Europa League
Faty: “Mourinho ha portato esperienza. Siviglia difficile ma la Roma ha carattere”
AS ROMA NEWS SIVIGLIA EUROPA LEAGUE FATY – In vista della finalissima di Europa League tra Roma e Siviglia del 31 maggio è stato intervistato da Radio Romanista l’ex centrocampista giallorosso Ricardo Faty. Queste le sue dichiarazioni:
Come stai?
“Benissimo, grazie. Sono a Parigi, sto chiudendo la mia carriera. Sono qui con la mia famiglia in pace, diciamo”.
Il futuro è sempre la scelta più difficile quando scegli di stare su un campo.
“Sì, ora sto giocando a un livello dilettantistico vicino casa mia. Nel frattempo sto cercando anche di diventare manager, sono abbastanza occupato e sono pronto per la mia ‘seconda vita’”.
Ti abbiamo visto cantare l’inno con grande passione prima di Roma-Bayer Leverkusen. Ti aspettavi di vedere i giallorossi in finale di Europa League?
“All’inizio no, perché quello dell’Europa League è sempre un percorso difficile. Con Mourinho e la sua esperienza sapevamo che ci fosse questa possibilità e dopo la gara col Feyenoord si vedeva quanto questo obiettivo fosse importante per lui, per la società e per la squadra. Quando si è presentata questa sfida col Leverkusen dovevo esserci, sono venuto con piacere all’Olimpico. La Roma aveva più esperienza del Bayer per andare in finale, quindi alla fine è abbastanza logico che sia andata così”.
Sono state due partite molto complicate, soprattutto quella di ritorno in cui la Roma ci ha messo del suo per non far segnare la squadra tedesca. In questo momento, quali sono le tue sensazioni per la finale? Cosa temi del Siviglia?
“Sappiamo che il Siviglia è una squadra esperta in questa competizione, per noi sarà dura. Loro sanno giocare a pallone, hanno giocatori esperti come Rakitic ed En-Nesyri, sanno tenere la palla ed essere pazienti. Sarà difficile, ma se possiamo fare qualcosa in più rispetto alla gara col Leverkusen, soprattutto nei contropiedi, possiamo forse fare un exploit. Giocare contro il Siviglia significa affrontare l’avversario più difficile”.
Guardando la Roma, chi ti piace di questa rosa?
“Sono tanti i giocatori che mi piacciono. Uno che mi sorprende sempre è Matic: è arrivato e c’era un po’ di scetticismo ma alla fine ha fatto una stagione da leader, ha tirato fuori grandi performance e carattere e si vede che è un valore aggiunto alla squadra. Sono sorpreso sì e no. Sorpreso perché si è adattato velocemente alla rosa e al sistema di Mourinho, è un grande giocatore nel suo ruolo. Altrimenti a me piacciono Pellegrini, Smalling, che fa il suo lavoro, Dybala. Anche Tammy, nonostante non faccia più tanti gol come nella scorsa stagione, è importante perché sa tenere la palla: fa un po’ fatica, ma non molla mai. Mi piace il carattere della rosa”.
Come hai ritrovato l’Olimpico? È sempre stato uno stadio bollente, da quando c’è Mourinho è sempre sold out e c’è un’atmosfera pazzesca.
“Sì, anche in tv vedo l’ambiente. Tornare è sempre un piacere, però vedo anche che al di là di Mourinho i Friedkin hanno messo la società su un altro livello, anche sull’ospitalità, sullo spettacolo, su tutto ciò che c’è intorno alla partita. Hanno fatto un passo in avanti. Il presidente ha dato un’evoluzione alla città. Per questo ero un po’ sorpreso, non mi aspettavo quest’ospitalità e non è un caso che ci sia quest’atmosfera buona quando gioca la Roma”.
La tua carriera dovrebbe terminare al termine della stagione. Come vedi il tuo futuro? Cosa hai imparato ad apprezzare in questi anni?
“Ho girato per l’Europa, ho conosciuto persone nuove e ho fatto esperienza. Sto cercando di diventare manager, mi piacerebbe essere legato alla società. A quanto pare la società sta cercando giocatori francesi, c’è Aouar che sta arrivando, poi si parla anche di altri come N’Dicka e Tielemans. Potrei essere interessante per quanto riguarda il mercato, ci sono un canale francese e uno africano su cui secondo me si può lavorare. Non mi sto proponendo, è un’idea, può essere interessante”.
Come fai a parlare così l’italiano?
“Ho fatto un po’ di Serie B l’anno scorso, parlavo molto italiano, anche se è un po’ difficile essere precisissimo”.
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