Cengiz Under

Cengiz Under, esterno offensivo della Roma, ha parlato in conferenza stampa insieme al direttore sportivo Monchi.

Prende la parola Monchi: “Probabilmente Under è il giocatore meno conosciuto di quelli acquistati quest’anno. Per me è una sfida importante. Avere qui con noi un calciatore richiesto dai club più importanti è merito della sua volontà, della società e in particolare del presidente che mi ha dato fiducia nell’acquistarlo e questo mi rende contento perché ritengo che sia un calciatore utile per il presente e per il futuro”.

Domande per Monchi

Qual è il processo che porta la Roma a scegliere un giocare con questo profilo?
Probabilmente è il meno conosciuto per i tifosi, ma non per noi addetti ai lavori. Si tratta di un giocatore giovane che è già nazionale turco e che a 19 anni ha militato nella squadra rivelazione del campionato turco che ha chiuso al secondo posto. Un giocatore che meritava già di essere segnalato e che conoscevo bene. Quando sono arrivato qua il giocatore era già conosciuto potendo la Roma può contare su uno scouting magnifico e quando con il mister abbiamo pensato ad un ruolo da rafforzare e ci siamo messi a cercare un mancino che potesse giocare a destra abbiamo subito pensato a lui, trattandosi un calciatore di prospettiva ma già importante per il presente.

Da quanto tempo lo seguiva? Quanta concorrenza c’era per Under? E’ stato difficile prenderlo?
Di tempo nel calcio ce n’è sempre meno, ma nel calciatore abbiamo grandissima fiducia e avremo tutto il tempo di aspettarlo. Oltre alle qualità sportive e calcistiche, ha grandi qualità umane. E’ un ragazzo intelligente e i suoi tempi di ambientamento saranno anche più rapidi del previsto. Concorrenza? Certo, è molto giovane e un giocatore già nel giro della nazionale maggiore, viene da una stagione buona con la squadra rivelazione del calcio turco quindi c’è stata concorrenza soprattutto dai top club inglesi. Per fortuna la Roma è un marchio che attira e siamo riusciti a portarlo da noi.

Cosa ne pensa dell’affare Neymar?
Mi crea un po’ di disagio e paura. Non so dove arriveremo di questo passo, non vorrei che costruissimo una bolla che potrà esplodere da un momento all’altro, come la bolla immobiliaria con i gravi danni che ha provocato a livello mondiale. La mia storia è chiara, non è quella di comprare calciatori molto cari, rispetto quello che ha fatto il PSG, ci saranno delle istituzioni che giudicheranno se sia legale o meno. Non spetta a me giudicare, ma mi crea disagio e paura vedere questo spettacolo milionario in un momento in cui l’economia mondiale dimostra che ci sono tante persone che fanno fatica a tirare avanti tutti i giorni. Noi dovremmo essere lo specchio della società e non lo siamo.

Emre Mor è una pista concreta?
Ieri mi hanno rivolta la stessa domanda. Oggi per evitare di tornare su questo tema dico che è un giocatore interessante ma la Roma non nutre particolare interesse. Come turco abbiamo Under e siamo contenti di avere lui.

Ha parlato con Totti di Under?
Non ho parlato con Francesco di lui. Quando l’ha incrociato qui a Trigoria mi ha chiesto quali fossero le sue caratteristiche e io gliele ho spiegate. Ha dimostrato subito la sua personalità e la sua bontà quando ha incontrato Under scattando una foto e parlandoci un po’, al ragazzo ha fatto molto piacere visto che era il suo primo giorno. Ha dimostrato una volta di più la sua grandezza che voi già conoscete più di me.

Secondo lei per riportare 65mila tifosi allo stadio si dovrà spendere per forza o c’è un metodo tenendo un profilo più basso?
Sono 3 mesi che sono arrivato a Roma e sono stato all’Olimpico tre volte e in due di queste, con la Juventus e con il Genoa, credo che ci siamo avvicinati a questa quota. Non è una mia aspirazione portare 65mila persone allo stadio, ma vincere con la Roma. Il resto viene di conseguenza. Credo che i tifosi romanisti siano sufficientemente intelligenti per capire che non servono grandi acquisti per andare allo stadio, perché i giocatori forti sono già qui. La Roma ha Strootman, Nainggolan, Dzeko, Florenzi, De Rossi. Non esiste un gancio migliore per attirare il pubblico. Ribadisco: voglio vincere qualcosa con la Roma, non attirare il pubblico.

Che effetto le farà tornare a Siviglia?
Difficile da spiegare, non so spiegare la sensazione di tornare a casa dopo i 29 anni passati la con una squadra che non sia il Siviglia. E’ difficile dire che sensazioni saranno, ma sarà difficile gestirle, soprattutto per uno dalla lacrima facile come me. Il trofeo Puerta poi ha un grande significato per tutti i sevillisti come me, è un giorno speciale per quello che ha significato. Sarà una sensazione difficile da gestire, ma sarà speciale e soddisfacente andarci con la mia nuova squadra.

Domande per Under

Cosa la attrae e cosa la spaventa di più del calcio italiano?
Vengo da un campionato simile a quello italiano. Anche da noi si gioca forte, sia in difesa che per gli attaccanti. Quando è arrivata quest’occasione di trasferimento ho accettato subito. Sono molto contento di essere qua, mi abituerò presto a questo calcio e spero di non trovare problemi in futuro.

Quali sono le sue prime impressioni su squadra e compagni?
Quando sono arrivato era il giorno del mio compleanno. All’aeroporto mi hanno accolto benissimo e mi è piaciuto molto. Non parlando per ora l’italiano, la lingua può rappresentare un disagio per il momento. Ho iniziato a prendere lezioni da subito e spero di imparare al più presto l’italiano.

Si sente pronto per fare il titolare? Che ne pensa del soprannome ‘Dybala turco’?
Mi sento molto pronto. Credo di aver dimostrato anche in Turchia quanto fossi pronto, in un anno ho segnato 7 gol e ho dimostrato le mie qualità calcistiche. Ora mi sento pronto ma vedremo a lungo andare quali saranno le mie prestazioni. Abbiamo fatto un bel precampionato in America e ho anche segnato un gol. Pure in Turchia mi chiamavano così ogni tanto perché questa somiglianza c’è, ma io sono Cengiz e ho le mie qualità, quindi vi ricorderete di me come Cengiz in futuro.

Ha incontrato Totti, che impressione fa arrivare quando lui ha invece appena smesso.
L’ho conosciuto quando sono arrivato qui, l’ho visto 10 volte. Vedevo i suoi video su internet, tifavo per lui. Mi è dispiaciuto che abbia lasciato il calcio, mi sarebbe piaciuto giocare con lui per imparare, ma non è successo.

Come si trova con Di Francesco, le crea disagio la lingua? Crede che la chiameranno in nazionale?
Non vorrei parlare della nazionale. Conosco bene Lucescu, ma non saprei di cosa si tratta perché non ho mai giocato con lui. Spero di essere richiamato, mi fa sempre piacere giocare per la nazionale. Io e Di Francesco non ci parliamo ma ci facciamo capire con i gesti, non ci parliamo ancora. Non andrà ancora così, sto studiando italiano e a breve credo di poterlo parlare.

Differenze con la Turchia negli allenamenti?
Qui si fanno doppi allenamenti, da noi non succedeva. Andiamo spesso in palestra, fisicamente sono più impegnato. Anche in Turchia si faceva palestra, ma non così tanto. Comunque mi fa piacere farlo, qui c’è più disciplina.

Cosa rappresentava per lei il calcio italiano prima di accettare la proposta della Roma? Ha parlato con qualche connazionale che ha giocato in Italia?
Ho parlato con Emre Belozoglu. Lo conosco molto bene e mi sento molto fortunato per questo. Ci siamo sentiti al telefono, mi ha detto che il calcio italiano è molto duro come sempre, però lui giocava a centrocampo mentre io sulla fascia destra. Abbiamo ruoli diversi, vedremo le differenze.

Ha parlato con Ucan, che prima di lei ha giocato a Roma?
Sì ci ho parlato. Abbiamo lo stesso agente. Lui è stato un po’ sfortunato a Roma, è stato un peccato per lui. Mi ha detto che mi adatterò in fretta a Roma, i compagni e amici mi si avvicineranno molto per velocizzare il processo d’inserimento e per aiutarmi con la lingua. La Roma non è un trampolino per andare in un club migliore, voglio essere un giocatore amato qua dai tifosi e dai dirigenti.

Sia in Turchia che a Roma ci sono ambienti caldi. Sente di avere la personalità adatta?
Mi ero informato della cultura italiana prima di venire qui. La prima cosa che ho notato è che i cibi sono molto simili rispetto a quelli in Turchia. Non ho trovato nessun problema fino ad ora e sono molto felice di stare qua, i compagni hanno un bel comportamento e vogliono fare amicizia con me, questo mi fa molto piacere.



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