Alla fine non ci voleva altro che pazienza. La Roma di Di Francesco pian piano sta prendendo forma, non solamente positiva sotto il profilo dei risultati (2 vittorie e una sola sconfitta, immeritata contro l’Inter) ma anche nelle prestazioni. Se dopo Bergamo l’unica cosa da salvare erano i 3 punti, visto il gioco inespresso dai giallorossi, che hanno rischiato di capitolare più volte sotto i colpi di Gomez e Ilicic, contro il Verona si è abbinata qualità, bel gioco e soprattutto il risultato che nel calcio, si sa, è il fattore fondamentale.

I giocatori stanno assimilando gli schemi di DiFra, che aveva chiesto alla vigilia della sfida contro gli scaligeri una prestazione maiuscola soprattutto dai suoi uomini più importanti. Ed ecco uscire dal torpore Dzeko, autore di una doppietta, ma non solo: il bosniaco si è messo a disposizione della squadra, giocando per la squadra, cosa che forse non era abituato a fare con Spalletti. Non farà 29 gol come la scorsa stagione, ma le sue reti saranno fondamentali per il prosieguo della stagione. Dzeko si è visto più nel vivo del gioco, grazie soprattutto alle continue verticalizzazioni di De Rossi e Pellegrini. A proposito dell’ex Sassuolo, uno dei migliori visti sabato sera: ha dimostrato di essere un’ottima alternativa a Strootman, che sembrava poco lucido nelle ultime apparizioni.

Se la difesa ha retto bene e non è stata mai impegnata seriamente dagli attacchi dei gialloblu, una menzione particolare va data soprattutto a Florenzi. La sua duttilità tattica permette a Di Francesco di schierarlo in diversi ruoli: può fare tutta la fascia, che sia terzino destro, che interno di centrocampo o ala. E’ una delle qualità che prima Garcia, poi Spalletti, gli hanno sempre riconosciuto. La sua forza è non avere un ruolo ben preciso, ma soprattutto fare bene dovunque lo si schieri. Bene anche Under, un po’ timido all’inizio ma che alla prima occasione capitatagli ha preso il palo (quarto legno stagionale della Roma!). E’ un prospetto molto interessante che, se fatto esprimere al meglio e gli sarà concesso maggior tempo per capire il calcio italiano e il gioco del tecnico, si rivelerà una pedina fondamentale nello scacchiere tattico di Eusebio.

La Roma andrà a Benevento, ferita dagli schiaffoni del San Paolo. Non c’è mai da fidarsi in queste occasioni, ed è per questo che ci vorrà una Roma equilibrata e spietata in avanti. Sarà l’occasione per Schick? Magari non dall’inizio, ma a partita in corso potrebbe essere determinante. La Roma ha molte frecce al suo arco. Sta a Di Francesco scegliere di volta in volta quelle che sapranno maggiormente pungere.



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