ULTIME NOTIZIE AS ROMA ABRAHAM – Dopo essersi sbloccato anche all’Olimpico Tammy Abraham è entrato definitivamente nel cuore dei tifosi. Oggi la Roma ha pubblicato sui propri social un’intervista in cui la prima punta ha analizzato i 5 giocatori da lui presi a modello. Queste le sue dichiarazioni:
Adebayor. quando ero ragazzino mi chiamavano tutti Adebayor, dicevano che gli somigliavo. C’è stato un periodo in cui segnava moltissimo, ma non era solo questo. Aveva tecnica, era alto proprio come me. Quindi sì, mi piaceva molto Adebayor.
Drogba. Penso che il mio primo ricordo di lui risalga a un giorno in cui ero in ritardo per l’allenamento. C’erano delle macchine davanti a me e non riuscivo a passare. Ricordo che mia madre stava urlando alla sicurezza di farmi passare, dicendo che ero in ritardo. Drogba ci stava superando con la sua auto e si è offerto di farmi salire con lui perché lui ovviamente aveva il pass per entrare direttamente quindi ha chiesto se volevo passare con lui. Nessuno dei compagni mi ha visto con lui…Ma posso comunque dire che Drogba mi ha accompagnato ad un allenamento! Avevo 7 o 8 anni. Speravo che in quel momento tutti i miei compagni fossero fuori e che mi vedessero insieme a lui. Ma non c’era nessuno. L’unico testimone era mia madre.
Lewandowski. Migliora sempre di più con il passare del tempo. Grande realizzatore, è un attaccante molto intelligente. Questa è la ragione per cui segna così tanti gol. In un’occasione ha segnato due gol contro la mia ex squadra e io cercavo di vedere quello che faceva, come si posizionava per cercare di colpire.
Kane. Mi sono allenato e ho giocato con lui in nazionale. Le piccole cose che ho notato in lui osservandolo quando facciamo gli esercizi di finalizzazione è che segna sempre. Quindi io mi impegno per non essere da meno. Prima degli allenamenti facciamo degli esercizi su calci da fermo. Se ha un tiro è un gol. Sono queste piccole cose, se è davanti alla porta non c’è verso che sbagli. Cerco di rubargli qualche segreto. È anche un bravo mentore, cerca sempre di aiutare i più giovani. Aiuta molto su come posizionarsi e come finalizzare. Ottimo compagno di squadra.
Henry. Il più grande attaccante di sempre. Il mio attaccante preferito. Ancora oggi faccio alcune cose grazie a lui. Per lui ho voluto fare l’attaccante. Guardandolo giocare, avevo molte sue foto. Me ne ricordo una in cui aveva la maglia bordeaux dell’Arsenal, con i calzini sopra il gionocchio e io dicevo: “Voglio essere come lui”. Da che ricordi è sempre stato il mio giocatore preferito. A 12 anni dovevamo scegliere i numeri di maglia, era la prima volta. Io litigavo per avere il 14
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