“Restero’ a fare l’assessore per tutti e 5 gli anni, lo dico per tranquillizzare tutti i giornalisti presenti. Perche’ c’e’ una pressione infernale, un killeraggio che da’ fastidio alle persone per bene come noi”. Cosi’ l’assessore all’Urbanistica di Roma Paolo Berdini a margine della presentazione del libro “Rome. Nome plurale di citta'”, di Bordeaux edizioni. La posizione dell’assessore sembrava da giorni in bilico, e proprio ieri lo stesso Berdini in un’intervista aveva annunciato una sorta di ultimatum: “O lo stadio della Roma si fa senza torri o mi dimetto”. L’assessore e’ da sempre favorevole al nuovo impianto sportivo a Tor di Valle ma non alle edificazioni circostanti.
“Il frullatore mediatico gira solo per lo stadio della Roma e per il sottoscritto, ma il rifiuto a dare una casa a una famiglia di immigrati non e’ una notiziola. Li’ bisogna andarci e vederle con gli occhi, quelle case. C’e’ un degrado talmente evidente che credo che tocchi a chi amministra questa citta’ averlo a cuore. Ora e’ toccato a me, prima facevo solo il grillo parlante”.
Berdini, ha poi lanciato parole di distensione alla maggioranza a 5 Stelle. Negli ultimi giorni si e’ parlato di dissidi e mancanza di comunicazione tra Berdini e i consiglieri. Berdini ha spiegato: “Tutto il corpo di chi ha vinto le elezioni, dalla Giunta fino all’ultimo dei consiglieri, questi 29 ragazzi che conosco ormai tutti come piccoli fratelli, sono ragazzi sensibili che hanno a cuore questioni come il diritto all’abitare e le periferie”. Poi Berdini ha aggiunto: “Forse sono inesperti, ma guardate che fine ci hanno fatto fare quelli che erano esperti. Magari questi hanno difficolta’ a interpretare la complessita’, ma sono ragazzi, sono onesti. Il presidente del vecchio consiglio comunale – ha concluso – e’ ancora indagato e noi stiamo a fare le pulci ora?”. Ieri la sindaca Virginia Raggi aveva detto che con Berdini e’ tutto tranquillo, i prossimi giorni chiariranno se lo strappo in giunta e’ rientrato o solo rimandato.
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