“Santa Maria del pallone”, cantavano i Modena City Ramblers. Perchè in fondo il calcio è l’oppio dei poveri. Se nella vita non sei nessuno, fai un lavoro che non ti piace (ma lo devi fare perchè ‘tengo famiglia’), devi rendere conto tutti giorni al tuo capo che, diciamocelo, manderesti a quel paese un giorno sì e l’altro pure, ecco che arriva in aiuto Eupalla. Che grande Gianni Brera. Aveva capito tutto della vita e di come sarebbe stato il calcio in futuro, pur avendo raccontato un altro sport nella sua epoca. Perchè giornalisti come Brera non ci sono più in giro. Innanzitutto non si prendevano mai sul serio. Pregio non da poco. Ma soprattutto sapeva raccontare in poche parole una partita senza attaccare ‘pipponi’ e ‘predicozzi’.

Oggi il giornalista sportivo – ma potremmo generalizzare tranquillamente – è una sorta di azienda vivente. Ha sponsor anche se l’Ordine professionale impone (quasi) rigidamente di non fare pubblicità a nulla. Non solo: piegano la realtà alle proprie esigenze. Esempio: questo accendino è viola? Sì, però… potrebbe essere catalogato in lilla! Ma come? Se è viola è viola, che c’entra il Lilla? Mi spiego meglio: la Roma perde 3-1 con l’Inter. Sì però… 3 pali, rigore negato, abbiamo giocato un ottimo calcio per 60 minuti (che poi diventano 62, 65, 68… 70 e uno, 70 e due, 70 e tre: aggiudicato!). Ma il giornalista di oggi è avvocato o “giornalista giornalista”? Giancarlo Siani si starà rivoltando nella tomba. Lui, che per fare il “giornalista giornalista”, ci ha rimesso la vita. Perchè fare il “giornalista impiegato” è più semplice. Come diceva Sasà? “Tengo la macchina, tengo l’assistenza sanitaria e tengo pure ‘u cane, aè! Perchè il ‘giornalista giornalista’ dà le notizie, gli scoop, e non sempre si deve aspettare gli applausi dalla redazione”. E’ una rottur ‘e cazz!

Per tornare a cose più “di casa nostra”, fare il giornalista è la cosa più semplice del mondo. Pieghi la realtà alle tue esigenze-interessi e in futuro ci sarà qualcuno che ti ripagherà degnamente. O quantomeno ti ringrazierà. Se non addirittura assumerà. Sia chiaro: a Roma non sono tutti così. Ci sono persone serie e corrette che fanno questo mestiere con passione e autorevolezza. Infatti non fanno carriera. Si contano sulle dita di una mano. Altri, spacciandosi per predicatori del nulla (torniamo a Santa Maria del pallone), raccontano una realtà distorta, ergendosi ad avvocati delle cause perse. Un giorno potranno dire: “Vedete? Io ci ho sempre creduto. L’avevo detto, io!” E giù sponsor, soldi, banner pubblicitari, popup, popunder, click, CTR, CPM, Impression. Il popolo fregnone ci cadrà con tutte le scarpe. Perchè in fondo: “Guardate, comprate, adorate il vostro Dio. Santa Maria del pallone”.



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