Davide Biraschi ha avuto l’onore di giocare nell’ultima di campionato contro la Roma. L’ultima anche di Totti, che considera un suo idolo visto che è romano e romanista:
“Per me giocare da titolare l’ultima partita di Totti è stata un’emozione straordinaria – ha dichiarato Biraschi in conferenza stampa -. Siamo una famiglia di romanisti, con papà e i miei otto fratelli. Io stesso sono tifoso, lo sanno tutti e come tutti i bambini sono cresciuto con il mito di Totti fin da quando ero piccolo. Avevo quasi le lacrime agli occhi quando è entrato il capitano (lo chiama proprio così, ndr). Dovevo battere la rimessa laterale e non ho resistito. Ho appoggiato il pallone a terra e mi sono messo ad applaudire pure io. Poi a fine gara gli ho dato una pacca, ovviamente lui era preso da mille altre cose, ma è stato emozionante anche solo toccarlo. Poi sono rimasto a bordo campo a vedere il grande saluto che gli ha tributato lo stadio Olimpico. Mai avrei pensato di farla in campo questa gara. Sono di Spinaceto e fin da piccolo ho frequentato lo stadio Olimpico per seguire la Roma. Poi giocando a calcio non avevo spesso il tempo per seguirla dal vivo, ma appena avevo un attimo andavo“.
Nel corso della partita ha avuto anche la possibilità di ‘scontrarsi’ con Totti: “È vero, durante la partita c’è stata l’occasione e sono andato in contrasto. Ecco, non ho messo proprio tutta la forza. Ho avuto quasi un flash, mi è passata davanti tutta la sua carriera. Diciamo che non gli potevo far male all’ultima partita, non poteva uscire zoppicando (ammette ridendo, ndr). Poi è chiaro che quando scendo in campo il tifo rimane fuori dal rettangolo verde e non guardo in faccio a nessuno e gioco per la mia squadra“.
Inevitabile l’emozione per il ritiro a Trigoria: “Era il sogno di quando ero bambino. Sarebbe ipocrita dire il contrario. Poi sono un giocatore del Genoa e voglio rimanere a Genova, ma vivere il ritiro qua è come se stessi a casa”.
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