Bruno Conti

AS ROMA NEWS BRUNO CONTIBruno Conti, leggenda della Roma, ha presentato a La Nazione la sua nuova autobiografia ‘Un gioco da ragazzi‘ parlando anche dei giallorossi. Queste le sue dichiarazioni:

Una storia come la sua oggi sarebbe impossibile.
«Concordo. Si è perso il senso del sacrificio. Ai miei tempi giocavamo sul cemento, sul campetti spelacchiati della parrocchia. La chiesa era dedicata a Santa Maria Goretti. Don Federico, il prete, era un mito. Pur di avere una maglia facevo anche il chierichetto».

Dino Zoff mi ha detto che l’Italia non va più ai Mondiali anche perché non ci sono più gli oratori.
«Il grande Capitano ha sempre ragione. Per parte mia aggiungo che è anche colpa dei genitori».

Tradotto?
«lo da tempo mi occupo del vivaio della Roma. Sa quante volte vedo e sento i genitori insultarsi in tribuna? Sotto gli occhi sbigottiti dei figli. Il guaio è che tutti vogliono tutto subito, se un tredicenne azzecca due dribbling in famiglia pensano subito alla carriera, all’ingaggio, al procuratore. Se penso a quanto mi è mancata la scuola…»

Rimpianti?
“Ho preso la licenza a meda quanto ero già professionista, nel Genoa. Mi dispiaceva non aver potuto studiare. Quando Liedholm mi convocò per la prima volta nella Roma avrei dovuto parlare con i giornalisti, era la prassi. Mi sentivo così inadeguato che mi nascosi in bagno. Ma c’erano altre esigenze. E ho una gratitudine eterna per i genitori e i fratelli, non mi fraintenda”.

Com’è Mourinho visto da vicino?
“Il più grande di tutti, si fidi di uno che ha lavorato con Liedholm e Bearzot”.



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