ULTIME NOTIZIE SERIE A KEAN RAZZISMO – Ancora un caso di razzismo nel calcio italiano, questa volta ai danni di Moise Kean. L’attaccante della Fiorentina e della Nazionale è stato bersagliato da insulti discriminatori sui social da parte di alcuni tifosi dell’Inter dopo la sconfitta della Viola per 2-1 a San Siro. Un episodio che ha scatenato indignazione, con lo stesso giocatore che ha voluto denunciare l’accaduto pubblicando alcuni screenshot dei messaggi ricevuti nelle sue storie Instagram, accompagnati da un amaro commento: “Ancora nel 2025…”.
La Fiorentina denuncia gli autori degli insulti razzisti
Di fronte a quanto accaduto, la Fiorentina non è rimasta in silenzio e si è subito schierata a difesa del proprio calciatore, prendendo una posizione netta con un comunicato ufficiale:
“La società viola e tutto il club esprimono la propria vicinanza a Moise Kean, vittima sui social media, al termine della partita disputata contro l’Inter a Milano, di pesanti attacchi a sfondo razzista. Gli autori di tali gesti sono stati segnalati alle autorità competenti”.
Un’azione decisa che conferma l’impegno della Fiorentina nella lotta contro ogni forma di discriminazione, un problema purtroppo ancora presente nel calcio e nella società.
Un problema che si ripete: il razzismo nel calcio italiano
L’episodio che ha colpito Kean è solo l’ennesimo di una lunga serie di atti di razzismo che continuano a macchiare il calcio italiano. Dai cori offensivi negli stadi agli insulti social, il fenomeno sembra difficile da debellare nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione.
Kean stesso, già in passato, è stato vittima di episodi simili, come accaduto ai tempi della Juventus durante una trasferta a Cagliari. Il suo caso si aggiunge a quelli di altri calciatori, da Lukaku a Koulibaly, che nel corso degli anni hanno subito offese razziste sui campi italiani.
Lotta al razzismo: servono misure più severe
L’indignazione e le prese di posizione delle società e dei tifosi sono fondamentali, ma non bastano. Serve un impegno più concreto da parte delle istituzioni calcistiche e delle autorità competenti per punire duramente i responsabili e garantire che episodi del genere non si ripetano.
Il calcio deve essere un ambiente di inclusione e rispetto, e Moise Kean – così come ogni altro atleta – deve poter scendere in campo senza essere vittima di attacchi razzisti. La speranza è che questo ennesimo caso serva da monito per spingere il mondo del calcio a prendere misure ancora più drastiche contro chi diffonde odio e discriminazione.
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