Ambiente: “Lo spazio circostante considerato con tutte o con la maggior parte delle sue caratteristiche”. Oppure, se preferite: “Complesso di condizioni sociali, culturali e morali nel quale una persona si trova, si forma, si definisce”. Se alla parola “ambiente” si aggiunge “romano”, abbiamo fatto bingo. Anzi, hanno fatto bingo. Addirittura c’è un profilo twitter che si chiama @ambienteromano. Ma come ci siamo ridotti? Male, molto male.

Non si vince? Colpa, in ordine: dei giornali, delle radio e dei siti. Mi verrebbe da dire, anche delle web radio, ma non vorrei che il megagalattico “dittatore generale” se la prenda. Lo disse addirittura Florenzi: “L’ambiente non aiuta. Quante radio romane che parlano di calcio ci sono? Quanti siti ci sono che parlano di Roma tutti i giorni? Vuol dire che tutto il giorno si parla della squadra. Tutto il giorno vuol dire che trenta persone diverse dicono trenta cose diverse e la gente può anche condividerle tutte e quindi nulla è facile. Questo non aiuta”.

Quindi, in sintesi, se la Roma non vince uno scudetto dal 2001, è colpa dei siti e delle radio. Ma c’erano le radio romane dal 1942 al 1983? Non mi sembra. Eppure la Roma ha dovuto aspettare tutto questo tempo per tornare a vincere uno scudetto. Vuol dire che le responsabilità erano delle presidenze e delle dirigenze che si sono susseguite nel tempo, che non hanno fatto nulla per rinforzare la Roma. Oppure vogliono appositamente creare degli alibi? Ci sono voluti Dino Viola prima e Franco Sensi dopo per festeggiare il tricolore a Roma. Ovvero quando si è deciso di investire per vincere. Il calcio è semplice, se ci pensate: se investi, vinci. Barcellona, Real Madrid, Juventus, Bayern Monaco, ecc. hanno sempre investito. Addirittura a Madrid ci sono 10 radio. Sempre a Madrid, se non vinci la Champions League la stagione è fallimentare. Prendo come riferimento il Real Madrid perchè il presidente Pallotta, tempo fa, disse che la Roma sarebbe arrivata in breve tempo a quei livelli.

Ma ogni giorno sentiamo dire, guarda caso, dalle stesse radio romane, che non si vince per l’ambiente. Perchè ci sono troppe radio, perchè ci sono i famigerati siti, perchè… perchè… perchè… e basta! Ognuno si assuma le proprie responsabilità. Non si può dare la colpa al famigerato “ambiente romano”. Fate nomi e cognomi. “Ambiente romano” è troppo generico. Abbiate il coraggio di fare i nomi. Chi sono queste persone che non vogliono che la Roma vinca? Sono degli ectoplasmi? Sono umani? Sono degli alieni? Chi è l'”Ambiente romano”? Nomi e cognomi, please.

Ha ragione Bonucci: lamentarsi è l’alibi del perdente. La mentalità va cambiata. Ci voleva davvero una rivoluzione culturale. Non quella che avrebbe desiderato Baldini “Mai schiavi del risultato”, ma che “Vincere è l’unica cosa che conta”. Oppure “Chi arriva secondo è il primo dei perdenti”. Se i giocatori della Roma troveranno la fame, quella della Juventus, che fa andare oltre, superare i limiti, senza farsi condizionare dai commenti, negativi o esaltanti che siano, cominceremo a ragionare. Fabio Capello mise in una campana di vetro la squadra per un anno. Chiedere a Candela, Cafu, Totti, Batistuta. La mentalità vincente non si acquista al mercato. Si deve creare giorno dopo giorno. Attorno ai grandi campioni, si crea l’ossatura. Come nel ciclismo: c’è il capitano, poi ci sono i gregari. Gattuso non era un fenomeno, ma che grinta che ci metteva! E aveva Ibrahimovic, Kakà, Inzaghi e tanti altri campioni. In conclusione, Di Francesco è un bravo allenatore, ma non potrà fare miracoli da solo. Ci vuole una società che lo supporti e lo difenda, ma soprattutto che acquisti giocatori forti. Solo così i protagonisti non avranno più alibi. E magari, quando si vincerà, saranno i primi ad accendere le radio romane, ascoltare le musiche del gladiatore e le canzoncine inventate sul momento da parte dei tifosi. E l’ambiente romano non sarà più un alibi. Sarà solo un ricordo. Un brutto mostro immaginario sconfitto e battuto.



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