Assodato da tempo che il mestiere di giornalista non esiste più (i cronisti sportivi assomigliano sempre di più ad avvocati, spesso delle cause perse, e devono portare fino in fondo una tesi per opportunismo o per linea editoriale), proviamo ad analizzare freddamente la sconfitta della Roma col Napoli. Che male c’è a dire che la squadra di Sarri è più forte di quella di Di Francesco? Possibile che in questa città non si possa ammettere la superiorità di una squadra che gioca bene, vince e merita il primato in classifica? Evidentemente no, perchè ci si appella alla sfortuna, ai pali, alle traverse, all’erba alta, al vento forte, alla pioggia. Manca solo la neve e le abbiamo sentite tutte.
Invece, analizzando seriamente la partita, bisogna dire due cose sostanziali: la Roma nel primo tempo ha impostato una tattica attendista, simile a quella che ha adottato con il Milan, facendo sfogare il Napoli e prendendo il gol per un errore grave di De Rossi. Gli azzurri, nel primo tempo, non hanno nemmeno faticato più di tanto, facendo girare la palla e verticalizzando improvvisamente per Insigne e Mertens (mentre Callejon era più preoccupato a controllare Kolarov). Di Francesco in fase di non possesso ha giocato con il 4-4-1-1, con Nainggolan dietro Dzeko, Perotti e Florenzi esterni di centrocampo per coprire l’onda d’urto dei terzini del Napoli, De Rossi e Pellegrini al centro, mentre in fase di possesso Perotti e Florenzi si alzavano, De Rossi e Pellegrini giocavano sulla stessa linea, e Nainggolan si buttava sugli spazi come incursore centrale in una sorta di 4-2-3-1. Seppur lodevole l’analisi di Eusebio, nel secondo tempo il tecnico giallorosso è tornato al consueto 4-3-3 giocando meglio e creando di più: in fase di non possesso la Roma giocava con un 4-1-4-1, con De Rossi davanti alla difesa, Nainggolan e Pellegrini centrali, Perotti e Florenzi sugli esterni e Dzeko unica punta. E’ proprio questo il punto: il bosniaco è apparso isolato e servito male dai compagni, sono mancati i crossi di Kolarov e Florenzi era la brutta copia di quello visto a Milano. I tanti errori in fase di impostazione di De Rossi, hanno fatto il resto. Paradossalmente le cose sono migliorate con l’ingresso di Fazio, che ha sostituito Manolas infortunato, dando più personalità in fase di impostazione dalle retrovie.
Ma il Napoli è un meccanismo perfetto e ha saputo coprire tutti i settori del campo, rischiando nella ripresa di arrotondare il risultato sul 2-0. Jorginho ha saputo fare filtro a centrocampo smistando palloni su Hysaj e Ghoulam che verticalizzavano in continuazione su Insigne e Mertens, mentre Hamsik giocava tra le linee andando a disturbare De Rossi che è apparso molto in difficoltà. Con queste tre mosse, Sarri ha vinto la partita. Non c’è niente di male ad ammettere la superiorità di una squadra, che ha vinto solamente 1-0 non giocando la sua miglior partita. Merito di una Roma coperta, ma fin troppo stitica in fase offensiva. Se si vuole parlare di calcio, non bisogna aggrapparsi ai pali e alle traverse. Sempre se i grandi giornalisti della carta stampata e i predicatori del nulla ne sono capaci.
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