NOTIZIE AS ROMA BATISTUTA – Gabriel Omar Batistuta, in questi giorni, è in Italia per la presentazione del film sulla sua vita, ‘El Numero Nueve’. L’ex bomber di Fiorentina e Roma ha parlato ai microfoni di Sky Sport. “L’arrivo in Italia? Venni a Viareggio, per il torneo. La prima città che vidi fu Roma: ho fatto una foto sotto il cartello con il nome e con le braccia aperte in segno di esultanza. Poi, guarda caso, la prima partita che ho visto in Italia è stata proprio Fiorentina-Roma. Non credo nel destino e nei numer, ma a ripensarci devo dire che sembra davvero incredibile. Dopo lo scudetto, ho rifatto la stessa foto…”
Sul suo addio al mondo del calcio.
Mi sono allontanato io per quel grave problema alle caviglie. Mi sentivo arrivato a un punto in cui pensavo di non avere più niente da dare al calcio. Come se avessi speso ogni goccia di sudore. Mi sono fatto io da parte, ma il calcio è rimasto sempre presente.
Il rapporto con Firenze e Roma.
Vivo la mia vita in queste città, soprattutto a Firenze, in maniera molto diversa. Molto meglio. Quando giocavo sentivo il peso della responsabilità. Volevo far contento tanti tifosi, mi sentivo sempre in mezzo alla battaglia. Per questo sembravo scontroso quando magari passeggiavo per il centro: volevo rilassarmi e invece mi veniva sempre chiesto di calcio dalla gente che mi incontrava. Se perdevamo, l’argomento erano le cause della sconfitta; se vincevamo, era sui nuovi obiettivi. Ora è tutto diverso: riesco a ricambiare finalmente l’affetto che prima invece non riuscivo a dare. Sono più amabile, sorridente e rilassato. Sento Firenze come casa mia: sono arrivato a vent’anni, andato via a trenta con tre bambini. Questo mi è rimasto dentro, e sono tornato a casa.
Suoi sui vecchi compagni della Roma.
Di Francesco allenatore della Roma non me lo aspettavo, a dirla tutta. Ma già da giocatore parlava tanto di calcio. Mi fa piacere vedere che stia avendo successo. Con il Sassuolo ha fatto molto bene, spero faccia altrettanto alla Roma. Di Capello ho un ricordo affettuoso, così come di Candela, Totti, Cafu, Aldair, Samuel e tanti altri campioni. Siamo riusciti a vincere uno scudetto, una cosa difficilissima a Roma. Ricordi splendidi.
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