Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni dopo la sconfitta dei giallorossi contro la FIorentina.
DI FRANCESCO A PREMIUM SPORT
Le decisioni dell’arbitro?
Non mi interessano, oggi non ne è andata una bene. Abbiamo difeso male e quelle due volte abbiamo preso gol. Le scelte dell’arbitro sono dubbie ma poi siamo noi che non facciamo gol. Gli episodi non ci sono girati a favore.
I cambi non hanno pagato.
Certi giocatori non possono fare sempre 90 minuti. Kolarov doveva tirare il fiato, non cerchiamo cose che non esistono. Si parla troppo del risultato, io faccio il tecnico e dico che la Roma meritava di più. Brava la Fiorentina a concretizzare. Ci prendiamo la sconfitta e andiamo a casa.
C’è bisogno di ricompattarsi.
Si vedrà ora la capacità di resistere alle difficoltà. Veniamo da una partita dove abbiamo preso 2 gol che non meritavamo perché dobbiamo crescere. Anche oggi ci prendiamo il 2-0 e dobbiamo stare zitti.
Quanto è alta la tua rabbia al momento nel non vedere il tuo lavoro tradotto sul campo?
Quando fai tante partite qualcosa la devi cambiare e questo può compromettere certe scelte. La Juve oggi ne ha cambiati 9, tornando alle 5 di mattina qualcosa la puoi perdere. Quando recuperi una palla sui 25 metri e non concretizzi è un demerito ma lavori con i concetti giusti. Il 2-0 ha facilitato la Fiorentina.
Rimonta con il Barcellona?
Giochiamo per questo, dobbiamo credere di poter fare qualcosa d’importante. Se scendiamo in campo come oggi non andiamo da nessuna parte. Dobbiamo rischiare di più essendo più cinici.
Cosa manca per arrivare al livello della Juve?
In questi anni la Roma si è sempre avvicinata ma non è mai stata alla pari. Manca qualcosa a livello di qualità. La cosa che dobbiamo migliorare è la mentalità, questa sconfitta fa male ma con i concetti giusti si può migliorare. Non si può concretizzare così poco, è un difetto e dobbiamo lavorare. Ne ho parlato con i ragazzi e mi sono anche arrabbiato. Si vince dalla settimana lavorando costantemente e non in maniera alternata.
DI FRANCESCO A SKY SPORT
Si complica la lotta Champions. Quanto ha influito il Barcellona?
Se devo analizzare la prestazione nei numeri abbiamo concesso pochissimo ma quel poco è stato determinante. Abbiamo creato tantissimo con manovre interessanti ma se non sei cinico fai fatica a portare a casa un risultato positivo, come a Barcellona. Sono molto arrabbiato, perché tutto nasce anche dalla determinazione che mettiamo in certi momenti della gara ma anche della stagione. Ce lo ripetiamo da tempo ma oggi non è bastato. La Fiorentina ha pensato più a difendersi, anche se è stato anche merito nostro.
Sul turnover.
La Juve ne ha cambiati 9 col Benevento, ma se arrivi alle 5 di mattina con neanche 48 ore per recuperare devi mettere freschezza. Basandoci sul risultato avete ragione voi, ma se invece ci basiamo sulle prestazioni siamo mancati in cattiveria anche coi titolari. Durante la gara la squadra non ha mostrato difficoltà anche nell’aggressività. Abbiamo preso 4 gol a Barcellona pur facendo una buona gara, anche se a dirlo fa sorridere, ma siamo mancati in quello in cui siamo mancati oggi, nell’essere concreti o nel concedere alcune palle con troppa facilità. Dovevamo essere più cattivi sotto porta ma non siamo stati lucidi. Loro hanno sfruttato le poche occasioni, se noi avessimo fatto una prestazione del ‘cavolo’, per non dire un’altra cosa, saremmo stati arrabbiati ancora di più. Abbiamo speso molto pur non raccogliendo niente.
Tra il Bologna e la Fiorentina tante occasioni, ma lo spartito non viene eseguito sempre al 100%. Il gap va colmato coi valori umani, con qualcosa di interiore: cattiveria, determinazione, godimento nel raccogliere.
Si allena in settimana con gli allenamenti, ci vuole maggiore cattiveria e la riportiamo anche in partita. Abbiamo recuperato tanti palloni nella loro metà campo, è un aspetto correttissimo ma poi non siamo ripagati dai risultati e questo può togliere qualcosa. Qui dobbiamo essere più forti e reagire, trovando umanamente nella cattiveria quel qualcosa che ci manca.
DI FRANCESCO A ROMA TV
La Roma ha creato tanto, meritava di più ma cosa manca?
E’ stata una costante, quando pensi di aver trovato delle cose le riperdi dopo. C’è stata scarsa attenzione in certi momenti della gara, quando ci siamo intestarditi a giocare al centro del campo e non sugli esterni. Ci manca però questa determinazione sotto porta, e non capisco perché.
