Alessandro Florenzi

Alessandro Florenzi torna a parlare. Dopo la chiacchierata con Max Biaggi, stasera il giocatore in prestito dalla Roma al Valencia è intervenuto in diretta su Instagram con Fabio Cannavaro

Cannavaro: Ti volevo ringraziare perché con la nostra fondazione Cannavaro-Ferrara abbiamo messo all’asta diverse maglie e tu sei uno di quelli che ha provato a prenderle, anche se non ci sei riuscito.

Florenzi: Però sono uscito a testa alta, con la maglia sudata. L’altra volta ho chiamato Ferrara e gli ho raccontato come era andata e lui mi ha risposto che stava dormendo.

C: Ora chiediamo una maglia anche a te da mettere all’asta, scegline una.

F: Mando papà a casa e giela faccio scegliere: potrei mettere una maglia della Roma o della Nazionale, ne ho una carina, ma ne ho anche un paio della Roma interessanti.

C: Come va?

F: Bene. Ora abbiamo un’ora di uscita con i bimbi e ho mandato mia moglie. Ieri sono rimasto con una delle due figlie e mi ha chiesto di disegnare, ma io faccio ancora l’omino.

C: In Spagna va meglio.

F: Dal 4 ci sono allenamenti individuali, dall’11 forse si può fare qualcosa in collettivo e poi riaprono bar e cinema ma con il 30% delle entrate. Quindi o sono spregiudicati qui o l’Italia è molto prudente.

C: Come parli spagnolo?

F: Se parlano veloce è difficile, ma qualcosa riesco. Anche se ora sono 40 giorni che non li vedo.

C: E’ bello che tu faccia un’esperienza all’estero, anche se ti hanno costretto. Lo dicevo anche a Daniele, lo chiamavamo capitan futuro ma Totti non mollava niente. Anche tu poi eri il futuro capitano, praticamente vi ha ‘azzerato’ tutti e due.

F: Io capitan Futurissimo! Daniele è stato 15 anni capitan futuro, quasi tutta la carriera. Francesco poi poteva giocare anche un altro anno per come stava, per come stava bene anche nel gruppo ed era integrato. Poi ovviamente è successo quello che è successo negli ultimi anni.

C: L’asta per la maglia di Maradona?

F: Mi consultavo con mia moglie perché erano tanti soldi. Se la vede papà la maglia di Maradona gli prende un infarto. Poi erano soldi in beneficneza, aveva una storia quella maglia.

C: Io in Spagna ero abituato a giocare nello spazio.

F: Il primo allenamento mi guardavano e mi dicevano ‘Ale, campo’. Voi non avete capito che questo campo è meglio dell’Olimpico dove giochiamo tutte le partite, è un tappeto da biliardo. Fino ad ora ho trovato sempre campi bagnati in allenamento.

C: La Spagna è un paese bellissimo e ha bel calcio, mi rendo conto della delusione ma sii contento per questa esperienza.

F: Umanamente sto facendo un’esperienza bellissima, nonostante tutte le difficoltà che ho in questo momento, in un altro paese. Mi hanno accolto benissimo, compagni fantastici, mi hanno messo dentro al gruppo molto bene. E’ un paese bellissimo, non c’è bisogno di dirlo, la città è bella, c’è il sole. C’è gente in bici dalla mattina alla sera, finché non la vivi non capisci.

C: Guardavo i tuoi gol, ma di brutti non ne hai mai fatti.

F: Di 20 gol che ho fatto ce ne sono pochi brutti. Io la cosa facile magari la sbaglio.

C: Anche quello col Barcellona.

F: Però per me il più bello non è quello, come contesto magari sì. Ma il gol all’Udinese, con Spalletti a Udine, quello è come vedo io il calcio.

C: Anche quello con la Lazio.

F: O anche quello al Genoa, il contropiede al Milan o il primo gol a Milano con assist di Totti.

F: Una cosa che non ho mai chiesto a Daniele o Franceso o Perrotta. Cosa hai fatto come prima cosa dopo il Mondiale? La prima chiamata che hai fatto?

C: A mia moglie la prima chiamata. Poi ho fatto la foto con la coppa e l’ho inviata ai miei amici, poi ho portato la coppa a mio padre. Noi abbiamo festeggiato poco però la vittoria del Mondiale, è un peccato.

F: Ora è rimasto solo Buffon.

C: Gli altri hanno smesso da parecchio, però continuano e fin quando possono fanno bene.

F: Fin quando avrò la voglia e finché le gambe reggono vado avanti. Ci sono passato, finché mi danno la possibilità perché non fare la cosa per me più bella del mondo?

C: Poi dopo potrai fare l’allenatore o quello che vuoi. All’inizio non volevo andare in panchina e poi è scattato qualcosa. A me mancava stare in campo e il rapporto con i giocatori, non il calcio giocato.

F: Più si va avanti più sono i dettagli a fare la differenza.

Si parla di leggende e di campioni italiani.

F: Vorrei tanto incontrare Baggio, non l’ho mai incontrato.

C: La storia di Roberto è diversa, è un personaggio particolare, affascinante.

F: Io vado molto a sensazione, ho visto solo come giocava e qualche intervista. Lo vedi e ti sembra una persona buona, pura.

C: Noi però ci dimentichiamo anche di giocatori come Montella e Inzaghi.

F: Certo che se c’eravate voi non era facile giocare. Con voi terzino a destra giocherei facile, mi sentirei molto protetto. Arrivato qui a Valencia ho avuto le mie difficoltà. Io ho avuto allenatori bravissimi, anche nella tattica. Quindi mi chiedevo cosa dovessi fare in situazione di cross, se fare la diagonale inversa o altro. E mi hanno risposto solo ‘Uomo, che se non la prendi tu non la prende lui’.

C: Poi ti abitui, però goditela.

F: Dal primo all’ultimo giorno me la godrò. Poi Dio vede e provvede, senza nessun tipo di problema. Sono molto aperto e questa esperienza mi ha aperto ancora di più su quello che potrò volere o no nel futuro. Era una cosa che avevo dentro questa, se tu me ne avessi parlato a giugno scorso ti avrei detto ‘impossibile’. E’ venuta l’opportunità, se vogliamo chiamarla così, e l’ho presa.

C: Ti hanno portato a fare una scelta ma devi essere contento. Non pensare a niente, sai solo tu e la società cosa vi siete detti.

F: Ma per conto mio lì rimane. Giuro su quello che vuoi, mi sono lasciato in rapporti buonissimi con tutti quanti. Mister bravissimo, tatticamente bravissimo, come uomo ancora di più.

C: L’ho guardato con grande attenzione e me ne parlano bene, anche perché ho un amico come Morgan De Sanctis che sta a Roma. Lui era la mia prima scelta come preparatore dei portieri. Ora ha cominciato questo percorso.

F: A lui piace chiacchierare, Madonna quanto chiacchiera…

C: E’ troppo intelligente, non c’entra niente col mondo del calcio.

F: Non c’entra niente neanche con me (ride, ndc).



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