Gianni Dragoni, giornalista de Il Sole 24 Ore, ha parlato dei conti della Roma intervenendo ai microfoni di Centro Suono Sport. Queste le sue dichiarazioni:
“La lettera inviata agli azionisti? Un bilancio molto pesante che non è dovuto solo allo stop che c’è stato per le partite. Certo lo stop ha danneggiato tutto e tutti e ha tolto delle entrate, ma la situazione non era rosea già prima, tanto è che c’era un aumento di capitale programmato fino a 150 milioni. La Roma ha entrate in diminuzione, ma i costi, al contrario, non scendono. Il patrimonio negativo è peggiorato ancora. Quello fatto da Pallotta non è un aumento di capitale, è un prestito, un anticipo finanziario per i pagamenti più urgenti. Il bond è sostenibile? Con i conti che ha la Roma tutte le spese possono essere di troppo, e il bond non fa differenza”.
Dragoni continua: “Noi non conosciamo chi sono i grandi investitori che hanno acquistato il bond, ma sicuramente saranno grandi banche. Pallotta sta continuando a cercare investitori disposti a mettere soldi nella Roma. Perché sono tutti interessati al debito e non a investire nella società? La differenza è che il debito ha un rendimento garantito, garantito fino a che il debitore riesce a pagare, ovviamente; l’investimento, invece, comporta un esborso continuo di denaro. Se Pallotta non mette i soldi l’unica fonte di finanziamento sono i giocatori? Certamente, i giocatori rappresentano le uniche possibili entrate. Poi l’obiettivo deve essere vendere un giocatore per soldi, non per un altro giocatore. A livello di numeri di bilancio può bastare anche scambiare due giocatori e realizzare una plusvalenza, ma la Roma ha necessità di liquidità di cassa. Il calcio dovrebbe investire più nelle infrastrutture che nei procuratori, diciamo così. È uno scandalo a mio avviso che le società a volte siano sottoposte a veri e propri ricatti dei procuratori.”
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