Edin Dzeko, attaccante della Roma

Quello delle radio romane è un fenomeno che non ha eguali nel resto d’Italia. Una schiera di giornalisti, ex calciatori e opinionisti ad animare lo spettacolo. Queste le opinioni dei protagonisti delle emittenti radiofoniche:

Federico Vespa (Centro Suono Sport 101.5): “Il secondo posto sarebbe un buon risultato ma non eccezionale; sarebbe stato tale se accompagnato dalla vittoria di una coppa. La Roma è uscita agli ottavi di finale nella Serie B d’Europa e in modo discutibile in semifinale di Coppa Italia: non possiamo parlare di risultati eccezionali”

Andrea Pugliese (Teleradiostereo 92.7): “Dzeko? Le scelte dell’allenatore vanno sempre rispettate, è un dogma da cui si deve sempre partire. Ma è stato più intelligente toglierlo oppure lasciarlo in campo per farlo segnare, per farlo caricare e farlo arrivare al derby con più entusiasmo? Sorprende perché Dzeko è un giocatore ‘per bene’, non è il tipo che sbrocca”.

Max Leggeri (Centro Suono Sport 101.5): “Invece di goderci la vittoria, ci siamo soffermati su una questione di lana caprina, che è nulla paragonata alla ragion di stato che è la conquista del secondo posto. Lo dico subito: un calciatore non si può permettere di mandare aff….lo un allenatore. Spalletti sbaglia nella sostanza e Dzeko sbaglia nella forma”.

Stefano Carina (Radio Radio 104.5): “Non mi ha stupito la diatriba Spalletti-Dzeko, ma quello che il giocatore gli ha detto. Quel “continui a fare il furbo” è una spia che forse l’atteggiamento di Spalletti di legare la sua permanenza alle vittorie non è piaciuta molto nello spogliatoio. Per Spalletti qualsiasi pretesto è buono per litigare con tutti, guardate la lite con Panucci. Faccio davvero fatica a vederlo un altro anno qui. Non vorrei che ci verificasse un nuovo deja-vu”

Franco Melli (Radio Radio 104.5): “L’uscita di Dzeko su Spalletti? Vuol dire che non c’è armonia completa e questo è un male. Per la versione ufficiale Spalletti ha ragione, per la mia no: il protagonismo del tecnico è diventato smodato, deve fare sempre qualcosa per mettersi in evidenza. Perché allora non ha preservato anche Nainggolan e Salah?”

Alessandro Austini (Teleradiostereo 92.7): “Dzeko ha sbagliato. Per la prima volta ho avuto la certezza che è interessatissimo all’obiettivo della classifica cannonieri, però puoi lamentarti in un anno in cui hai giocato sempre, anche quando eri non al meglio? E poi per 20 minuti, ma di che parliamo? Una scena non bella che sporca un po’ l’immagine che si era costruito, ora sicuramente deve rispondere sul campo. Sentendo parlare Spalletti ieri, il suo futuro sta diventando una barzelletta. Sta cambiando idea? Quel che è certo è che ha cambiato disco rispetto alle ultime settimane: ora ha detto che il secondo posto è come una vittoria e che ha detto tutte quelle cose per motivare la squadra. Mi sembra l’inizio di una bella marcia indietro. Ma lo scopriremo tra poco”.

Federico Nisii (Teleradiostereo 92.7): “Dzeko? Per me la prova che conta è il campo, voglio vedere un giocatore diverso da quello visto negli ultimi due derby. Ora fammi vedere come te magni Wallace, Bastos o de Vrij. Fosse stato un solo “vaffa” non ne avrebbe parlato nessuno, invece è stata una cosa reiterata. C’era del rancore”

Gabriele Ziantoni (Teleradiostereo 92.7): “Dzeko-Spalletti? Esistono diversi piani di lettura di questa situazione. L’allenatore ha il sacrosanto diritto di fare tutte le scelte che vuole, se vuole sostituire Dzeko, il bosniaco non deve protestare. In più ha ragione Spalletti quando dice che non servono 5 palloni per un fare un gol, se sei così affamato lo fai prima. Poi c’è un altro piano di lettura, quello che ruota attorno alla reazione di Dzeko. Perché Dzeko reagisce così? Perché vuole battere il suo record personale e perché non gliene frega niente della Roma? O perché Spalletti gli ha rotto le palle più volte nel corso della stagione? O perché c’è una vacanza di potere sulla panchina della Roma e quindi i giocatori si sentono legittimati a polemizzare con il tecnico perché sanno che a luglio non ci sarà più lui?”.

Adriano Serafini (Teleradiostereo 92.7): “Salah? L’ho rivisto più vivo, più pronto a saltare l’uomo: sta ritrovando brillantezza. Ho visto la gamba in Nainggolan, meglio anche Strootman. Caso Dzeko-Spalletti? Non credo sia così problematico. Dzeko che si comporta così è quasi di buon auspicio per me, non la vedo una cosa così tragica. Il derby? Mi sembra che la Roma stia un pochino meglio, questo mi fa ben sperare. Loro sono in salute, ma la Roma resta più forte della Lazio. L’unica cosa che non mi convince al 100% sono i cali di tensione difensivi. Nelle ultime 2 settimane Spalletti ha cambiato strategia, sta dando dei segnali diversi rispetto a prima. Se decidesse di rimanere alla Roma nonostante le dichiarazioni fatte a più riprese, credo che questo sarebbe comunque il primo passo verso la costruzione della Roma del futuro. Sarebbe tutto perdonabile, gli errori sono fisiologici. Il rapporto tra le cose fatte bene e quelle sbagliate per me è 90 a 10”.

