AS ROMA NEWS INTER BRANCA – Marco Branca, ex dirigente dell’Inter ma anche ex calciatore della Roma, è stato intervistato da Il Messaggero in vista della gara all’Olimpico tra nerazzurri e giallorossi.

È mai stato vicino alla Roma?
Sì, un paio di volte. In un caso, nell’epoca Pallotta, quando cera Baldini direttore generale, mi arrivò una telefonata ufficiale. Poi le cose non si concretizzarono”.

Trent’anni fa, nel 1994, è stato un calciatore della Roma: che cosa ricorda?
Mazzone e il rapporto sincero che avevo con lui. Mi disse: “Sei bravo, ma io faccio giocare sempre Balbo e Fonseca”. Mi ha aiutato ad andare all’Inter, anche se il presidente Sensi non voleva cedermi. E guardi che è stato un allenatore sottovalutato per via dell’immagine e della dialettica. Lui era avanti con gli schemi d’attacco o con quelle che adesso si chiamano marcature preventive. Anche per questo di Roma mi è piaciuto tutto”.

Di Totti che ricordo ha?
Caratterialmente era uguale ad adesso. A fine allenamento mi fermavo a calciare le punizioni con lui e Giannini, e faceva delle battute fantastiche. Chi non vedeva quanto fosse bravo era cieco o in malafede”.

Come giudica il percorso delle proprietà Usa?
Sono attente all’aspetto economico, ed è apprezzabile. Non condivido, però, la poca voglia nel voler conoscere la nostra storia e il nostro modo di pensare. Se non si conosce una realtà, la si studia. E poi non mi piace la maleducazione che hanno nel prendere certe decisioni. I Friedkin hanno mandato via Mourinho e De Rossi in un modo non troppo professionale. Ci vuole il rispetto per la storia degli altri”.

Lei conosce bene Mou: prenderlo è stato una grande mossa?
“Direi di sì. Ma le squadre non le fa vincere solo Mou. Devono essere complete nel parco giocatori e nell’organizzazione. Se qualcosa non funziona, si perdono punti. José ha dato tanto entusiasmo, ma in campo ci va anche la bravura dei giocatori e del club”.

Ha sentito José recentemente?
“Sì, lui è sempre carico a mille. Per come era finita con la Roma era dispiaciuto, ma un po’ si aspettava quello che sarebbe successo”.

La Roma ha preso come d.s. Ghisolfi. È più difficile per uno straniero muoversi da noi?
“Certo. È come se io dovessi fare il ds in Francia. Ci vuole tempo per comprendere equilibri e relazioni”.

In Roma-Inter chi può decidere?
“Nell’Inter direi tutti, nella Roma quelli d’attacco: Dybala, Dovbyk e Baldanzi. Dietro possono avere difficoltà”.

La Roma è da Champions?
“Lo spero, ma ci vorrebbe a breve un clic coadiuvato da un paio di innesti a gennaio”.

Visto che il calcio è stravagante, sarebbe stupito se la Roma la contattasse per la terza volta?
“Nel calcio non bisogna stupirsi mai di niente. Figuriamoci se lo faccio io”.



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