La partita contro l’Empoli ha portato 3 punti alla Roma e la prima vittoria per Claudio Ranieri, subentrato in corsa a Di Francesco per non sprecare una posizione di classifica che consente ancora ampiamente di credere alla qualificazione in Champions League per la prossima stagione. La domanda che la maggior parte dei tifosi giallorossi si pongono è: l’obiettivo è alla portata di questa squadra? Il problema infatti non è la matematica ma la condizione psicofisica di una formazione che ha smarrito se stessa più e più volte nel corso della stagione.
Quest’ultimo obiettivo sembra quasi un obbligo a questo punto, una condizione che di certo aggiunge pressione sui nervi già tesi della squadra. D’altronde questo fattore è trapelato anche nel match contro il modesto Empoli che ha continuato a dare pensiero fino all’ultimo, nonostante una certa penuria di mezzi. Non a casa il pareggio è arrivato con i toscani che non hanno nemmeno dovuto fare la fatica di spingerla in porta, l’autogol di Juan Jesus (con complicità di Marcano) è stato infatti un misto di frenesia e poca coordinazione. Il commento del mister non poteva essere più eloquente: “Il primo gol subito non l’ho capito”.
Il match di lunedì dice poco su cosa possa realizzare la Roma in quest’ultima parte di stagione: troppe assenze, poco il tempo trascorso dalla venuta di Ranieri, avversario agguerrito ma inferiore. Ma la domanda resta sempre la stessa. Partiamo da un’analisi delle forze interne per poi passare a quelle delle dirette avversarie per capire, il più razionalmente possibile, cosa deve fare la Roma per riuscire ad agguantare uno scranno valido per l’Europa delle grandi.
Innanzitutto la Roma ha subito gol per ben 6 partite consecutive per un totale di 11 palloni raccolti in fondo al sacco, che nel computo totale della stagione fanno 37, tra le prime 10 ha fatto peggio solo l’Atalanta. Tutto parte da dietro, insomma, e anche il mister lo ha capito praticamente da subito, come si evince dalle dichiarazioni post-gara: “Noi il gol prima o poi lo facciamo, dobbiamo invece restare concentrati per non subirne. Non è possibile prendere tutti questi gol […] Ci aiuteremo l’uno con l’altro perché solo con una grossa organizzazione si può fare. Devo fare del mio meglio per aiutarli”.
Per la prossima trasferta di Ferrara contro la Spal tornerà a disposizione Fazio mentre dovrà ancora attendere in infermeria l’altro centrale titolare Manolas. Dalla presenza fissa di questa coppia in difesa fino a fine stagione passa molto della speranza romanista. D’altronde l’infermeria non ha risparmiato nemmeno il reparto più avanzato: Pastore non ha praticamente mai giocato a causa delle noie al polpaccio, De Rossi e Pellegrini si sono, invece, infortunati entrambi contro il Porto e al momento è ancora incerto il loro rientro (quasi impossibile per la Spal). Per l’attacco invece si aspetta il rientro di Under ancora fermo per i problemi al flessore.
Poi ci sono i giocatori da recuperare sotto il profilo psicologico, il paziente più grave è sicuramente Florenzi. L’errore di Oporto pesa ancora sul morale del ragazzo, il fantasma dell’eliminazione si è palesato anche contro l’Empoli quando Florenzi è stato espulso al 80’ per somma di ammonizioni. Il secondo giallo è arrivato in occasione di un fallo innocente, ma abbastanza ingenuo, proprio come in occasione del rigore del Porto. Il gesto di strapparsi la maglia uscito dal campo rende bene l’idea del momento attraversato dal giocatore.
Altro giocatore da recuperare per Ranieri è la punta Schick, giovane che è sembrato sempre insofferente alle pressioni imposte dall’ambiente giallorosso. Il ceco è sembrato già molto motivato dalla presenza del nuovo allenatore e ha ripagato con una bella rete sulla quale ha lottato in contrasto aereo, un’azione di carattere di quelle che gli sono sempre state chieste a gran voce. A fine gara ha detto: “Il mister mi ha detto che devo far vedere la cattiveria e la mentalità di lavorare per la squadra”. Pare aver recepito, ricordiamo che con la Samp Schick fu in grado di segnare anche per 4 match consecutivi, nessuno gli chiede un esplosione a fine stagione ma che almeno dia un contributo importante in questo finale di stagione.
Cosa si può dire delle altre contendenti? In primis che va compreso bene chi siano queste rivali. Di sicuro ci sono le milanesi, poi ci sono Torino e Atalanta a soli tre punti di distanza, la Lazio è invece a meno 5. Il discorso è quindi ancora lungo, ma proprio i biancocelesti sembrano i meno papabili: la vittoria del derby li ha caricati, ma la squadra continua ad avere risultati altalenanti e deve ancora affrontare Inter, Milan, Samp e Torino, tutte in trasferta.
L’Atalanta ha ancora da giocare una serie di partite casalinghe tutte alla portata, sulla strada però trovare Inter, Napoli, Lazio e Juve sempre in trasferta. Il Torino è una grande incognita perché nelle prossime 6 gare giocherà sempre con squadre che la succedono in classifica, saranno queste a creare l’eventuale tesoretto che il Toro potrebbe far valere prima della sfida domestica contro il Milan, il derby allo Stadium e la Lazio in casa all’ultima giornata.
Le due milanesi si giocano molto nel derby di domenica. Il Milan arriva favorito, come dicono anche i bookmakers, dovesse vincere diventerebbe in automatico la principale candidata al terzo posto in virtù di un calendario più semplice di quello dell’Inter che ha ancora Lazio, Atalanta, Roma, Juve e Napoli da affrontare. Per i nerazzurri, già afflitti dai problemi di spogliatoio, un’eventuale sconfitta nel derby potrebbe rappresentare un punto di non ritorno.
Probabilmente le speranze di questa Roma si misureranno nel filotto di 3 match contro Napoli, Fiorentina e Sampdoria, fare punti in queste gare dovrebbe preparare il clima per la trasferta contro l’Inter che sarà una vera e propria partita decisiva.
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