L’annuncio dell’As Roma è arrivato in una nota del 22 giugno: la società della squadra giallorossa ha rinegoziato il contratto di finanziamento da 175 milioni che era stato stipulato nel mese di febbraio del 2015 con Goldman Sachs e UniCredit (con quest’ultima che non sarà creditrice ultima del prestito, riconducibile quindi principalmente alla banca americana). Lo stesso giorno, diventava sempre più concreto il passaggio dell’esterno alto, Mohamed Salah, al Liverpool. Le principali modifiche dell’accordo con le banche riguardano due aspetti: l’importo massimo del finanziamento, che sale da 175 a 230 milioni, quindi 55 milioni in più; e la sua scadenza, rinviata al mese giugno del 2022. Resta invece invariato il tasso di interesse da pagare sul finanziamento, pari al tasso Euribor a tre mesi (minimo 0,75%) e uno spread del 6,25 per cento. Secondo i calcoli del professor Riccardo Tiscini dell’Universitas mercatorum, chiamato a dare il suo parere di esperto indipendente sulle condizioni del finanziamento (la cosiddetta fairness opinion), l’interesse atteso al 19 giugno è pari al 7 per cento.
Nella nota con cui è stata comunicata l’operazione di rifinanziamento si spiega che “le somme ricevute saranno utilizzate dalla società per esigenze connesse alla propria gestione operativa e per il pagamento dei costi dell’operazione”. I documenti appena pubblicati, e firmati dall’amministratore delegato Umberto Gandini, aiutano a comprendere ancora meglio a cosa servirà il nuovo denaro:
– a supportare, come detto, le esigenze di gestione operativa della società;
– a estendere, anche in questo caso come già detto, la scadenza del finanziamento, dal 2020 al 22 giugno del 2022, quindi due anni dopo;
a beneficiare indirettamente del differimento della data di rimborso (si sposta il pagamento più in là nel tempo);
– a risolvere il contratto di finanziamento infragruppo sottoscritto tra la società e Stadco in data 16 maggio 2016 nonché a estinguere le garanzie a esso connesse.
L’ultimo punto merita un approfondimento. Al centro della questione sembra esserci il finanziamento con cui Goldman Sachs aveva concesso 30 milioni alla società Stadio Tdv, anche detta Stadco, che altro non è che “la società deputata alla gestione e al finanziamento del progetto ‘Stadio della Roma’, il cui capitale sociale è interamente detenuto da Neep”. E quest’ultimo è il veicolo con cui gli americani rappresentati da James Pallotta custodiscono la quota di maggioranza del 79% dell’As Roma. Da ricordare, inoltre, che, in base a un complesso meccanismo di garanzie, era stato stabilito che, se Stadco non fosse riuscita a ripagare quel finanziamento da 30 milioni, lo avrebbe fatto al suo posto la stessa società calcistica giallorossa, salvo poi essere risarcita dagli azionisti americani (ultimi garanti). Ebbene, la risoluzione del contratto di finanziamento infragruppo, da quel che si evince, estingue gli impegni del club da pochissimo allenato da Eusebio Di Francesco a subentrare a Stadco nel rimborso dei 30 milioni.
Il comitato interno per il controllo e gestione rischi ha stabilito che l’operazione di rifinanziamento è conveniente per l’As Roma. E questo perché, oltre a consentire di fare fronte alla gestione operativa della società, ne stabilizza inoltre “l’andamento finanziario”, ne “facilita la pianificazione economica e finanziaria”, senza contare che limita “la necessità di far ricorso a forme di finanziamento a breve termine”. Da nessuna parte, quindi, si fa riferimento al calciomercato, sicché, almeno a giudicare dalla documentazione disponibile, si direbbe che le nuove risorse non serviranno per acquistare nuovi calciatori […]
Anche l’esperto indipendente Tiscini ha dato il proprio via libera alle condizioni del rifinanziamento, firmando la fairness opinion. Il professore di economia aziendale, in particolare, si è concentrato sull’equità del tasso di interesse del finanziamento, che come si è visto è pari al 7%, e lo ha raffrontato con il costo del debito di altre squadre di calcio paragonabili. Ne è così venuto fuori un campione composto da Porto, Lione, Benfica, Sporting Lisbona, Juventus, Manchester United, Milan e Inter, per un costo del debito nel periodo 2015-2016 pari, secondo i calcoli dell’esperto, rispettivamente del 13,9%; 3,7%; 15,6%; 3,5%; 2,4%; 4,1%; 2,4%; 6,8 per cento. Il costo del debito medio del campione esaminato da Tiscini è quindi del 6,6%, appena più basso del 7% della Roma. L’esperto, però, come sempre in questi casi, per arrivare a stabilire se quanto pagato dalla società giallorossa sia giusto o meno, definisce un intervallo, compreso tra il 5,6 e il 7,6%: il 7% vi rientra appieno. E il costo del rifinanziamento del debito, per Tiscini, è giusto.
(Businessinsider.it – C. Scozzari)
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