Luigi Di Maio

Il 2018 verrà ricordato per gli addetti ai lavori che operano nel settore del gioco d’azzardo come un anno di svolta e di grandi cambiamenti. Sia per motivi strettamente legati alle innovazioni tecnologiche, sia per quello che riguarda l’intervento della politica sull’industria del gioco. Era facilmente intuibile che alcune cose stessero cambiando, già al volgere dell’anno passato. In particolare l’Europa aveva virato, in termini di opinione pubblica sul tema del gioco d’azzardo e nello specifico per quanto concerne il gaming. Nonostante sia stato più volte paventato un cambio di guardia, nessuno avrebbe potuto immaginare che il governo neo eletto si schierasse così apertamente contro il gioco d’azzardo e le scommesse sportive.

Eppure i movimenti dei cittadini contrari alle troppe sale slot presenti sul nostro territorio erano un segnale chiaro e forte. Da qualche tempo in Europa erano spuntati movimenti e iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e quindi la politica sul tema del gioco d’azzardo. Tuttavia in Italia il gioco era stato legalizzato meno di 10 anni e con risultati soddisfacenti a livello di entrate per lo Stato. In particolare i precedenti governi erano stati piuttosto indulgenti verso un’industria che portava all’Erario cifre sempre più ingenti e importanti.

Bisogna al contempo sottolineare come in tutta Europa diversi movimenti e partiti si dicevano contrari o comunque critici verso il proliferare del gioco e nello specifico verso la pubblicità dedicata a casinò, scommesse e lotterie varie. La pubblicazione durante lo scorso autunno del dossier L’Italia delle slot, con cifre, statistiche e ogni tipo di informazione a carattere territoriale, è stata una valida cartina torna-sole per capire lo stato delle cose in merito al tema del gioco d’azzardo, specificamente di quello che interessava le realtà di gioco fisico-terrestre.

Contemporaneamente giungevano notizie da Paesi come Danimarca, Polonia e la stessa Svizzera, dove il gioco veniva preso di mira e le leggi dedicate a questo settore venivano modifica, annullate o cancellate. Che cosa cambia oggi in Italia, dopo il Decreto Dignità? In pratica lo stop alla pubblicità che coinvolge nuovi casino online italiani così come il circuito parallelo delle scommesse sportive, non rappresenta un vero e propria proibizione verso il gioco legale. Tuttavia ci sarà però un maggior controllo e smetteremo di essere bombardati a livello mediatico dalle pubblicità che inneggiano al gioco d’azzardo. Specialmente la tv generalista era diventata il veicolo prediletto per fare pubblicità a siti di gioco e di scommesse. Anche gli altri media non facevano eccezione, con giornali, riviste e radio in testa a un indotto che coinvolgeva praticamente ogni realtà presente sul nostro territorio.

Così, dopo la conclusione dei Mondiali di calcio in Russia, il Governo Conte ha realizzato con il Decreto Dignità una misura che pone un grosso limite al network del gioco legale nel nostro Paese. La cosa è apparsa subito evidente, specialmente per via di Google che ha tempestivamente chiuso alle inserzioni dedicate alle scommesse sportive e ai siti di casinò online. Difficile dire cosa cambierà e quali saranno gli effetti sulle realtà che operano legalmente in Italia e nel resto d’Europa per i casinò online. Secondo una prima analisi, potrebbe esserci una perdita di profitti non inferiore al 15%, mentre il gioco di tipo fisico, con lotterie e sale scommessa in testa, potrebbero subire una perdita pari al 7%. Cifre che alla lunga potrebbero danneggiare l’industria del gioco, che negli ultimi 10 anni e cresciuta e ha triplicato il suo fatturato in Italia così come nel resto d’Europa.



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