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Editoriale

Il dittatore, il numero uno e gli zeri: solidarietà a Francesco Balzani

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“Le consiglio di stare attento”. Erano le parole di Alessandro Del Ninno, avvocato dello Studio Tonucci, nel momento in cui mi sono ribellato alla decisione assurda della riassegnazione del dominio ASRomaRadio.it alla Roma. Intimidire: è questo l’obiettivo della Roma. Chi non segue una certa “linea editoriale”, chi non stende tappeti rossi e chi si azzarda a fare una critica, è fuori. Viene zittito. Esattamente come facevano i Fascisti.

E’ toccato a Francesco Balzani, questa volta. Al giornalista di Leggo, per un post su Facebook in cui non faceva riferimento a nessun tesserato della Roma, gli è stato annullato l’accredito per Roma-Juventus. Evidentemente ha pagato le verità scomode che quotidianamente scrive su Leggo e dice a Centro Suono Sport. Diciamocelo chiaramente: l’AS Roma è gestita da bambini. Il comportamento infantile di questa società non è da grande club. I nemici, se reputati tali, si affrontano faccia a faccia e si annientano, non si zittiscono. Ripeto, quello lo facevano i Fascisti.

Anche se all’epoca non ho sentito la vicinanza e la solidarietà di nessuno, nemmeno degli amici più stretti e degli ascoltatori più “fedeli” (per modo di dire…), la mia caratura morale mi porta a difendere Balzani e, soprattutto, la libertà di stampa. Nessuno, e sottolineo nessuno, può abusare del proprio potere. Tutti hanno il diritto e il dovere di informare, e non è con un atteggiamento dispotico, come il non accreditare un giornalista che vuole semplicemente fare il proprio lavoro, che si fa il bene della Roma. Il club va difeso dai soprusi che negli anni abbiamo subito dalla classe arbitrale, non da presunti giornalisti “sporchi, brutti e cattivi”. Presto i “dissidenti” saranno repressi ed esisteranno solamente pochissime emittenti e giornali che avranno il privilegio di seguire la Roma. E’ questo il loro disegno. Da Fascisti. Come accadeva a Trilussa per le sue poesie sarcastiche su Mussolini.

Nella poesia “Numeri” scritta nel 1944, Trilussa dice che lo “zero” non vale nulla, ma se messo dietro un altro numero acquista valore. Il dittatore è come il numero “uno”, invece. Acquista sempre più potere e forza quanti più sono gli “zeri” che lo seguono. Se dopo l’uno ci sono cinque zeri si fa il numero centomila (100.000). Se ce ne sono sei, si fa un milione (1.000.000) e così via. E’ una geniale metafora quella proposta da Trilussa che paragona chi segue il “dittatore” ad uno “zero”. In effetti, è proprio così. Chi ama seguire un dittatore, è moralmente e intellettualmente uno “zero”. Uno che rinuncia alla sua dignità di persona libera, che rinuncia a quanto ha di più prezioso: la sua individualità pensante e ragionante nell’ambito del consorzio umano.

Non conosco Francesco Balzani, non lo ascolto per radio, ma leggo quotidianamente quello che scrive. Mi sembra un professionista serio. Anche se sono inviso a tutta la stampa romana perchè mi sono contraddistinto per non scendere a compromessi con nessuno e perchè ho sempre detto quello che penso in faccia a tutti, mentre gli altri mi hanno sempre parlato alle spalle, diffamandomi quotidianamente, mi sentivo in dovere di dargli tutta la mia solidarietà. Ci sono passato anche io e so cosa significhi subire un sopruso. E non c’è vittoria che tenga. Lo dico chiaramente, senza giri di parole: questa non è e non sarà mai la mia Roma.

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FOTO: Credits by Shutterstock.com

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