Mauro Baldissoni, direttore generale dell'AS Roma

Oggi pomeriggio a Trigoria è tempo di una nuova Assemblea degli Azionisti dell’A.S. Roma. Ecco l’ordine del giorno: provvedimenti ai sensi dell’art. 2446 cod. civ. (riduzione del capitale per perdite); delibere inerenti e conseguenti. Oltre all’amministratore delegato Umberto Gandini e il direttore generale Mauro Baldissoni, sono presenti anche la consigliere Navarra, Claudia Cattanei (collegio sindacale), Luca Amato (notaio) e il consigliere Cammareri. L’assemblea risponderà ad alcune osservazioni mosse dalla Consob, anche in merito al nuovo progetto dello stadio della Roma.

DIRETTA

Ore 17.52 – Termina l’Assemblea.

Ore 17.50 – Votano 28 partecipanti su 28 con il 99,94% favorevoli, contrari solo 10 azioni 0,0000003%. L’ordine del giorno viene approvato.

Ore 17.40 –  L’azionista Staderini: “Le parole del dottor Pallotta erano: “Catastrofe per AS Roma”. Avete chiesto ai progettisti per fare la Roma-Lido e l’Ostiense in meno di 4 anni?“.

Risponde l’ad Gandini: “Siamo convinti che giocheremo nello stadio nella stagione 2020/2021, poi se accadrà qualcosa che ritarderà i tempi noi non possiamo saperlo“.

Ore 17.35 – Riprende la parola l’azionista Palma: “Sono ottimista, sono convinto che prima o poi lo stadio della Roma sarà veramente della Roma. Il capitale però è ancora insufficiente per le necessità della Roma. Avrei preferito che vi foste presentati con un progetto di bilancio, piuttosto di rimandare tutto fra sei mesi. Mi piacerebbe che foste più creativi, avete mai preso l’ipotesi di un prestito obbligazionario? Se tutto fosse più chiaro e trasparante guarderemo con più fiducia al futuro. Il secondo posto è fondamentale per il bilancio futuro“.

Ore 17.30 – Botta e risposta tra Baldissoni e l’azionista Campanile, che chiede: “Nell’unico documento che esiste viene scritto che la Roma è estranea all’ stadio. L’evento per gli azionisti?“. La risposta del dg: “La Roma non ha un impegno finanziario nella costruzione dello stadio. La società proprietaria è Stadio Tor di Valle che è di Neep e la Roma è di Neep. In futuro ci saranno tutti gli elementi necessari sugli accordi, si valuterà la soluzione migliore e fattibile negli interessi della società. Saremo felicissimi di fare un’illustrazione agli azionisti e confidiamo che lei possa venire“.

Ore 17.05 – Risponde il direttore generale Mauro Baldissoni: “Nei due anni precedenti al nostro arrivo, la società aveva chiuso in perdita di 33 e 31 milioni. Stiamo operando una ristrutturazione finanziaria con successo. Per il FFP l’ultimo bilancio era addirittura positivo. Il patrimonio stesso è cresciuto generando plusvalenze per un valore superiore a 200 milioni. La scelta è stata quella di provvedere a un risanamento economico e finanziario necessario a prescindere per rispettare norme italiane e internazionali, il come farlo poteva avere diverse formule: abbassare i costi di gestioni che avrebbe determinato una drammatica riduzione di competitività. Abbiamo scelto di fare un diverso percorso mantenendo alta la competitività accedendo a ricavi maggiori che derivano da competizioni internazionali come la Champions League. Dire che non bisogna pagare troppo i calciatori e chiedere di aumentare i ricavi è in contraddizione. Il calcio prevede un grande equilibrio tra chi più spende e più raggiunge obiettivi. La scelta è stata quella di mantenere alta la competitività, da quando è arrivata questa proprietà abbiamo raggiunto un alto livello di competitività e in questa stagione abbiamo raggiunto, se non perdiamo le ultime partite, la media punti più alta della storia della Roma.

Anche questa semestrale è frutto di questa scelta, non vedere altri giocatori questa estate ha comportato l’effetto negativo delle perdite. L’anno prossimo con la possibilità di accedere alla fase a gruppi per le prime quattro aumenteranno le chance per rimettere a posto i conti. Il capitale non è sceso a 59 milioni ma è salito a 59 da 19 milioni. Gli 86 milioni versati dal socio di maggioranza sono in conto futuro e non vanno restituiti, dando un solidità alla società. Noi amministratori ci impegnano a contenere i costi, aumentando la competitività che per noi resta l’obiettivo principale. Non solo dal punto di vista sportivo ma anche economico, perché accedere alla Champions League comporta un significativo aumento di introiti, aumenterebbero di quasi 4 volte.

