Fabio Capello, ex allenatore di Milan, Roma, Juventus e Real Madrid, ha rilasciato un’intervista a Il Messaggero. Queste le sue dichiarazioni: “Ho finito, io. Nè allenatore nè dt. Nemmeno manager. Il mio calcio è solo da opinionista. Con Sky. Ormai sono pensionato. E faccio il nonno. Di quattro nipoti”.
Sulla Serie A: “Serie A noiosa? Non sono d’accordo. Guardate i punti a disposizione. Chi insegue la Juve non si deve arrendere. Vale la pena provarci. Il Napoli e le altre. I tifosi, invece, sono abituati: i bianconeri dominano e vincono da 7 anni. Ma la passione della gente c’è, a Milano è addirittura cresciuta”.
L’Italia esclusa dall’ultimo mondiale: non pensa che quel fallimento
abbia fatto bene al nostro movimento?
“Abbiamo pagato la crisi
economica e basta. E, di conseguenza, l’assenza dei campioni in campo e fuori.
Da noi, negli ultimi anni, non sono più venuti. Fondamentale lo sbarco di
Cristiano Ronaldo. Un esempio: Dybala negli ultimi due anni si è accontentato.
Adesso, con CR7, Allegri ha detto all’argentino che se vuole giocare deve
correre. A tutto campo. Dybala, grazie a Ronaldo, migliora. Il campione ne
genera altri”.
Se fosse l’allenatore di un club in Italia, quale giovane chiederebbe
al suo presidente?
“I tre chiamati da Mancini in azzurro:
Barella, Zaniolo e Sensi. Punto su Sensi. Regista e ce ne sono pochi. Gioca
rapido e in verticale. È da big. Anche se fisicamente piccolo, è veloce di
testa. A livello internazionale conta la dinamicità e va testato. Il fisico
incide di più per chi sta in attacco. A centrocampo hai invece più
spazio”.
I giovani in Europa: chi li valorizza meno, Italia, Inghilterra o
Spagna?
“Noi. I miei colleghi sono quelli che hanno meno
coraggio. Di Francesco ha esagerato al Bernabeu facendo debuttare Zaniolo in
Champions contro il Real. Ma la sua decisione è stata utile per la Roma e per il
ragazzo. E per l’allenatore. Che ha capito di avere in rosa un calciatore di
talento. Solo utilizzandoli, sai se i giovani sono all’altezza e pronti. Se non
li vedi, non crescono e chissà che fine fanno”.
Indichi i suoi tre giovani da Pallone d’oro?
“Subito
Mbappè. Senza guardare l’età, Kane. E Neymar”.
In Inghilterra dopo anni e anni il calcio è senza hooligans (li porta
all’estero) e senza incidenti: cosa dovremmo imitare?
“Prendere
decisioni vere. Con regole nuove. Basta striscioni, petardi, insulti e buu. Con
la Federcalcio devono però collaborare i presidenti, gli allenatori e i
calciatori. Partendo dal saluto al pubblico a centrocampo, a fine partita, e non
sotto la curva. Permesso solo fuori casa, per ringraziare chi si è messo in
viaggio per seguirti”.
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