Francesco Totti

Siamo abituati da diversi anni ad applicare la tecnologia al calcio, soprattutto nello scouting dei calciatori. Ma il pallone è una materia assai strana e variabile, soggetta a moltissime varianti. Alcuni anni fa il mio “mentore” calcistico aveva inventato di sana pianta un software simile a quello che vorrebbe introdurre il presidente della Roma, James Pallotta, nel calcio. Si inseriscono dei dati per restringere il campo di ricerca e si trovano i giocatori più adatti in base a degli algoritmi che determina la “macchina”. E’ proprio questo il problema principale. Una “macchina” non può determinare, per esempio, se un giocatore sa crossare bene o male. Il cross – seguendo questo esempio – può essere perfetto, calibrato, la macchina può anche calcolare la velocità, l’altezza e la traiettoria che segue il pallone, ma se l’attaccante in area arriva con un pizzico di ritardo, il cross automaticamente risulta inefficace. Il software dà solamente freddi numeri che non garantiscono, però, la riuscita o meno di un acquisto, soprattutto se si tratta di un giocatore giovane ancora da svezzare. Il calcio non è come il basket o come il football americano, dove questi dati, magari, sono più utili.

Un software può essere efficace per restringere il campo di ricerca, per ottenere dei dati fisici, ma per quanto concerne le caratteristiche tecniche e tattiche di un giocatore occorre obbligatoriamente riscontrarle sul campo. Non basta guardare una volta un giocatore, ma più e più volte. Inoltre è importante anche il fattore “sensibilità”: quando si individua un giocatore, è necessario che lo scout e il direttore sportivo conoscano anche il lato umano del calciatore e della sua famiglia. Il lavoro di scouting è rimasto lo stesso, da quando fu introdotta questa figura agli inizi del secolo. Un buon scouting, anche il migliore, riesce a trovare un ottimo giocatore in una percentuale molto bassa: la proporzione, attualmente, è 1 su 3.

Il lavoro di scouting va fatto nella “vecchia” maniera, e forse è proprio bello per questo. In casa nostra abbiamo un personaggio che può far tutto ciò: Francesco Totti. Un campione come lui conosce il calcio, ha il fiuto nel riconoscere un buon giocatore da un grande giocatore, un giocatore “normale” da un giovane di grande prospettiva. Totti deve lavorare al fianco di Monchi, il ruolo che gli si addice di più deve essere capo scouting della Roma. Pallotta pensi a questo, a dare un ruolo a Totti, invece di dare continuamente la colpa alle radio romane che non fanno altro che accrescere la popolarità della Roma nel mondo.



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