Il difensore brasiliano Emerson Palmieri, arrivato la stagione scorsa nella Capitale, non dimenticherà mai la gara vinta contro la Lazio. Queste le sue dichiarazioni al Match Program del club giallorosso: “È stato il mio primo derby. La sera prima ero un po’ nervoso, ma è normale. Poi abbiamo fatto una partita perfetta”.
Emerson, il derby per lei ha significato la dodicesima partita stagionale, ma anche la presenza che ha permesso il riscatto definitivo da parte della Roma.
“Sì, era il mio primo obiettivo e sono molto contento di averlo ottenuto. Ho raggiunto la dodicesima partita, con una vittoria. Era quello che volevo. Adesso sono della Roma e devo dare ancora di più”.
Poi è successo molto altro, fino alla sosta natalizia. Una pausa lunga, ma forse arrivata al momento giusto: la squadra ha potuto tirare il fiato e recuperare energie?
“Sì è stato molto importante fermarsi un po’ e poi ricominciare ad allenarsi forte per tornare dove eravamo quando ci siamo fermati”.
È difficile riprendere il passo giusto dopo una sosta così lunga?
“Bisogna subito avere la testa giusta, mentalità e atteggiamento per riprendere subito la concentrazione. Siamo pronti a ricominciare a fare lo stesso gioco con cui abbiamo chiuso l’anno scorso. Vogliamo puntare in alto”.
Tra l’altro, l’ultima gara dell’anno, quella contro il Chievo, è stata la nona vittoria su nove partite in casa. All’Olimpico avete tenuto un passo record…
“L’Olimpico è casa nostra, in casa abbiamo dato sempre il meglio e dobbiamo sempre giocare per vincere”.
In trasferta invece avete raccolto molto meno. Come si spiega questa differenza di rendimento tra casa e fuori?
“Dobbiamo migliorare quando giochiamo fuori casa, dobbiamo comportarci come facciamo in casa e mettere paura ai nostri avversari. Ci stiamo lavorando per migliore sempre più”.
A proposito di gare esterne, cosa ha significato la sconfitta contro la Juventus? Crede significhi sia chiusa la corsa al titolo?
“No abbiamo ancora tante partite da giocare. La Juventus è molto forte e noi abbiamo fatto una buona gara, ma ci può stare di perdere allo Juventus Stadium. Certo il risultato fa male. Siamo lì ancora in alto e dobbiamo dare il massimo. Dobbiamo pensare partita per partita e fare il nostro”.
A livello personale sta vivendo un buon momento. Nei suoi confronti il giudizio di tutti, tifosi e stampa, è decisamente cambiato. Aveva ragione Spalletti…
“Dopo la doppia sfida contro il Porto dove tutto è andato male ero molto giù, ma poi ho deciso che la miglior cura sarebbe stata lavorare al massimo per cercare di cancellare le critiche, solo dimostrando con le prestazioni sul campo. Spalletti e lo staff mi sono stati vicino e mi hanno sostenuto. Il mister ha sempre creduto in me, mi ha sempre detto che sono un buon giocatore e lo devo dimostrare sul campo. Oggi sto vivendo il miglior momento della mia carriera”.
Qualche tempo fa ha dichiarato che ad un certo punto ha cambiato passo e mentalità. Ha preso coscienza di come affrontare la sua avventura a Roma. Quando e come è avvenuto questo?
“Forse quando dopo la doppia gara contro il Porto ho capito che lottare sempre di più sarebbe stato il mio unico modo per uscirne. Credo di essere ripartito con l’atteggiamento giusto e con amore per questa maglia”.
La Roma è una squadra che gioca molto la palla e inizia l’azione dalla difesa. Quanto crede di poter dare alla squadra in questo senso, considerando che la tecnica individuale è uno dei suoi punti di forza? Spalletti stesso ha sempre detto che lei hai un “piedino importante”…
“Posso dare il mio contributo per questa squadra, come gli altri. Il mister da quando è arrivato ha subito lavorato molto sull’importanza di iniziare una azione da dietro, e noi lo stiamo mettendo in pratica in campo. Si vede che stiamo facendo bene. Lui parla sempre del mio piede che ha buone potenzialità”.
Ormai si è abituato a giocare basso con la difesa a quattro: quanto è stato importante il lavoro con Spalletti e il suo staff per migliorare in fase difensiva?
“Il lavoro del mister e del suo staff è stato importantissimo, tutti parlano con me e mi spiegano come muovermi. La prima cosa che dobbiamo fare è dare attenzione alla fase difensiva per poi spingere in attacco. Io sono migliorato molto grazie alle loro indicazioni”.
In particolare quali i punti dove le hanno dato più indicazioni?
“Su tante cose, prima io mi impegnavo nel fare dribbling, ad andare avanti da solo. Oggi invece sto approfittando di più delle mie caratteristiche, solo due tocchi veloci e via. Mi mancava giocare senza la palla”.
Si sente pronto, in caso di necessità, di tornare a giocare alto, nei tre dietro a Dzeko, in caso di necessità?
“Sì, davanti abbiamo giocatori di qualità, ma se serve sono pronto. Sono qui per dare il mio contributo in qualunque ruolo possa servire”.
Il prossimo avversario si chiama Genoa. Sono reduci da tre sconfitte di fila: che gara si aspetta? In casa hanno pareggiato con il Napoli e vinto con Milan, Fiorentina e Juve.
“È una squadra dura, difficile. Hanno fatto grandi prestazioni con grandi squadre. In casa appena scendono in campo danno tutto, cercano subito di mettere il difficoltà la squadra ospite. Noi dovremmo fare lo stesso…”.
Quale giocatore teme dei rossoblù?
“Il loro punto di forza è il gioco di squadra. Sono tosti”.
Si sta mettendo in evidenza Giovanni Pablo Simeone, un cognome pesante…
“Sta dimostrando di essere un attaccante di qualità. Sa fare gol e si muove bene. Dobbiamo fare attenzione a lui ai suoi compagni”.
Per chiudere, cosa si aspetta dal 2017 a livello personale?
“Voglio continuare a crescere e fare sempre meglio. Io spero di poter continuare a dare il mio contributo alla Roma, che è una grande squadra”.
E di squadra?
“Siamo in corsa su tre fronti, dobbiamo puntare più in alto possibile”.
Se dovessi scegliere un momento su tutti del 2016?
“Il derby per me è stato il momento più bello”.
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