Sponsor? Noi cerchiamo un partner che sia dal punto di vista economico che del brand possa essere idoneo della Roma. Finanziamento? La linea di credito ha come reating il BB+ che è il migliore in Italia. Una bassa rischiosità, quindi, e una sostenibilità del finanziamento che la Roma sta onorando. Unicredit è il creditore unico del finanziamento, non ha niente a che vedere con la scelta del tasso di interesse. Tra l’altro ad altre società è stato proposto a tassi d’interesse più bassi con fondo Eliot che sta gestendo l’acquisizione del Milan

Stadio? Non esiste una società di Pallotta, anche la Roma allora lo sarebbe. A Lione hanno fatto un nuovo stadio, molto bello. Nessuno ha pensato che lo stadio possa essere del presidente del Lione ma la struttura societaria è identica, così come l’Arsenal. È una necessità tecnica per consentire di realizzare una struttura così grande, con un finanziamento corposo. Ho detto Lione e Arsenal ma potrei fare l’esempio di qualsiasi grande opera di infrastruttura, come anche una centrale elettrica. C’è una necessità tecnica per consentire di realizzare una struttura così grande per non caricare il volume necessario di leva finanziaria in una società operativa come AS Roma. Io non prendo altri soldi da nessuno e non sono in conflitto economico quando parlo di stadio. Tra la Roma e la società che è deputata alla realizzazione della costruzione dello stadio ci sarà condivisione nei ricavi, perché una quota dei ricavi servirà a ripagare il debito. Lo stadio senza la Roma non può esistere come prospettiva. L’accordo che oggi non c’è perché ancora non è terminata la fase autorizzativa, non ci sono elementi per portare a termine questo accordo. La parte di uffici e business park resta separato. La conferenza dei servizi ha avviato uno stop al progetto dello scorso settembre, perché è stato oggetto di una rivisitazione per la quale sono in corso nuovi passaggi sia tecnici che amministrativi che si sono già materializzati. Il Comune di Roma ha approvato l’ordine di giorno per la revisione della delibera 132. In considerazione dei nuovi atti ci sarà la sostituzione del vecchio progetto col nuovo. A Staderini che non piace quel sito (Tor di Valle, ndr) lo tranquillizzo dicendogli che non faremo causa a chi lo ha scelto perché è la Roma, è stata selezionata una società per darci la disponibilità delle aeree. Ci sono state sottoposto 86 aree e Eurnova con il Comune hanno selezionato poi l’area idonea. Non ci sarà catastrofe perché lo stadio lo costruiremo, Pallotta ha parlato di catastrofe perché si riferiva anche alla possibile appetibilità di investitori esteri nella città di Roma e in Italia, perché se questa procedura falliva mostrava grandi lacune. I fatti hanno dimostrato hanno dimostrato che il sistema funziona e che le autorità coinvolte stanno lavorando con l’impegno e la trasparenza per chi vuole investire in questo paese. In merito alla firma dell’accordo firmato a maggio 2014 da Zanzi, lo stesso era stato nominato dalla società CEO addirittura nel novembre del 2013. Trigoria non cambierà destinazione d’uso, il trasferimento è legato solo alla prima squadra“.

Ore 17.00 – Riprende l’assemblea: ora sono attese le risposte.

Ore 16.30 – Al termine delle domande degli azionisti, l’assemblea è stata temporaneamente sospesa.

Ore 16.25 – Ecco l’azionista Mario Staderini: “Lo stadio non sarà di proprietà della Roma e la Roma potrà giocarci solo con la prima squadra, neanche la Primavera. Visto che il progetto per cui la società ha speso dei soldi è stato bocciato, il club chiederà il risarcimento dei danni perché è stata scelta la location di Tor di Valle? Quali saranno le conseguenze della bocciatura? E cosa voleva dire Pallotta quando ha parlato di catastrofe? L’accordo tra Roma, Eurnova e la società di Pallotta che l’accordo si sarebbe risolto nel momento in cui non sarebbero arrivate tutte le conferme dalle istituzioni. Vista l’assenza di un progetto e visto che la conferenza dei servizi voleva la contestuale costruzione delle opere pubbliche e private, servono 4/5 cinque per fare un progetto e dare gli appalti. La Roma deve prendere in visione progetti alternativi. Sono percorribili quelli del 2014? La Roma sia attenta a distinguere i ruoli tra l’interesse di avere uno stadio di proprietà rispetto all’interesse di altre società e chi rappresenta la Roma, e quindi il dottor Baldissoni, se ha rapporti economici con le altre società che vogliono la costruzione dello stadio“.

