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Editoriale

Roma, 65 minuti di ottimo calcio inducono all’ottimismo per il futuro

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Un film troppe volte già visto per la Roma, ossia molta sfortuna, molto da ridire a livello arbitrale (nonostante quest’anno ci sia la Var) sugli episodi decisivi e punita troppo severamente oltre i propri demeriti. Di Francesco auspicava e meritava esordio più fortunato nel suo debutto casalingo sulla panchina giallorossa. Ad inizio contesa per i primi 10 minuti sembra di rivedere la Roma di Bergamo, ossia un po’ contratta, “timida” è quasi incapace di portare minacce alla porta avversaria. Ma poi pian pian si scioglie, prende fiducia ed al minuto 15 su un ottimo assist in verticale (per la gioia di Di Francesco) di Nainggolan, Dzeko porta in vantaggio i giallorossi. Da qui inizia un’altra gara, il gol sopra citato, sblocca la Roma, che prende fiducia ed in mano le redini del match.

Difende molta corta, con la linea difensiva alta e con molta sincronia mette in offside le punte interiste, pressa molto alto ed aggredisce i portatori di palla nerazzurri ovunque, recuperando il più delle volte velocemente la sfera per poi ripartire per fa male agli avversari, imbastendo rapide manovre in verticale. Anche le due catene esterne sembrano ben funzionare, con Kolarov che in fase offensiva va spesso in sovrapposizione e nel versante opposto con Defrel, che pur poco incisivo in attacco, offre comunque un buon contributo in raddoppio difensivo a Juan Jesus sulla fascia destra.

L’Inter è in balia dell’11 di Di Francesco che va vicinissimo al gol del raddoppio, ma purtroppo la “dea bendata ” gli volta le spalle, visto che nel giro di pochi minuti sia Kolarov che Naingollan timbrano lo stesso palo con ottime esecuzioni balistiche da fuori area che avrebbero meritato miglior sorte. Si chiude così il primo tempo. Nella ripresa la Roma riprende lo stesso filo di gioco interrotto solo dall’intervallo e continua a tessere buone trame d’attacco grazie anche alla spinta dei suoi interni di centrocampo molto più partecipi a sostenere la fase offensiva rispetto a Bergamo.

Sale in cattedra Perotti che con un gran tiro timbra il terzo legno e si vede poi negare un rigore netto, ma ciò che sorprende di più e il fatto che l’arbitro Irrati, non ritenga opportuno neanche affidarsi alla Var. Si sa il calcio ha una sua chimica imponderabile e subito dopo quest’episodi l’Inter perviene al pareggio con Icardi nell’unica palla persa a centrocampo dai giallorossi. Mancano ancora 25 minuti, ma qui la gara cambia totalmente, l’Inter prende fiducia e gioco, grazie anche alle felici intuizioni di Spalletti, che toglie uno spento Gagliardini, inserisce Joao Mario trequartista arretra Borja Valero playmaker e mette più spinta sull’out di sinistra con Dalbert che con Perisic va formare una letale catena per i giallorossi, infatti è da quell’out che i nerazzurri costruiscono l’1-2 e l’ 1-3 che li premia di gran lunga oltre i propri meriti.

È parso evidente comunque che la Roma negli ultimi 20-25 minuti ha evidenziato una fragilità mentale (poiché dopo l’1-1 ha subito un contraccolpo psicologico) ed un calo fisico, che poteva essere anche preventivabile dato che siamo ancora ad agosto ed alla seconda di campionato. Ma questo calo fisico ha evidenziato ancor di più che per portare avanti l’idea di calcio del nuovo mister Di Francesco, la squadra deve arrivare ad essere capace di tenere un ritmo di gioco alto per tutti i 90, altrimenti poi perde di efficacia. Comunque niente disfattismi, poiché la stagione è appena iniziata e perché la squadra ha evidenziato buoni progressi. Bisogna ripartire con fiducia da questi primi 65 minuti, dove si è vista davvero una buonissima Roma che ha ancora ampi margini di miglioramento e questo ci induce quindi ad essere ottimisti.

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FOTO: Credits by Shutterstock.com

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