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Etere giallorossa

‘ETERE GIALLOROSSA’, Di Giovambattista: “Falliscano le aziende di Pallotta tranne la Roma”

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Le radio romane sono un elemento imprescindibile per molti tifosi giallorossi. Un fenomeno che non ha eguali nel resto d’Italia: una schiera di giornalisti, ex giocatori e opinionisti pronti a commentare ogni vicenda della squadra capitolina. “Etere giallorossa” vi farà conoscere tutto questo: sarà una passeggiata tra le principali emittenti radiofoniche dedicate alla Roma.

Andrea Pugliese (Teleradiostereo 92.7): “Il risultato è positivo ma non quanto ci si attendeva. Debito dell’Inter? Quei numeri andranno giustificate davanti all’Uefa. La proiezione della Roma è migliorativa, l’anno scorso si è finito sotto di 42 milioni, quest’anno potrebbe essere un -20 o un -22. Il trend positivo è sotto gli occhi di tutti. La mission di Monchi per il mercato estivo è legata a due fattori: abbassare l’età anagrafica, portando gente con più fame che abbia voglia di guadagnarsi il palcoscenico; abbassare gli ingaggi attraverso questi giovani. Di Francesco lo terrei a prescindere, ma se non sarà lui dev’essere uno in grado di lavorare come lui. Schick ha pensato che le cose potessero essere più semplici, accontentandosi del suo talento: invece serve cattiveria e concentrazione, altrimenti il talento in una grande squadra è effimero”.

Federico Nisii (Teleradiostereo 92.7): “Toni di Pallotta sgradevolissimi, un po’ da coatto. Alla malafede si risponde in tribunale. Il termine usato è allucinante. Finché non arriva uno più bravo e più ricco di Pallotta devo sperare che lui non fallisca e che migliori lo stato attuale. Spero che la Roma sia squadra durante la partita, lo è stato prima e spero non sia vero il dibattito sul modulo di gioco perché mi darebbe l’idea di un’autogestione o una gestione collegiale. Una squadra non può decidere su competenze di un allenatore che deve avere la leadership, sarebbe molto preoccupante”.

Nando Orsi (Radio Radio 104.5): “Totti lo vedo più alla Peruzzi, un raccordo tra la squadra e la società, risolvendo con la sua personalità qualche problema nello spogliatoio. Potrebbe cominciare dal ruolo di team manager per poi crescere”.

Gianluca Piacentini (Teleradiostereo 92.7): “Pallotta non ha capito che non è uno che può lasciarsi andare come con gli amici. Debiti dell’Inter? Se le cifre sono quelle è una squadra sull’orlo del debito. L’obiettivo minimo con questa rosa è il quarto posto. Se si intraprende la strada del Napoli, bisogna continuare a dare continuità al lavoro dell’allenatore: se pure la Roma non dovesse arrivare tra le prime quattro, non è che si ricambia e si ricomincia da capo, un minimo di continuità va dato. Schick deve dimostrare di essere importante, per ora non ha dimostrato di essere un potenziale campione; Di Francesco non l’ha aiutato perché ha giocato esterno destro nel 4-3-3 e nel 4-2-3-1, centravanti e secondo attaccante nel 4-2-4, non è stato messo nelle condizioni migliori”.

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Marco Violi (RomaRadio.eu): “Quando nel 2015 mi è stato sottratto dalla Roma ASRomaRadio.it con un atto di forza e di prepotenza senza precedenti, attaccandosi al fatto della proprietà intellettuale, avevo predetto con tre anni di anticipo quello che voleva fare Pallotta: far andare in bancarotta le radio romane. Questa chiamasi concorrenza sleale. Spero che l’Agcm possa fare qualcosa in tal senso. In quell’occasione nessuno mi ha difeso, anzi, mi prendevano per matto. Sono stato insultato quando mi mettevo il bavaglio davanti alla bocca e dicevo che volevano zittirci tutti. Ci volevano silenziare. Come fa Pallotta a far fallire le radio romane? Semplice, lo dissi nel 2015: rastrellando la pubblicità. Le radio locali vivono di questo e se mancano 2, 3, 5, 10 sponsor devi ridurre il personale, abbassare lo stipendio di qualcuno e poi fallisce l’azienda. Gli speaker andranno tutti alla radio ufficiale, se li compreranno tutti, almeno coloro che hanno tenuto una certa linea in questi anni. Lo dissi nel 2015, non oggi. Evidentemente i tifosi non meritano radio libere. Se volete fare qualcosa vi dico giorno, ora e luogo, ma deve partire da voi la rivoluzione che usufruite del servizio. Altrimenti non lamentatevi se vi bannano da Facebook appena fate una critica o se vi accusano di non essere romanisti. Ve la cercate e dovete stare pure zitti”.

Ivan Zazzaroni (Radio Radio 104.5): “La Roma non sta bene, se il Napoli gioca da Napoli non ce n’è per nessuno in Italia, forse solo la Juve. Se gli azzurri hanno sbalzi d’umore, il calcio è il calcio e la Roma ha giocatori di grande qualità. Si dovrebbero svegliare contemporaneamente Strootman, Nainggolan e Dzeko: se Di Francesco dovesse riuscirci si divertirebbero”.

Chiara Zucchelli (Rete Sport 104.2): “La Roma non è una squadra costruita malissimo, piuttosto non è stata costruita per vincere, ma può arrivare tra le prime quattro. Un solo terzino di ruolo? Sì, ma se Karsdorp non si fosse rotto il crociato, la Roma non ne avrebbe solo uno. Dire che è stata costruita malissimo vuol dire che non può competere per arrivare quarta, e non è così”.

