Champions League
De Rossi: “Ci manca un rigore. Spero che Di Francesco rimanga”
NOTIZIE PORTO ROMA DE ROSSI – Daniele De Rossi, capitano della Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai media dopo l’eliminazione dei giallorossi alla Champions League ad opera del Porto.
DE ROSSI A SKY SPORT
Una partita così è una spinta per il quarto posto?
Deve esserlo. Il nostro campionato non finisce oggi. Si spegne un sogno che avevamo in maniera brusca e dolorosa. Se faremo sei punti nelle prossime sei saremo più vicini al quarto posto. Piangiamo stasera, ma da domani riprendiamo a lavorare.
La Roma continua a lavorare con Di Francesco?
Non entro in queste tematiche. Mi auguro di sì. Sono tematiche della società. La squadra delle volte ha giocato male, ma ha sempre dimostrato di essere seria. La squadra c’è al 100%. E’ compreso anche il nostro allenatore.
Sugli episodi Var.
Qualcuno si è sentito rispondere cose confuse. Ora l’ho rivisto ed è rigore. Non va bene. Siamo usciti dalla Champions lo scorso anno dicendo che se ci fosse stata la Var saremmo arrivati in finale e oggi usciamo uguale. Questo non è un errore della Var, ma dell’arbitro. E’ un peccato. Sarebbe stato epico passare con il 3-2. In futuro la Var sarà perfetta come negli sporti americani.
La prima ora avete perso troppi palloni, a cosa è dovuto?
Un po’ le due cose. Sono stati bravi a toglierci spazio nel mezzo. Ho parlato dei primi novanta minuti in cui loro hanno fatto meglio. Poi sulle seconde palle abbiamo fatto contropiedi incredibili. Se ci fossero i punti come la boxe avremmo meritato di passare. E’ così purtroppo. Delle volte perdi meritatamente come nel derby, altre volte abbozzi e la dinamica è dolorosa.
Dzeko nella prima ora era troppo isolato. Forse non avevate la stessa voglia di andare a fare gol o avevate paura di subire il contropiede?
Era diventata una partita disordinata. Nei contropiedi siamo stati pericolosi e forse non ci abbiamo creduto abbastanza. Possiamo dire che siamo stati meno convinti rispetto all’andata dove avevamo sfruttato le occasioni che avevamo avuto.
Sei sempre tu il rigorista o doveva essere Perotti?
Siamo tre: Diego, io e Kolarov. Il mister ci lascia la scelta. Diego mi ha detto di tirarlo. Prima del derby avevo chiesto a Kolarov se avessi potuto tirarlo e lui mi ha risposto che se me la fossi sentita avrei potuto farlo.
Nella lotta per la Champions ci sarà la lotta per riportare te in Champions. Rinnoverai?
A fine primo tempo tutto fasciato gli ho detto ‘Fate fare una partita a questo vecchio in Champions’. Decideremo il da farsi. Ogni partita te la vuoi gustare quando stai per smettere. Sono infortuni e fanno parte del gioco. Pensiamo al grosso sacrificio della squadra, al mio futuro ci penseremo. Ora il problema è al polpaccio, non al ginocchio.
Su Di Francesco.
Non voglio commentare questo. Sono cose delicate. Speriamo non succeda nulla. Speriamo che il sacrificio della squadra sia sufficiente per andare avanti insieme. Rimarrà comunque l’allenatore arrivato in semifinale di Champions dopo non so quanti anni. L’atteggiamento di questa sera deve valergli ancora come attestato di stima.
DE ROSSI A ROMA TV
Che valutazioni fare?
Ne possiamo fare 1000, tattica e tecnica anche se io preferirei quelle umane. Questa squadra ha dimostrato di essere composta da professionisti seri, che hanno dato tutto. Sono usciti con la maglia bagnata, sono fierissimo dei miei compagni e dello staff. Si poteva fare sicuramente meglio, ma una squadra che perde in maniera così calcisticamente terribile mi viene solo voglia di abbracciarli.
Cosa dirai a Florenzi?
Gli ho fatto leggere dei messaggi che ho ricevuto il 26 novembre 2018, quando ho dato lo schiaffo a Lapadula. Non ricordo i compleanni delle persone care, ma quella data la ricordo perché ho tutti i messaggi sul telefono. Poi è passato poco tempo e sono tornati i messaggi d’amore perché la gente è tornata a pensare a quello che provo per la maglia. La stessa cosa per lui, bisogna stargli vicino. Poi quando ti va male capita poi che dopo 3 minuti non ti danno un rigore. Quando potrebbe piovere, diluvia. Gli sta andando male, era distrutto ma è un ragazzo che ci tiene. Ha dato due ginocchia per la Roma, è rientrato e ha fatto 100 partite. Se non è un grande professionista lui non so cos’è. Qualche prestazione può essere al di sotto ma lui c’è sempre, è un romanista vero e spero che tutto l’amore che ho ricevuto io quando ho fatto qualche cavolata venga riversato su di lui.
Sei andato a battere tu il rigore: lo hai scelto al momento?
Il rigorista sono io da almeno un anno. Era Diego (Perotti, ndr) il rigorista ma poi quando ne ha sbagliato qualcuno abbiamo deciso che li avrei tirati io. Poi quando sto in campo non ci danno mai un rigore, quando mi sono fatto male al ginocchio ce ne hanno dati 3-4 e li ha battuti tutti Alex (Kolarov, ndr). Prima del derby ci siamo parlati, gli ho detto che aveva la prelazione e lui mi ha detto ‘decidi tu’. Il mister è preciso su tutto, ma quello ce lo lascia decidere a noi anche sul momento.
Come spieghi questo momento di disagio e incertezze? E’ discorso tattico, tecnico o mentalità?
E’ un momento difficile dal punto di vista del gioco, è un momento discontinuo perché con Porto e Milan si era vista la squadra che ci ha fatto divertire l’anno scorso. Poi due partite difficili con Frosinone e Bologna prima della mazzata del derby, dove loro hanno meritato di vincere anche se è stata più equilibrata di quanto detto dal risultato. Stasera un po’ sei condizionato dal risultato dell’andata. Non abbiamo ancora la forza delle grandi squadre come City o Barcellona, che impongono il loro gioco anche dopo aver vinto l’andata. Li abbiamo sofferti ma poi abbiamo recuperato palloni e creato occasioni. Il momento non è positivissimo ma in questo doppio scontro meritavamo di passare.
Sull’arbitro.
E’ il problema più grosso di questo strumento meraviglioso che è il Var. Dai troppa discrezionalità a uno strumento che invece dovrebbe toglierla. Dovrebbe aiutare a vedere il dato di fatto. Poi un fallo non deve essere per forza un calcio nei reni, come c’è stato tra Alessandro e la maglia del giocatore, che comunque la palla non l’avrebbe presa mai più. Ma lì va bene così, perché c’è il Var ed è il futuro, ne sono convinto. Però me lo devi dare anche dall’altra parte, perché il Var non conta più niente così. Sono cose inequivocabili. Come in Fiorentina-Inter si tratta di un errore umano, non del Var. E in questo caso si condizionano stagioni e obiettivi.
Come stai?
Faremo la risonanza tra un paio di giorni, ma credo di essermi stirato il polpaccio e di stare fuori 2-3 settimane. Speriamo.
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