Daniele De Rossi ha rilasciato un’intervista alla ‘Rivista Undici’ dove ha parlato a 360 gradi della Roma, del suo futuro e di quello di Luciano Spalletti. Queste le sue dichiarazioni.

Su Spalletti: “La Roma dovrebbe fare di tutto per trattenere Spalletti. È stato l’allenatore che mi ha condizionato di più. Ho cominciato a vedere il calcio con gli occhi di questo allenatore. Ed è un bel vedere. Al di là di che cosa farò io, al di là che a volte ha un carattere difficile, la Roma dovrebbe fare di tutto per trattenerlo perché sarà più forte”.

Sul suo contratto: “È una cosa che prima o poi dovrò affrontare con la società. Ma non ci penso. Ma voglio continuare a giocare ancora per un po’”.

Sulla Roma: “Vivere senza Roma sarebbe stata una cosa che mi avrebbe fatto più male del non aver vissuto un Real Madrid-Barcellona, o di non aver calcato gli stadi inglesi più belli, di non aver vinto determinate cose”. De Rossi si sofferma anche sulla stagione con Zeman: “È stata difficile, è stata la prima in cui ho giocato di meno, non mi sentivo indispensabile. Non credo che Zeman sia un disonesto. La sua carriera e la sua storia parlano per lui, ha dimostrato spesso di avere una grande rettitudine, non vedo perché con me l’avrebbe dovuta compromettere”.

Su Totti: “Io mi sono permesso in questi 16 anni un lusso che a Roma si sono permessi in pochi: viverlo non solo come un idolo. Stare tutti i giorni con lui ti porta a vivere come una cosa normale l’essere accanto a un calciatore che non è normale”. De Rossi dedica poi una menzione speciale ad Andrea Pirlo (“Un esempio da seguire”) e Paolo Maldini (“Mi ha sempre dato l’impressione di essere un leader perché lo è veramente. Mi piacerebbe assomigliare a lui”).

Dopo Spalletti, il numero 16 giallorosso cita anche Claudio Ranieri (“Quello con cui ho vissuto la stagione più esaltante”) e soprattutto l’ex ct azzurro Antonio Conte: “Mi ha folgorato. Io amo le persone dirette. Amo chi dice la verità. Tatticamente è un mostro. È un animale da campo. Non è facile essere un suo giocatore, ma è bello esserlo”.

Sul futuro da allenatore: “Ho avuto due tra i dieci allenatori migliori del mondo: Spalletti e Conte. Il terzo è Luis Enrique. Con un altro, Guardiola, ho giocato, e se dovessi prendere una panchina chiederei di andare a guardarlo per imparare”.



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