Ore 16.15 – Prende la parola l’azionista Fabio Palma: “Commentiamo una situazione peggiore rispetto ad altri momenti, almeno in passato il passivo non assumeva queste dimensioni. Il capitale della Roma è insufficiente perché la Roma ha un fatturato di circa 200 milioni. Al nostro brillante direttore generale Mauro Baldissoni ricordo di adottare disciplina invece di coccolare e vezzeggiare i giocatori, la Juventus non li coccola i calciatori. C’è chi fa le visite mediche per andare in un’altra società e poi rifiuta e la Roma non fa nulla. È il momento di chiudere con un passato glorioso, finiamola con Totti e De Rossi, rappresentano un problema e un costo, specialmente quello di De Rossi. Evitiamo di riconfermare un allenatore che non vuole esserci e che ha detto che vuole vincere senza riuscirci, adesso sembra che vuole restare ma la società non farà un bella figura a farlo rimanere. Nessuno è riuscito a trovare un dannatissimo sponsor per contenere il deficit? Spero non si commettano gli stessi errori di svendere giocatori del vivaio perché allenatori non hanno gli attributi di mettere in campo i giovani. Con una rosa più competitiva la Roma sarebbe arrivata a fine stagione più in forma. Perché si paga uno spread di 6,25, troviamo altre fonti di finanziamento più generosi. Nel momento in cui la Roma con un contratto di leasing diventa proprietaria dello stadio, il club decolla ma non è così“.

Ore 16.05 – Ora è il turno dell’azionista Walter Campanile (MyRoma): “In che maniera la Roma guadagnerà dallo stadio? Nell’allegato C Eurnova propone delle condizioni alla AS Roma, ma alla Roma va bene? Che validità ha questo Allegato C? Lo stadio è stato presentato a tutti tranne che agli azionisti della Roma e vorremmo sapere come è possibile stabilizzare i ricavi della Roma dopo la costruzione dello stadio“.

Ore 16.00 – Prende la parla l’azionista Franco Angeletti: “L’assemblea odierna è un’assemblea di cui l’azionista farebbe a meno. Avete garantito una continuità di alto livello, non si è però verificato il salto di qualità. C’è stata una perdita nel primo semestre, c’è una corsa ad ostacoli in cui bisogna prima vedere e poi comprare. La priorità sta diventando la plusvalenza, c’è da restituire un finanziamento, da pagare i riscatti dei giocatori, Perotti lo pagheremo nel 2018. Passività in aumento, costo del personale in aumento, ammortamenti in aumento. Da questa società escono soldi, nella Juventus entrano soldi. Come si spiega? Se le cose non dovessero andare come si ci augura cosa succederà? Chi saranno allenatori e direttore sportivo? Abbiamo elargito un milione alla Fiorentina per Ljajic, si accantonano per la causa di Kappa“.

Ore 15.48 – Prende di nuovo la parola Gandini: “Gli impegni finanziari per il nuovo stadio della Roma sono a carico interamente dalla società costituita appositamente per la costruzione e la gestione dello stadio, società controllata dalla Neep Roma Holding. La riduzione delle cubature del Business Park non avrà impatto sulla AS Roma“.

Ore 15.45 – La Roma ha rinviato alla prossima Assemblea degli azionisti la questione della riduzione del capitale, così come previsto dall’art. 2446 cod. civ. In alternativa, il club capitolino avrebbe potuto comunicare la riduzione del capitale oppure proporre un nuovo aumento.

Ore 15.35 – L’ad Gandini spiega la diminuzione dei ricavi rispetto al dicembre dello scorso anno: “La partecipazione all’Europa League, meno redditizia rispetto alla Champions, lo stipendio dei tesserati tra cui pesano gli incentivi alla risoluzione dei contratti o alla cessione a titolo temporaneo e le minori plusvalenze rispetto all’anno precedente“.

Ore 15.30 – All’assemblea sono presenti 28 aventi diritto al voto, in rappresentanza dell’82,047470% del capitale sociale.

Ore 15.15 – Inizia l’assemblea. Presenti l’amministratore delegato Umberto Gandini e il direttore generale Mauro Baldissoni.



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