Pirluigi Collina, presidente della commissione arbitri della Fifa e membro dell’Ifab, è intervenuto a Radio 24 per parlare di come anche il mondo arbitrale sta rispondendo all’emergenza coronavirus, ma soprattutto ha affrontato il tema Var.
Queste le sue parole: “Il Var è un processo irreversibile. Dovremo cercare di continuare a migliorarlo, e lo stiamo facendo in questi anni. Dobbiamo però far sì che il Var venga applicato in maniera più omogenea in tutto il mondo, questo strumento deve diventare più democratico e quindi utilizzabile anche da paesi con meno risorse umane ed economiche seppur in versione ridotta, in versione light”. Ma “non dimentichiamoci che c’è sempre un uomo dietro al Var. La componente umana è sempre fondamentale, parliamo infatti di una tecnologia al servizio dell’uomo. Va salvaguardata quindi la centralità dell’arbitro di campo come decisore finale. Negli episodi interpretabili è proprio il direttore di gara, e non l’arbitro al Var, che deve rivedere le immagini e prendere una decisione”.
Per Collina, il bilancio è positivo: “La valutazione finora è positiva, ci sono più pro che contro. Quando le cose vanno bene, ovviamente, si cerca sempre di alzare l’asticella. In questi anni abbiamo però migliorato anche la stessa tecnologia, che oggi è in grado di offrire risposte migliori”. Gli viene poi chiesto un giudizio sul tempo effettivo, e se ci si potrà arrivare anche nel calcio: “All’Ifab ne abbiamo discusso, e come Fifa abbiamo cercato di aumentare i minuti di recupero all’interno di un match. Il Mondiale del 2018 ha rappresentato la svolta, visto che siamo passati da tre a sei minuti di recupero di media. Abbiamo parlato nello specifico anche del tempo effettivo, ma già ora direi che non siamo lontani dai 60 minuti di tempo effettivo a partita”.
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