ULTIME NOTIZIE AS ROMA AJAX LISANDRO MARTINEZ – Lisandro Martinez, difensore dell’Ajax, ha rilasciato un’intervista a calciomercato.it parlando della sfida di giovedì contro la Roma. Queste le sue dichiarazioni:
Il match d’andata con la Roma non è andato benissimo.
“Un peccato, abbiamo attaccato durante tutta la gara. Nel primo tempo abbiamo perso qualche pallone di troppo e loro ci hanno preso in contropiede, ma abbiamo commesso solo due veri errori e li abbiamo pagati a caro prezzo. Voglio pensare, in ogni caso, al lato positivo della prestazione: la squadra ha attaccato costantemente ed ha creato tante occasioni pulite, non riuscendo però a concretizzare. Il rigore avrebbe cambiato tutto, ma sbagliarlo fa parte del gioco. Bisogna imparare che in queste partite non si possono sprecare occasioni, né commettere errori”.
Che partita ti aspetti per il ritorno?
“La nostra identità è quella, non cambierà. Attaccheremo, abbiamo bisogno di vincere per conquistare la semifinale, e cercheremo di essere solidi in difesa”.
C’è stato un giallorosso, in particolare, ad averti reso la serata più complessa?
“Ne hanno vari che sono molto forti. Dzeko, Pellegrini e Pedro sono giocatori di grande valore, se dai loro spazio sanno come farti male”.
Parliamo un po’ di te. Chi è stato il tuo primo punto di riferimento nel mondo del calcio?
“Seguivo tanto giusto un ex romanista, il ‘gringo’ Heinze. Volevo imitarlo, avere la sua stessa mentalità vincente, essere agguerrito come lui in campo, saper passare bene il pallone… Lo adoravo”.
In Italia c’è un grande dibattito sulla costruzione dal basso. C’è chi dice che sia solo una moda e un gran rischio.
“Innanzitutto bisogna specificare che per giocare così serve avere la mente fredda, la testa calma, e saper attendere fino all’ultimo secondo utile prima di prendere la decisione. Bisogna farlo con fiducia, pensando che quello che servirai sarà un bel passaggio. Il mio obiettivo è che il mio compagno di squadra, quando riceve il pallone, debba avere almeno due secondi di vantaggio sul rivale, per poter pensare e fare un passaggio pulito a sua volta. Non ho alcun dubbio sull’importanza di questo tipo di gioco, è il miglior modo per cercare un gol”.
Spiegaci perché.
“Se superi la linea di pressione rivale puoi lasciar dietro cinque, sei o addirittura sette giocatori, trovandoti di fronte una difesa con solo tre o quattro elementi e creando enorme superiorità numerica. Qualche rischio lo si corre, è chiaro, ma è una costruzione collettiva. Dipende molto da chi dà il primo passaggio, ma anche dai movimenti dei centrocampisti. Quando la pressione rivale è troppo forte e non si riesce a giocare, beh, non bisogna di certo perdere palla o mettere la squadra in difficoltà. Spazzare non è vietato, l’importante è non abusarne, dev’essere l’ultima opzione. L’obiettivo è giocare sempre con la pressione rivale, convertirla in qualcosa di positivo. E, quando è possibile, provare anche a scartare l’attaccante (ride, ndr)”.
Il tuo nome è stato accostato anche a diverse squadre del calcio italiano. Un giorno, ti piacerebbe giocare in Serie A?
“Cerco di godermi il presente, di continuare ad imparare e lavoro in uno dei più grandi club d’Europa. Detto questo, a qualsiasi calciatore piacerebbe giocare nei campionati più competitivi al mondo. E la Serie A è senza dubbio uno di questi”.
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