Ilario Di Giovambattista (Radio Radio 104.5): “Veramente volete far fare lo stadio ad un personaggio come Pallotta? Noi parleremmo anche meno della Roma con questo presidente, perché così gli facciamo solo pubblicità. Nella radio romane ci sono dipendenti, famiglie e deve venire uno dagli Stati Uniti a dirci che ne devono fallire sette. Sarebbe il caso che crollassero le sue attività tranne la Roma è questo l’augurio che gli facciamo. Devono fallire tutte le sue attività di speculazione. Pallotta si deve vergognare per quello che ha detto. Le radio romane hanno contribuito al business di quelli come Pallotta che arrivano come i predoni del deserto e si prendono tutto. E addirittura è arrivato qui a farsi il suo stadio. Dovrebbero andare in bancarotta tutte le aziende che stanno nel Delaware, che speculano sulla gente”.

Francesco Balzani (Centro Suono Sport 101.5): “Le parole di Pallotta? Quelle sul futuro Totti trovato grazie ad una macchina evidenziano che lui e il calcio sono due cose molto lontane e distinte tra loro. Sulle radio? Al di là del fatto che sono brutte perché non si augura mai di perdere il lavoro, le parole sulle radio sono gravi per la democrazia. Tra l’altro non mi è sembrato che lui scherzasse mentre diceva queste cose, ho avuto modo di vedere il video. Poi parla della Roma come seconda squadra di tutti gli altri tifosi, io credo che la priorità di Pallotta debba essere quella di far tornare i tifosi della Roma, tifosi della Roma; le radio romane hanno più pubblico della Roma allo stadio Olimpico”.

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Alessandro Austini (Teleradiostereo 92.7): “La Filmauro di De Laurentiis si mantiene con il Napoli, che è diventata una società che produce utili: l’ultimo quello di 66 milioni di euro, è un record nel calcio italiano. Se fai business e sei primo in classifica è il risultato massimo che un presidente può raggiungere. Lo scudetto sposterà molto, sarà un bivio tra il dire che è un genio del calcio o uno che va criticato perché non ha pensato a vincere. Nella semestrale della Roma iniziano ad entrare i soldi della Champions, si sapeva che la perdita sarebbe stato più contenuta. Questi numeri ci confermano che la Roma al 100% dovrà fare un’altra plusvalenza entro giugno. Tutte le società fanno plusvalenze, ma la Roma ha costi che non sono bilanciati dai ricavi. Sono aumentate le sponsorizzazioni, qualche piccola crescita c’è stata ma c’è la sorpresa in negativo che il costo del personale, e quindi il monte ingaggi, è cresciuto. Dovrebbe incidere in positivo il fatto che la società paghi un monte ingaggi inferiore solo alla Juventus. Teoricamente hai giocatori più forti degli altri. Ci sono contratti che sono stati rinnovati per volere della piazza? C’è stato il caso Totti ed era meglio farlo per la serenità della Roma e di Totti. Quello di Nainggolan è stato una forzatura ma la Roma ha pensato ‘se voglio tenerlo devo fare così’. Non c’è un giocatore incedibile per la Roma e rinnovare il contratto di Nainggolan non è stato un affare. A Roma conterà sempre di più la sua parola: la storia di Totti vale di più della storia della Roma: la forza mediatica e l’autorevolezza che ha lui, la società non ce l’ha. Finché la Roma non sarà una società che vincerà qualcosa, non si guadagnerà mai il rispetto di chi la deve raccontare. La leadership di Totti è sempre stata tecnica, non è uno che fa i discorsi nello spogliatoio, è una questione di carattere. Bruno Conti era uno che poteva fare i discorsi motivazionali? Non credo che Di Francesco si faccia dire cosa fare, mi sembra più un confronto”.

Ubaldo Righetti (Teleradiostereo 92.7): “La Roma ha preso gol con i reparti schierati, difficilmente sui contropiede. Questo allora significa che è un discorso di scarsa applicazione dei giocatori: contro il Napoli servirà attenzione perché gli attaccanti azzurri non perdonano cali o disattenzioni. Il tecnico ha evidenziato il fatto che nella Roma manca il sostegno tra i giocatori”.

Gabriele Ziantoni (Teleradiostereo 92.7): “Di Francesco non si sta adattando alle qualità dei suoi giocatori ma viceversa, lui vuole che i calciatori imparino i suoi schemi e il suo credo tattico”.

Furio Focolari (Radio Radio 104.5): “Contro il Napoli la Roma non deve tracollare definitivamente. i giallorossi devono fare una partita dignitosa, magari anche mettendo un doblò davanti alla porta. La Roma in questo momento non è una squadra capace di fare punti a Napoli, ma deve senz’altro uscire dal San Paolo perdendo con onore”.

Franco Melli (Radio Radio 104.5): “Partita difficilissima dove la Roma dovrà andare a combattere. La squadra è senza terzini e probabilmente in questo momento senza difensori centrali adeguati. È importante che i giallorossi riescano a mettere la massima attenzione per non prendere l’imbarcata”.

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Roberto Renga (Radio Radio 104.5): “In questo momento nella Roma c’è bisogno di unità: la mossa di domenica contro il Milan, quando Di Francesco ha lasciato in panchina i senatori, porta unità? Questo è il vero punto interrogativo e la cosa che dovrebbe preoccupare maggiormente”.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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