ULTIME NOTIZIE AS ROMA BRANCA MOURINHO – Marco Branca, ex direttore sportivo dell’Inter di José Mourinho, quello del Triplete, ha parlato a TRS dell’allenatore della Roma:
Che Mourinho ha ritrovato?
Il solito, prima o poi qualche periodo meno brillante doveva capitare, succede alle grandi squadre, figuratevi se non poteva accadere ad una formazione che ha iniziato un nuovo percorso. Bisogna avere pazienza, serve tempo: si dovrà costruire una rosa più forte e maggiormente competitiva.
Dopo il 6-1 in Norvegia, Mourinho si è scagliato contro le riserve.
L’obiettivo è quello di migliorare la squadra per essere competitivi per il quarto posto. Se lui ha agito cosi, lo ha fatto solo ed unicamente per stimolare chi non gli ha dato risposte positive. Lui non è prevenuto nei confronti di nessuno, la sua porta è sempre aperta.
Il problema arbitrale?
Lui ha una personalità spiccata e può risultare antipatico. Ci sono state delle problematiche tecniche nella partita di coppa, mentre se oggettivamente capitano degli episodi che danneggiano il percorso di una squadra che è in costruzione, diventa più difficile: non è un discorso per dare alibi, ma è un ragionamento che va fatto.
Alla Roma, è un Mourinho che fa soltanto il selezionatore?
Assolutamente no! Prendete le sue parole, anche nella conferenza stampa di presentazione: lui è stimolato ed onorato nell’essere stato scelto come l’allenatore che può ricostruire una squadra e un ambiente, da un punto di vista tattico, tecnico e temperamentale. Lui lavora tante ore al giorno e il suo obiettivo è sempre quello: migliorare il parco giocatore.
Un nome che può servire alla Roma?
Devono decidere loro dall’interno, perché solo loro conoscono le caratteristiche in maniera approfondita dei giocatori a disposizione. Non bisogna prendere il centrocampista più bravo, ma quello necessario. Poi, aggiungiamo anche che la Roma gioca bene, perché con squadre più forte non ha mai sfigurato.
Per un direttore sportivo, Mourinho è stimolante o mette pressione?
Le sue esternazioni devono fungere da stimolo per i giocatori e sono loro che devono fare molto meglio. Io non le ho mai vissute come pressioni, lo sapevamo molto bene com’era lavorare con lui, era stato scelto appositamente, per crescere e toccare livelli di competizione importanti. Vedendolo da fuori, comunque, José può contare su delle buone basi, una società solida e seria, un nuovo direttore generale, un buon parco giocatori: se si impegnano tutti nella stessa direzione, ci vorrà meno tempo per riportare la Roma ad alti livelli.
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