Riccardo Angelini (Teleradiostereo 92.7): “Ho avuto l’impressione di rivedere qualche giocatore con una gamba diversa. La gamba di Salah, ad esempio, gira di nuovo. La Roma non ha blindato nulla, il secondo posto è un po’ più alla portata ma non è chiuso nulla. Immagino che ci sia un regolamento interno che preveda una multa per Dzeko, la Roma facesse quello che ritiene più giusto fare. Continuerò ad esultare per ogni suo gol, ma i miei sentimenti per il giocatore sono finiti ieri sera. Nessuno può anteporre i propri interessi a quelli della Roma. Non è niente di sconvolgente, però a me preme la Roma, non la classifica dei cannonieri. Il leone fallo con i difensori, non con l’allenatore. Prima di Dzeko, Totti e De Rossi viene la Roma. Poi dopo viene tutto il resto”.

Franco Melli (Radio Radio 104.5): “Spalletti probabilmente si è innervosito per le occasioni sprecate da Dzeko. La spiegazione del tecnico è patetica, allora doveva togliere anche Nainggolan. Spalletti sta prendendo in giro un po’ tutti, soprattutto quando para di stagione strepitosa. Io da Monchi non mi aspetto niente, non sono i direttori sportivi a vincere i trofei, sono i giocatori e le società con le scelte”.

Roberto Renga (Radio Radio 104.5): “Io capisco Dzeko, ma non doveva farlo in pubblico. L’allenatore può scegliere, ha il diritto, ma mi incuriosisce la frase del centravanti quando gli dice “Fai ancora il furbo”. A cosa si riferisce? Io dico al fatto che Spalletti con le frasi ‘Se non vinco vado via’ ha scaricato la responsabilità sui giocatori e adesso che vede che la Juve e l’Inter non lo chiamano, ha fatto retromarcia. I numeri in questa stagione non contano. Spalletti doveva indovinare sei partite e le ha steccate. Monchi è un Sabatini spagnolo”.

Furio Focolari (Radio Radio 104.5): “In giro non vedo meglio di Spalletti a livello tecnico, ma come comunicatore ha fatto più danni di Carlo in Francia. In campionato ha fatto l suo, ma nelle Coppe è stato fallimentare. Monchi è un grande acquisto, prenderà giocatori di livello. La Roma, però, non può aspettare, serve che vinca subito. E’ questa la sfida difficile per il Ds spagnolo”.

Roberto Pruzzo (Radio Radio 104.5): “Io credo che quella di Spalletti sia una strategia perché ogni volta crea un caso, se la va a cercare, o con le frasi o con le scelte. Io non avrei sostituito Dzeko. Ho la sensazione che tra Spalletti e la Roma si possa riallacciare un rapporto che non si è mai rotto. Anche non vincendo un titolo lui potrebbe restare. Il secondo posto salva la stagione. La Roma deve tenere El Shaarawy, perché come alternativa è ottimo”.

Nando Orsi (Radio Radio 104.5): “Non ci vedo un caso nell’episodio Dzeko-Spalletti, perché è normale che un centravanti che non ha segnato è nervoso e risponde, ma poi in vista del derby e degli altri due impegni la scelta del tecnico c’è tutta. Ricordiamoci che quest’anno ad inizio campionato Spalletti è quello che ha difeso Dzeko contro tutti, e ci ha creduto più di altri. Il secondo posto è il minimo dei risultati che la Roma poteva ottenere, ma non salva la stagione. È positivo solo dal punto di vista economico”.

Sandro Sabatini (Radio Radio 104.5): “C’ da evidenziare il rapporto tra giocatore e allenatore nel caso Dzeko-Spalletti, perché vuol dire che uno non capisce l’altro. Secondo me hanno ragione tutti e due anche se, visto che la partita era diventata un’amichevole del giovedì, un quarto d’ora in più glielo poteva far fare. Spalletti nell’ultimo mese, sta facendo più l’egoista che l’altruista nei confronti della Roma con il caso del rinnovo. La stagione della Roma è da 6,5. Monchi avrà bisogno di un allenatore italiano, perché per uno straniero è difficile fare bene in Italia il primo anno”.

Ilario Di Giovambattista (Radio Radio 104.5): “La stagione della Roma, vista dalla parte delle Coppe, è da 4 ma guardando il campionato è da 8. La media è 6,5. Diventa positiva la stagione perché il campionato pesa di più”.

Augusto Ciardi (Teleradiostereo 92.7): “Ieri sono arrivate due notizie che aspettavamo: la Roma che manda in Serie B il Pescara facendo il suo dovere e l’arrivo di Monchi, nuovo direttore sportivo. Dzeko? Per me ha sbagliato Spalletti perché io lo avrei tolto 10’ prima se non a inizio secondo tempo. Ci può stare la voglia di segnare, però ragionando da squadra non ti comporti così. Umanamente si può capire, ma il calciatore dovrebbe comportarsi in modo diverso, non puoi mai permetterti di trattare così l’allenatore. Non so se è tutta una somma del rapporto tra il bosniaco e Spalletti. Non credo sia un caso che possa spaccare la Roma. Spalletti ha ribadito quel minimo di apertura già intravisto nella conferenza. Chiamatela retromarcia o come volete, ma da un paio di settimane vedo uno Spalletti che non ha affatto chiuso alla Roma. Monchi? In bocca al lupo. È un grandissimo dirigente, ma non va divinizzato”.



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