«Centinaia di articoli e commenti pubblici in questi ultimi anni testimoniano in modo inequivocabile la mia posizione su Francesco Totti: 1) trattasi del più grande calciatore italiano di ogni tempo; 2) per quella che è la mia visione, non solo la mia evidentemente, un vero leader avrebbe fatto qualcosa per favorire l’anomalia evidente e unica al mondo di una città più tottista che romanista. Un caso d’idolatria vera e propria che non favorisce la crescita sportiva ed emotiva della squadra». Così, in una dichiarazione all’agenzia di stampa, si è espresso il giornalista Giancarlo Dotto, dopo che un’intervista rilasciata al quotidiano ‘Il Tempo’ ha indotto il capitano della Roma a chiedere ai propri legali di valutarne la rilevanza diffamatoria.
«In quanto al termine ‘uccidere’ usato dai titolisti, mi sembra del tutto evidente dover interpretare la scelta di questo termine nella chiave sportiva ed emotiva di cui sopra – prosegue Dotto – secondo le leggi freudiane del padre totem, peraltro evocate nella Gazzetta di oggi in un articolo sul tema. In breve: se il figlio non uccide il padre sarà il padre a uccidere il figlio. Detto questo, sono pronto a un confronto sereno con Totti sul tema dove e quando lui preferisce», conclude il giornalista.
(ANSA)
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