In questi ultimi 10 anni il mondo romanista è cambiato radicalmente. Sarà stato l’avvento dei siti tematici dedicati alla Roma, oppure il proliferare di emittenti radiofoniche giallorosse. Non è dato saperlo. Di certo è un dato inconfutabile e che fa riflettere: il tifoso della Roma non è mai stato così spaccato come in questi anni. Paradossalmente i supporters giallorossi erano più uniti con la “Rometta” anni ’90, che collezionava quinti e sesti posti, che oggi con una squadra comunque ai vertici del calcio italiano.
Mi dispiace dirlo, ma a comportarsi da veri romanisti sono stati… gli ultrà laziali. La lettera aperta a Francesco Totti è un gesto di stima e di rispetto. Si sa quanto si sono “odiati” calcisticamente la Lazio e Totti, sin da bambino, quando Francesco ha scelto la Roma e non i colori biancocelesti. I romanisti, quelli 2.0, si spaccano tra coloro che vorrebbero il Capitano dal primo minuto contro il Genoa e chi dice, con molta demagogia, “Viene prima la Roma”. Come se Totti giocasse nel Canicattì.
Merito, o colpa, vate vobis, di un certo tipo di comunicazione filo-societaria che, si sa, non vede l’ora di sbarazzarsi del Totti calciatore. La sua figura è ingombrante per molti motivi. Addirittura Federico Nisii, apprezzato (per qualcuno) speaker di Teleradiostereo dice: “In quei pochi minuti contro il Chievo ho visto un Totti non in condizione”. Sarà, ma forse ho visto un’altra partita. Tutto può essere. Ormai, come si dice, è buono tutto. Anche chi in passato, in altre radio, ha dedicato canzoni d’amore a Totti, oggi dice: “Viene prima il secondo posto”. Sempre dalla stessa radio, guarda caso. Alessandro Austini, apprezzato (per qualcuno) giornalista de Il Tempo e opinionista di Teleradiostereo (guarda caso…), sostiene che ci sia poco di sincero nei messaggi di commiato rivolti a Totti. Quindi Maradona, Del Piero, il Chievo che gli dedica una targa, Capello, Maldini, Zeman, Venditti, il mondo intero? Tutti poco sinceri con Francesco. Sarà.
In tutto questo credo davvero che i laziali non avrebbero mai permesso un trattamento del genere ad un ipotetico “Totti biancoceleste”. Era la fine degli anni ’90: Cragnotti aveva venduto al Parma Beppe Signori e il tam tam nelle radio diventava una manifestazione di massa per non cedere il loro simbolo. Gianni Elsner, stimato da tutti per davvero, anche dai romanisti, aveva organizzato tutto. Altri tempi. Personaggi di grandissimo spessore che ora non ci sono più. Allora è davvero così: i laziali sono più romanisti dei romanisti stessi. E’ una follia, lo so, ma è realmente così. Rifletteteci. Riflettiamo tutti. Ma riflettano soprattutto coloro che si definiscono romanisti e che scrivono sui Social: “Se gioca Totti la vera festa ce la farà il Genoa…”.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA