CONFERENZA DI FRANCESCO – Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida di Champions League contro il Viktoria Plzen.
Da quando è arrivato alla Roma, una delle sue parole d’ordine è stata equilibrio. Prima del Frosinone e del derby serviva per non deprimersi eccessivamente, adesso è il contrario. Come sta gestendo l’entusiasmo post vittoria?
Ieri ai miei calciatori ho ribadito solo un concetto più importante. Avevamo parlato di tanti argomenti, tra cui l’equilibrio. Io ho parlato solo di equilibrio, per saper lavorare e dare continuità a quello che stiamo facendo, anche se abbiamo fatto un’ottima gara. È una vittoria importante perché il derby è una partita che vale doppio, in tutti i sensi. Però l’equilibrio in questo momento è fondamentale, dobbiamo dare continuità a quello che stiamo facendo, soprattutto con gli atteggiamenti e con il modo di stare in campo e di lavorare di squadra, credo che questa sia la base più importante da cui stiamo ripartendo.
Pastore e De Rossi sono usciti acciaccati dal derby. Questo potrebbe implicare un cambio di modulo iniziale?
Io ho lavorato sempre e tanto sul 4-3-3 così come sto lavorando in questo momento sul 4-2-3-1. Quindi nell’interpretazione delle gare che andremo a fare potremmo alternare anche i due sistemi di gioco. Se avete osservato bene anche nel derby, durante la partita, ad un certo momento con l’ingresso di Cristante e col sistema di gioco che aveva modificato la Lazio, mi sono messo 4-3-3 per poi finire con il 5-3-2. Anche se è un sistema di gioco che conosciamo, spesso dipende anche dagli avversari, quindi uno può modificare il modulo anche a partita in corso, perché è un qualcosa in più che abbiamo in questo momento.
La scelta di Kolarov di giocare con un dito fratturato è fortemente simbolica.
Sì. La frattura c’è, è stato un grande Aleksander. Ci tiene ad esserci anche domani. È in dubbio, valuteremo insieme quale sarà la mia scelta se farlo giocare o meno.
Kluivert pronto per giocare dal 1′ in Champions?
Potrebbe giocare anche dal 1′.
Che momento è per Dzeko? Deve modificare qualche suo atteggiamento?
Edin deve ritrovare solo il gol. Vive per quello, è un attaccante. Nel derby mi è piaciuto, al di là di una decina di minuti. È stato determinante sul primo gol. È un giocatore che mi tengo stretto, un attaccante da coccolare. È troppo importante come calciatore per noi.
Questa mancanza di gol per Dzeko dipende da qualche aspetto tattico?
Cerchiamo sempre il pelo nell’uovo… devo capire cosa intende. Deve dare continuità. Ha avuto opportunità per fare gol, mi auguro possa averne il primo possibile. Un gol semplice potrebbe aiutarlo a ritrovare serenità. Io sono sempre contento se si vince e fanno gol gli attaccanti, però a livello tecnico-tattico… fa il centravanti, gli ho avvicinato un calciatore. Alla fine il gol ripulisce situazioni che lasciano il tempo che trovano.
Florenzi: “E comunque è entrato in 2 gol su 3, e poi ha dato una palla a me che mi sono addormentato…”.
Nella sua interpretazione del 4-2-3-1 come cambia l’interpretazione del modulo con un trequartista come Pellegrini e Cristante o un rifinitore come Pastore?
C’è anche Zaniolo, o Coric che non avete mai visto. Sta crescendo tantissimo in allenamento. Questo dipende dai giocatori che ci metto dietro. Se ci mando Pastore chiedo meno inserimento. Pastore è un po’ unico tra i giocatori che ho in questo ruolo, insieme a Coric, è quello che ha la giocata in più. Gli altri danno maggiore continuità e maggiore capacità di inserimento per trovare il gol. Sono importanti anche i mediani, e non deve cambiare l’atteggiamento degli esterni. È un insieme di cose.
Percentuale dello stato di forma di Nzonzi?
Torniamo all’equilibrio generale. Il fatto che ho cambiato tanto e ho cercato di trovare l’assetto giusto, è passato anche attraverso prestazioni basse. Steven è in grande crescita. L’errore più grande è che si pensa che solo la partita ti dà la possibilità di fare buone prestazioni. L’esempio è Santon. Se si fosse allenato al di sotto e senza professionalità e attenzione anche al di fuori del campo, non avrebbe mai potuto fare queste prestazioni. L’allenamento è alla base della prestazione. Se questa squadra 6 giorni fa non c’era, mi dite come ha cambiato preparazione questa squadra? Il concetto è solo entrare in campo e unire 3 componenti: tecnica, fisico e mentale.
Ora ti mancheranno giocatori che potrebbero costringerti a tornare al 4-3-3. O pensi di poter portare avanti il 4-2-3-1?
Cambiare tanto non piace, ma bisogna essere attenti alle situazioni. Il Viktoria Plzen è una squadra tosta da sfruttare, con un attaccante davanti di grande presenza. Al di là del sistema di gioco, andiamo ad affrontare una squadra fisica. Dobbiamo metterci ad armi pari per poi far valere la nostra maggiore qualità. Si può modificare anche in partita.
In porta c’è stato un cambio importante, e forse inizialmente anche un po’ nello stile di gioco. Olsen adesso si sta adattando meglio e sta capendo anche che deve giocare supportando una difesa più alta rispetto a quello a cui era abituato?
È un’ottima lettura. Lui viene da un calcio totalmente differente dal nostro. Se ci andate a riguardare un po’ di immagini, appena ha la palla sui piedi il primo pensiero è quello di cercare l’attaccante lungo, cosa che può accadere ogni tanto quando c’è grande pressione degli avversari. Lui ha lavorato tanto in questo senso, ha grande disponibilità. Sta giocando veramente benissimo con i piedi, o per lo meno cerca di non buttare via palloni inutilmente e cerca anche di mettersi a disposizione dei compagni. Sta migliorando anche il suo posizionamento quando la palla è lontana. Il portiere non è inquadrato, ma noi lo facciamo inquadrare per capire il suo posizionamento perché deve essere predisposto. È successo anche con la Lazio, quando abbiamo messo spesso in fuorigioco Immobile. Lui deve essere bravo a lavorare un po’ più alto, rischiando qualcosina ma sapendo che uno può tirare da 50-60 metri ma non è mai facile prendere la porta. In questo lui deve ancora lavorare, ma dal punto di vista della sua disponibilità sono molto contento. Sta imparando anche a capire un po’ meglio i termini e la lingua che è basilare per potersi muovere insieme ai compagni.
Dopo il debutto col Frosinone, vede pronto Luca Pellegrini per un esordio importante anche in Champions?
Luca Pellegrini è sempre un’idea, però passa sempre attraverso quello che ho detto prima di Santon. Ha delle qualità importanti, ma deve continuare a lavorare con grande umiltà. Umiltà nel lavoro. C’è consapevolezza di quelli che sono i suoi mezzi, che sono importanti, ma ricordiamoci che è in questo momento è un ragazzo che ha 15 minuti in Serie A, dove è entrato sul 3-0. Ma non è entrato per caso, ma perché meritava di entrare, perché sta lavorando bene. Non è detto che non possa esordire dal 1′ tra queste gare, lo tengo in grande considerazione perché è in grande crescita. Però dipende molto sempre da lui. Spesso la formazione non la fanno gli allenatori, ma gli atteggiamenti, i calciatori stessi e i propri compagni quando si mettono a disposizione.
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