a Muriel, come abbiamo perso la palla, come si è attaccato il difensore centrale della squadra avversaria, se ci si va scoprendo la possibilità di dar facile e non ce ne frega niente, oppure se gli sono state create complicazioni. Se si è marcato bene dopo il cross dentro l’area, se il portiere poteva parare o meno. Tutte queste cose qui. Invece si va alla ricerca di dare un significato del singolo episodio. Noi dobbiamo ragionare in maniera diversa e si ragiona in maniera diversa, perché se no si creano quelle vittime lì. Per voi Dzeko era fuori dalla Roma. Aveva smesso di giocare nella Roma per voi. È ancora qui e ci farà ancora del bene. Funziona così. Dzeko l’avevate fatto smettere di giocare nella Roma e ora è uguale per Vermaelen se risbaglia una partita, Jesus aveva smesso, Emerson non poteva giocare e non era buono. Fazio all’inizio era il marito della Littizzetto mentre ora può giocare perché si ha bisogno di lui e si va avanti così. Però è giusto quello che avete scritto e che avete detto. Io sono responsabile di questa cosa qui ed è giusto quello che avete scritto. Tutto. Perché naturalmente poi devo scegliere i momenti, però Vermaelen non è al di sotto di un centimetro della qualità degli altri calciatori perché gli è successo questo, è pari e identico a quelli che a voi piacciono di più, quelli che vi piacciono che siano titolari mentre altri le riserve. Per me c’è un gruppo di calciatori e questo fatto, secondo voi, di buttare il cappello per l’aria, per me è un dare forza a quegli elementi dicendogli che ho bisogno di tutti e che tutti si debbono aspettare il momento per farsi trovare pronti.

Il mercato della Roma è da considerarsi già concluso? Cosa è successo con Gerson? Aveva avallato la cessione o era stato lui a chiedere di andare via?
Il mercato? Spero che sia chiuso, cosa che mi sono sempre augurato dal momento in cui ci stavamo avvicinando a questo mercato. Quello che per me era importante era far sapere alla squadra quello che era il mio pensiero prima che lo leggessero, soprattutto in un momento dove gli si dà un grande spazio sui giornali come nel periodo del mercato. Se la squadra sa il mio pensiero e poi ho il culo che questo si verifica, divento più credibile, è bello questo. Allora che fai, cerchi di anticipare e gli vai a parlare. Secondo me anche questa volta un po’ di energie ce le ha tolte. Quando siamo dentro e senti che quello parte, quello arriva… Questa è la squadra che mi sono scelto, a me la squadra sta bene così. Io vado in fondo con questa squadra qui. Se poi ci sono forze maggiori che, come si è detto più volte, possono dipendere dalle necessità della società o del ragazzo. Il mio pensiero è che a me sta bene rimanere così. Il fatto che ora si verifichi questa possibilità qui mi rende estremamente contento perché sono estremamente convinto che questa continua ad essere una squadra fortissima. Continua la mia ossessione. La mia ossessione finisce quando io ho raggiunto quello per cui ho l’ossessione o finché non svanisce completamente che non vedo più il traguardo dell’ossessione. Io sono contento di quello che è successo, sono contento se la squadra rimane questa. Gerson? È stata fatta una valutazione, secondo me corretta. Essendogli capitata la possibilità di far vedere il suo valore con più continuità, quella probabilmente era una situazione più adeguata per quello di cui ha bisogno lui. La società ha trovato un accordo per questa opportunità giustamente. Poi c’è quello che è il contatto del ragazzo e quelle che sono le sue situazioni personali con le trattative tra di lui con la squadra dove va a giocare. E non so cosa sia successo, però a tuttora, come correttamente sapete, è un po’ in stand-by. Potrebbe anche ritornare e noi continueremo a lavorarci con lo stesso entusiasmo di prima creando quei presupposti affinché possa ancora migliorare di più di quello che ha fatto. Da quando è arrivato io l’ho visto già molto migliorato. Sul mercato ho commesso un errore: mi sono dimenticato che se capita un’occasione buona per Seck, lo mandiamo a giocare. Paredes? Io sono contento se rimane. Paredes sono contento se rimane.

Il bilancio del mercato della Roma rispetto alle altre squadre? La Roma rimane sui suoi livelli o perde qualcosa?
Io mi rinforzavo se riuscivo a mantenere la mia squadra. La mia squadra è rimasta, per cui non abbiamo perso niente nei confronti delle altre. Siamo rimasti fortissimi. C’è una differenza: sono i 3 punti persi a Genova. Quella è la differenza peggiore, la differenza più cattiva di tutto il ragionamento che si può fare.

Ha parlato con Paredes? Le ha confermato che resta qui? Che settimana ha vissuto?
Ieri quando ci parlavo, perché poi succede che abitando nello stesso appartamento ci si possa dir qualcosa, gli ho chiesto: ‘Ah, vuoi andare via?, e lui mi ha detto ‘No, io non voglio andare da nessuna parte’. A volte delle operazioni di mercato succedono anche contro le volontà di alcuni, perché è così. Quella è stata una delle risposte che più mi ha fatto piacere. Anzi, in quelle considerazioni di sconfitta da cui nessuno ha preso le distanze, il fatto che lui a fine partita io gli abbia chiesto se andava via e lui abbia risposto ‘No no, io voglio rimanere qui, io resto qui’, rafforza quella ricerca e quella chiusura che secondo me è importante che avesse il mio spogliatoio e la mia squadra. Noi non abbiamo cercato di dare via nessuno. Mi sta bene che non sia stato preso nessuno. È venuto Grenier perché è partito un giocatore, è capitata quest’occasione qui e l’abbiamo sfruttata perché secondo noi è un giocatore che ci farà vedere la qualità che aveva lasciato intuire quando ha giocato con continuità nel Lione. Poi ha avuto l’infortunio, e poi ora ha a disposizione il tempo per rimettere tutto a posto.

Ha parlato con Manolas? Fa parte del gruppo degli scontenti insieme a El Shaarawy?
Scontenti… Se la Roma è una squadra forte e si valuta a livello di Juventus, perché mi sembra di aver risposto così quando D’Ubaldo mi ha fatto la domanda sul fatto se siamo calati come valore, se da questo mercato se ne esce in un modo o in un altro, e io ho detto: ‘No, sono gli stessi, è grazie a questi calciatori qui’. È per questi calciatori qui di cui noi stiamo parlando. Quando ci si dice che la Roma deve lottare con la Juventus, è per questi calciatori qui. Per i Nainggolan, per gli Strootman, per i Manolas. Perché mi dici che è scontento? Perché non l’ho fatto giocare una partita? Se uno non gioca una partita la reazione poi deve essere quella che voglia andare via? Ci sono delle scelte da fare quando si fa una formazione, nelle scelte ci sono sempre tre soluzioni: la mia, la tua e quella giusta. I giocatori devono essere abituati a sapere che possono essere scelti per giocare oppure no. Manolas? Rimane il valore che ha e la stima che ha. Per certi versi domani sera è una partita che se perdiamo non possiamo recuperare, al contrario di quella di domenica scorsa. Poi dici ‘ma è il Cesena…’, proprio come hanno fatto Sassuolo ed Empoli. Vuol dire che hai pensato come loro, e poi perdi la partita come hanno fatto loro. Poi dici, con loro puoi usare quelli che non hanno giocato o quelli che hanno giocato di meno o quelli che devono fare esperienza. E poi sei fuori da un quarto di finale, con la possibilità di giocare una finale importantissima che diventerà bellissima, con un avversario fortissimo, con una semifinale andata e ritorno bellissima, con la possibilità di giocare la finale a Roma. Secondo me è così. Se Manolas pensa in questa maniera qui, poi è quello che prende le distanze da quello che è successo e allora non mi sta bene. Si creano più problemi di quelli che ci sono. Manolas domani sera va in campo e comanda la difesa come deve fare in maniera corretta. Manolas fa vedere di essere uno che è un leader dentro la squadra, e che quando c’è il problema come ora, perché quando perdi una partita così, come qualsiasi partita, perché anche quando si è perso con la Juventus viene fuori il problema. Però si prende la responsabilità di pulire quel problema lì, è un leader della nostra squadra. Come altri ce ne debbono essere e come altri ce ne sono. È tutto abbastanza chiaro. Manolas è un giocatore forte che la società reputa forte. Anche quando si va a parlare di mercato, e si dice che questo giocatore è chiamato per le cifre che vale a fare mercato, è forte ugualmente. Se gli si dà un valore importante e una squadra lo paga una cifra elevata, è un giocatore forte ugualmente. E proprio perché è un calciatore forte ci può essere il dubbio se darlo via o no. Un giocatore forte ha un valore forte. Poi ci sono da fare valutazioni a 360°, ma le valutazione non sono che se non ha giocato ora è scontento. È un discorso diverso. Nella Roma ora, in questi 40 giorni, mi servono diversi giocatori, perché se io arrivo a quelle partite lì e siamo in diversi ad essere dello stesso livello, poi come l’ho persa quella di prima, perdo quella dopo. È grosso modo la stessa cosa, anzi. Probabilmente quelle che si vanno ad incontrare sono squadre ancora più forti. La situazione di confronto ti mette ugualmente nelle condizioni di essere penalizzato se non sei pronto. Si fanno le cose per la crescita del gruppo, per la crescita della classifica, per andare avanti in coppa. Però di me è giusto quello che avete scritto.



FOTO: Credits by Shutterstock.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA

🚨SEGUICI IN DIRETTA🚨