Che ci serva da lezione la sconfitta al Wanda Metropolitano. E’ un ko indolore, che non cambia i programmi della Roma, che potrà prendersi con merito la qualificazione all’Olimpico contro il Qarabag che non ha nulla da dire in questa competizione, ma che deve far riflettere tutti. L’ambiente circostante, giornalisti illustri compresi, hanno snobbato la sfida europea in Champions League contro la squadra di Simeone perchè sostengono che sarebbe stato più importante battere il Genoa piuttosto che prendersi la qualificazione ieri sera. Finchè si ragionerà così in questa città e finchè stampa e tifosi non faranno quello scatto mentale in più, liberandosi dal provincialismo estremo, non si vincerà mai nulla.
Le partite si possono perdere e vincere, meritando o con un colpo di fortuna, ma non scendere in campo mentalmente nel secondo tempo come ha fatto la Roma, questo è inaccettabile. Di Francesco aveva lanciato il campanello d’allarme dopo la domanda di un giornalista che voleva a tutti i costi imporre il pensiero che il match di Marassi fosse più importante di quello di Madrid: “Non mi accontento, dobbiamo ragionare di partita in partita”, il concetto del tecnico giallorosso. I giocatori vivono l’ambiente circostante, sono dentro con testa e gambe, e se percepiscono che a Madrid si può anche perdere, magari giocano per il pareggio e va a finire che ne prendi due e te ne torni a casa.
Per fortuna la Roma ha costruito la qualificazione contro il Chelsea e con il pareggio all’Olimpico contro l’Atletico e si qualificherà agli ottavi meritatamente – sottolineiamolo – ma non bisogna mai mollare la presa e cercare di porci sempre l’obiettivo massimo. Niente drammi, dunque, ma come dice Di Francesco: “Questa sconfitta ci deve servire da lezione”. E aggiunge: “Non dobbiamo commettere l’errore di sentirci troppo bravi”. D’altronde siamo solo all’inizio di un lungo cammino. La Roma non ha fatto nulla. La partita importante è sempre la successiva. Spero che la rivoluzione culturale che questa società aveva intenzione di fare, possa coinvolgere tutti. L’atteggiamento della squadra in campo non è altro che il riflesso del pensiero dell’ambiente. Se vogliamo veder vincere la Roma, i primi a spingerla verso la vittoria dobbiamo essere noi. Stampa compresa. Ora testa al Genoa. Ma da adesso, non da ieri sera.
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