Sesta sconfitta all’Olimpico e in casa subisce il doppio. Cosa significa?
Quando cerchi di giocare alto succedono certe cose, abbiamo preso un gol su palla inattiva per una distrazione. Noi stiamo pagando caro queste disattenzioni, anche col Bologna. Non si possono prendere gol come il primo, tutti schiacciati. Nel secondo non abbiamo concesso quasi niente, ma abbiamo subito lo stesso.
L’errore di Jesus sul primo gol?
E’ una situazione differente da una situazione di gioco. E’ una linea difensiva che scappa tutta insieme e che in partenza ha anche lavorato bene. Si trattava di capire dove fosse il pericolo, ma invece di accorciare sono rimasti bassi. Quando tiriamo noi invece le palle sbattono sulle gambe. Non è una scusa, ma non ce ne sta girando bene una, poi noi abbiamo le nostre responsabilità.
I giocatori devono capire che devono fare qualcosa in più.
Quando ci si allena lo si deve fare con cattiveria, altrimenti non si crea. Le occasioni si creano con la cattiveria, vedi Bruno Peres oggi. Dovevamo sfruttare la sua verve di quest’oggi, ma non lo abbiamo fatto con la sua continuità. La mancanza di lucidità nel finale è un problema ancora maggiore. Dovevamo portare più uomini in area e non lo abbiamo fatto. Sembra che ricadiamo sempre negli stessi errori dopo esserne usciti. Ai giocatori vanno dato certezze, nel caso dell’azione di Peres, in cui ha scoperto il campo ed ha aperto uno spazio si deve attaccare davanti. Radja e Defrel in quel caso devono avere il coraggio di attaccare questa palla e invece l’unico che l’ha fatto è El Shaarawy.
In Champions in casa si è fatto un percorso netto. In campionato perché questi errori?
E’ una domanda che mi faccio, in certi momenti tattici dobbiamo capire meglio le situazioni. Io guardo il secondo gol, dove è una continua ripartenza loro, non sono due azioni separate. E’ un giocatore chiuso da due e che con un po’ di fortuna si è ritrovato in porta. Anche Alisson poteva uscire meglio.
DI FRANCESCO IN CONFERENZA STAMPA
Sesta sconfitta in casa. Dovuto a quanto successo col Barcellona?
Voi fate i giornalisti e vedete le partite in un certo modo in base alle sconfitte. Loro nel primo tempo facevamo fatica ad uscire e hanno fatto 2 gol su 2 tiri. Bravissimi loro, ingenui noi. Non siamo stati bravi a concretizzare le occasioni che ci sono capitate, con una Fiorentina che si è difesa a oltranza come è giusto che sia. Non ho visto un approccio sbagliato. Siamo andati a prendere la palla dall’altra parte, siamo mancati in cattiveria e concretezza sotto porta e in questo dobbiamo migliorare. Sul secondo gol ci siamo fatti fregare da Simeone che ha creduto più di noi ad un pallone che era già nostro. Abbiamo commesso ingenuità, ma non posso vedere totalmente una partita negativa. Totalmente negativo è solo il risultato e purtroppo bisogna prendere atto di questo.
Turnover inevitabile. Alcune alternative pensa sia all’altezza della Roma?
Molti in generale non hanno rese per quelle che devono essere determinate situazione della gara. Silva è venuto qui con un infortunio, si è rimesso da un mesetto ma se non lo faccio giocare è perché non lo vedo ancora pronto. Jesus ha fatto spesso questo ruolo facendo bene e non mi sembra abbia demeritato. Paradossalmente i cross più importanti sono stati i suoi. Sicuramente potevamo fare di più in certe scelte ma non possiamo buttare la croce a quelli che giocano meno. Anche in altre situazioni ci sono stati errori quando ci stavano tutti i titolare. Io devo pensare alla squadra e per fino a fine campionato ho questi giocatori che devo sfruttare al meglio. Oggi il risultato è venuto meno, è andata così e prendo tutte le responsabilità.
L’anno scorso la Roma aveva più punti e aveva segnato più gol. Che riflessione fa?
