2011-2018. Dopo 7 anni, ed entreremo nell’ottavo, è il momento più importante della storia della Roma. “Un mercato da non fallire”, prendendo in prestito le parole di Eusebio Di Francesco. Un Alisson da non vendere, una difesa da non smantellare, un centrocampo e un attacco da puntellare. E poi gli esuberi: Bruno Peres, Gerson, Gonalons, tanto per citarne alcuni, da ‘piazzare’. Sono tanti i temi che stanno affrontando in queste ore i dirigenti della Roma. Ma questa volta non vogliamo raccontarvi cose che vi abbiamo già raccontato, come la trattativa avviata per Coric e Marcano, come quella che avverrà per Talisca o come il sogno Kluivert. Oggi vogliamo mandare un messaggio chiaro e diretto ai media. Tutti, nessuno escluso.
Nessuno ha la certezza di poter vincere a priori, nemmeno la Juventus dei 7 scudetti consecutivi. Conta il campo, conta l’ambiente. Come “ambiente romano” non mettiamo i tifosi, ma proprio i giornalisti che hanno il dovere di informare (anche se qualcuno vorrebbe tappargli la bocca con invettive poco consone in ambienti ufficiali) ma soprattutto di unire e non dividere. Per molti, troppi anni, si è usato l’escamotage del ‘dividi et impera’. Ovvero: pensiamo a dividere i tifosi e intanto ci si spartiva gli ascolti in base ai risultati della squadra. Tanto a salire sul carro, prima o poi, si fa sempre in tempo. Noi, invece, vogliamo lanciare un messaggio quasi natalizio con diversi mesi d’anticipo: pace e bene. Per la Roma, naturalmente. Non per altro, sia chiaro.
Qualcuno prova a screditare l’avversario (chi vi scrive conosce questo ‘mezzuccio’ da oltre 10 anni perchè l’ha subito) ma la cosa più importante deve essere la Roma. E’ la Roma il ‘bene comune’. Non è così scontato che questo accada, ma abbiamo il dovere di dirlo ai tifosi. Siamo in tempo di ‘governo del cambiamento’ e tutti i tifosi romanisti, compresi i media, devono far parte del ‘governo del cambiamento della Roma’. Inutile girarci intorno: i protagonisti hanno capito gli errori del passato. E’ inutile guardare indietro a dichiarazioni di dirigenti che non hanno mantenuto le promesse. Perchè ad oggi, le premesse, sono ottimali per vincere. Non sfiorare la vittoria, non andarci vicino. Non giochiamo a bocce. La vittoria, anche di una ‘coppetta’, dovrà arrivare. Così quello ‘zero assoluto’ in 10 anni sarà un ricordo. Ma senza il vostro aiuto, e senza quello dei media, sarà tutto inutile. Ma un monito va anche agli organi ufficiali: sono proprio loro che devono creare l’ambiente positivo e vincente che chiede mister Di Francesco. Non si può riempire lo stadio solo per Roma-Barcellona o per Roma-Liverpool. Bisogna riempirlo in ogni partita di campionato, sia in casa che in trasferta. I tifosi faranno la loro parte, ne sono sicuro. I media? Se alcuni interessi personali verranno meno, forse, si riuscirà a vincere. La rivoluzione culturale è questa. Il governo del cambiamento della Roma sta partendo…
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