Boniek

Zibi Boniek, ex Juventus e Roma, attualmente presidente della Federcalcio polacca, torna a parlare della sua carriera a Sky Sport, facendo il punto della situazione sul calcio polacco. Queste le sue dichiarazioni.

Come vive il calcio polacco questa situazione? Si riprenderà il 29/30 maggio?
In teoria è tutto pronto. Il protocollo qui è stato accettato dal Governo. Lunedì le squadre torneranno ad allenarsi. Il protocollo è difficile ma non impossibile da applicare. Vorremo finire il 10 luglio. Vediamo se sarà possibile. Partire a giugno, agosto o settembre è la stessa cosa. Dobbiamo capire come poter coesistere con il coronavirus.

E’ disponibile quindi a convivere con questo problema? State collaborando con la Federcalcio tedesca?
Noi collaboriamo e parliamo con gli altri. Cerchiamo di adeguarci e copiare quello che fanno. La cosa più importante è che dopo due mesi di inattività il Governo ha capito che bisogna riaprire. Se non dovesse succedere sarà un problema per tutti: giornali, alberghi, viaggi. Se aspettiamo l’ultimo caso di coronavirus, chiudiamo tutto e ci vediamo tra due anni.

Giocatore polivalente durante la sua carriera. A Roma ha dovuto portare la sua croce?
Potevo giocare seconda punta, ai mondiali dell’82 giocavo prima punta vicino a Paolo Rossi. Nella Roma ho fatto anche il libero, abbiamo avuto delle difficoltà e mi sono adattato. Abbiamo anche sconfitto la Juve 3-0 e mi sentivo bene in quella posizione. Chi sa giocare a calcio, può farlo anche il libero.

E’ vero che lei anziché alla Juve sarebbe voluto andare alla Roma?
Sì, avevo già firmato. Poi la società non riusciva a mettersi d’accordo per i pagamenti. Si è fatta avanti la Juve, ho chiamato Viola e gli ho detto: “Mi dispiace, se non dovesse riuscire a pagare in un’unica rata il mio trasferimento penso che non si faccia niente. Tra tre anni sarò comunque disponibile”. Ho giocato tre anni con la Juve e dopo la mia scadenza di contratto ho richiamato il presidente giallorosso dicendogli: “Si ricorda della mia dichiarazione? Se lei è ancora interessato vengo”. Ho fatto una bella scelta anche per la famiglia, sto bene nella città ancora oggi.

Aneddoto con la Roma
Ci sono tante cose da raccontare. Il mio impatto con la Roma era fantastico. Venivo da tre anni con la Juve. Nel ritiro con la Roma a Brunico l’allenatore ci disse: “Iniziamo con la corsa lenta”. Andavamo talmente lenti che era quasi una camminata. Mi giro e non c’era nessuno. Pruzzo da lontano mi grida: “Ah Polacco, ma che sei venuto a fare carriera?”. Il primo anno con la Roma, con Pruzzo, Giannini, eravamo fortissimi. Purtroppo Eriksson ha perso troppo tempo a metterla bene in campo. La squadra che ha giocato il calcio migliore della mia carriera era la Roma dell’85/96.

Eriksson l’ha stupita?
Era un grande allenatore ed era molto giovane. Soffriva magari la personalità dei giocatori forti. Era molto bravo a preparare la squadra.

Quando guarda Juventus-Roma tifa per la Roma?
Non mi sono mai permesso di dire una parola nei confronti della squadra bianconera. Se c’è Roma-Juventus, sto con i romani ma che vinca il migliore. Da tanti anni sono in questa città e quindi sono legato a questo ambiente.



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