Chiedete i numeri quando conviene a voi, quando li dico io non vanno bene. L’anno scorso siamo usciti ai preliminari di Champions e siamo usciti in Europa League, quest’anno siamo ai quarti quindi ditele tutte. Sicuramente in campionato abbiamo pagato qualcosa e non sono contento dei punti che abbiamo. Meritavamo qualcosa in più ma è anche colpa nostra. Di certo se quando si va a fare la Champions si torna alle 4 di mattina non si può pensare di far giocare sempre gli stessi. Se dobbiamo migliorare il concetto di mettere più giocatori utili a questa squadra lo faremo, ma bisogna anche vederli all’opera e questo discorso lo faremo. Sui numeri ti inviterei a guardarne tanti altri, anche su questa gara. Si dovrebbe parlare di quello che abbiamo costruito, ma non sento dire che oggi siamo stati un pizzico sfortunati con 3 pali. Non mi metto a piangere, poi mi dicono che mi attacco ai numeri, però mi girano. Ci sono errori, in primis miei. Però un pò potrebbe girare potrebbe girare anche meglio. Oggi c’è stato anche qualche episodio dubbio, come successo a Barcellona. L’ammonizione di Dzeko o un paio di altre situazioni dubbiosi che erano falli che ci portiamo dietro e non aiutano.
Stasera la Roma ha tirato in porta 25 volte con tre tiri subiti, nelle ultime due partite cinque dei sei gol sono per mancanze proprie. La Roma ha perso quasi sempre all’Olimpico, quasi mai lontano. La voglia di attaccare toglie equilibrio in difesa?
Abbiamo preso un gol su calcio piazzato ed eravamo sotto palla, un altro dopo aver cercato di impostare la manovra e quando vuoi giocare a calcio c’è il rischio di poter perdere la palla. Era sbagliato il concetto del passaggio di Fazio. Se volete una squadra che la butta dall’altra parte e non cerca di fare la partita sono l’allenatore sbagliato. Quando si vuole andare a dominare bisogna imporre il proprio gioco. Quando lo fai e vinci, hai una tua identità. Quando lo fai e perdi, perdi un pochino il tuo pensiero. Sono incazzato con me stesso, con la squadra, perché non possiamo buttare all’aria tutto il lavoro che facciamo o quello che prepariamo perché siamo poco cattivi, questo nasce anche dalla crescita della mentalità: dobbiamo migliorare negli allenamenti, nasce tutto da questo e dobbiamo migliorarlo. Grandi demeriti nostri, prendere due gol con tre tiri non è un alibi, è un demerito e non un merito. Hai preso un gol ma dire perché giochiamo alti… Invito a vedere i gol che abbiamo preso, gli ultimi non erano perché eravamo alti, tranne la ripartenza sul terzo gol del Barcellona, gli altri ce li siamo fatti da soli. Analizziamoli bene, se li prendiamo perché siamo alti… Ma non mi sembra così. Se vuoi essere aggressivo non puoi stare sotto la tua traversa o recuperare 33 palloni e magari sbagliare l’ultimo passaggio: questo è qualità, a livello tattico è fatto bene.
Parlavo di poco equilibrio, poca sicurezza. Attaccare attacca bene, poi magari è sfortunata…
Secondo me abbiamo equilibrio, è la capacità di saper gestire il fatto che se non hai equilibrio, non la recuperi di là perché sei sfilacciato e lungo. Questo è il mio pensiero di calcio, un po’ di quelli che vogliono vincere qualcosa di importante.
Abbiamo visto cos’è successo a Dzeko durante il mercato. Alisson, per ora voto 10, sono un paio di partite che lo vedo svagato. Crede che queste voci di mercato possano incidere sulla psiche?
Un calo psicofisico ci può stare, è stato concentratissimo e straordinario. Responsabilità sui gol che abbiamo preso non glieli possiamo dare, in altre occasioni ha fatto parate straordinarie. Sono contento, il mercato non c’entra perché è un ragazzo di una concentrazione e attenzione unica da tutti i punti di vista. Non possiamo essere tutti sempre al 100%.
Non ti viene un dubbio sul fatto che può essere solo sfortuna questa? Il fatto di produrre tanto e ottenere poco? Nelle ultime partite un punto a Bologna, dominando due partite poi giocando quasi alla pari col Barcellona. Qualche dubbio quando vai a dormire ce l’hai? Di cambiare qualcosa della mentalità…
Cerco di lavorare sulla mentalità, però è dalle difficoltà che si viene fuori se si crede in un qualcosa di importante. C’è il desiderio di poter cambiare qualcosa, ma vedendo le prestazioni è difficile cambiare il proprio pensiero. Magari alzare l’attenzione, migliorare determinati momenti in certi gol o occasioni. Hai perso il terzo gol di Pique su una respinta del portiere, se Fazio fosse salito lo avrebbe messo in fuorigioco. Attaccarsi al portiere non è un vantaggio, è uno svantaggio, è quello il mio pensiero lavorando sulla palla. Credo in un determinato tipo di gioco, si può fare qualche scelta sbagliata, le ho fatte e le farò, e cercherò di farne il meno possibile da qui alla fine. Oggi sono arrabbiato, mi girano perché ci sono state prestazioni in cui ho visto una squadra lunga, disunita, che non riusciva a fare tre passaggi di seguito. Non mi sembra così in questo periodo, andando ad analizzare le prestazioni.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA