NOTIZIE AS ROMA DACOURT – Olivier Dacourt, ex centrocampista della Roma dal 2003 al 2006, ha rilasciato un’intervista a Centro Suono Sport parlando dei giallorossi, di Pastore, di Spalletti e di molto altro. Queste le sue dichiarazioni:

“Ricordo con affetto gli anni romani e soprattutto i derby, erano partite speciali e non li ho mai persi. Spero che i giallorossi giochino una grande partita e vincano. Il gol alla Juve fu un’emozione incredibile, arrivavamo da una forte contestazione e stravincemmo quella partita, contro i bianconeri c’è sempre una rabbia in più. La Roma lo scorso anno ha fatto benissimo, con la semifinale di Champions, quest’anno ha avuto qualche difficoltà in più, ma i giallorossi sono lì a pochi passi dalla qualificazione alla prossima Champions. La Juventus è la più forte di tutti, è difficile colmare il gap. Contro il Porto la Roma ha grandi chance di passare il turno, ma in Europa non bisogna mai dare nulla per scontato. I lusitani in casa sono una squadra temibile, hanno l’abitudine di giocare queste partite.

Su Nzonzi:“Ha vinto il mondiale, dopo questo avvenimento straordinaria la prima stagione è sempre difficile. Steven credo sia arrivato a Roma senza preparazione, lui ha grandi qualità, ma ha caratteristiche ben precise, è un mediano, un palleggiatore non è uno che dribbla e va a fare gol”.

Su Pastore e Spalletti:“Le sue qualità non si discutono, quando ha trovato spazio a Parigi ha fatto bene, ma ha un grosso deficit fisiche, è un po’ fragile, ma quando sta bene può fare ancora la differenza. Spalletti ha il suo carattere, a volte esagera, anche nei miei confronti una volta a San Siro fece una scenata alla fine di una partita, gli dissi il giorno dopo che avrebbe dovuto portarmi maggiore rispetto e che le sfuriate vanno fatte dentro lo spogliatoio, non pubblicamente al termine della partita quando siamo ancora sul campo”.

Su Icardi:“Il caso Icardi è molto particolare, Mauro non è Totti, Totti è Totti, una leggenda, Icardi ha fatto delle buone cose ma deve ancora portare l’Inter a vincere qualcosa. Il capitano deve unire tutti quando c’è un problema, non spaccare lo spogliatoio. Forse avrebbe dovuto presentare le sue scuse alla squadra. Per fortuna mia, quando giocavo, mia moglie non parlava in tv…”.



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