AS ROMA NEWS BRUNO CONTI – Bruno Conti, storica leggenda della Roma, ha rilasciato un’intervista a Il Giornale parlando di molti argomenti: da Josè Mourinho al suo scudetto e Mondiale tra il 1982 e il 1983.
In 12 mesi solari portò l’Italia in cima al mondo e la Roma allo scudetto?
“Stiamo parlando di due squadre fortissime e di un grande presidente: Dino Viola. È stato un periodo fantastico. Sono felice di aver reso contenti tutti gli italiani, di aver fatto felici tutti i tifosi della Roma, ma soprattutto di aver realizzato il sogno del mio papà: Enrico. È stato un uomo straordinario, un lavoratore incredibile, ma soprattutto un grandissimo tifoso della Roma. Ricordo la sua felicità quando firmai il mio contratto con la Roma. La mia prima cravatta della divisa sociale la indossò sempre lui, per anni”.
Il tuo rapporto con la Roma?
“Ho fatto di tutto e l’ho fatto sempre con l’enorme soddisfazione di chi lavorava per la squadra del suo cuore. Andai al Genoa solamente perché Anzaloni voleva Pruzzo e il Genoa non l’avrebbe venduto se non avessi accettato un altro anno in Liguria”.
Oggi la tua Roma è nelle mani di José Mourinho?
“E non esistono mani migliori. Vivo la quotidianità di Mourinho e vi posso assicurare che è un grande leader, è un grande allenatore, ed è una grande persona. Per me è il Number One. Sottolineo un aspetto: il popolo, la gente, i tifosi capiscono subito la genuinità di una persona. Roma è pazza di Mourinho. Lo stadio è sold out da due anni!”.
Detto da chi come secondo padre ha avuto Enzo Bearzot.
“Ma non esistono dubbi. Il suo temperamento, le sue parole, sono figli del voler difendere a tutti i costi la sua creatura. Che è la squadra. Dal primo dei fuoriclasse all’ultimo giovane della primavera. E se esce da Trigoria e vede un bambino che sogna di incontralo si ferma e lo rende felice. Come pure non perde mai gli allenamenti dei giovani della Roma. Guarda, si informa, chiede, osserva. È uno che parla in faccia. Trovate un giocatore che ha avuto Mourinho e non lo adora? Per me in assoluto è un grandissimo”.
Plusvalenze! Quanta Roma ha cresciuto in tutti questi anni?
“Ci pensavo ultimamente e facendo un rapido calcolo, credo di aver generato almeno 180 milioni di euro di plusvalenze per la Roma”.
Algoritmo o Liedholm?
“Non scherziamo. Vedo errori nei giovani di oggi incredibili. Hanno grande fisicità, ma dubito che passino il giusto tempo ad affinare la tecnica, i fondamentali, come il Barone pretendeva da ognuno di noi. Oggi si preferiscono gli algoritmi e il fisico a discapito della tecnica. E non si insegna più calcio ai giovanissimi. Ai bambini gli devi far mangiare il pallone e a 10-12 anni non gli si può parlare di tattica”.
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